“Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo”(Mt 25, 31 – 34).

Forse ispirato da questi versetti dell’evangelista Matteo, il Beato Angelico nel suo dipinto titolato “Giudizio universale” divise l’umanità in buoni e cattivi: mise da una parte i beati in Cristo, dall’altra i malvagi condannati alla perpetua dannazione.


Beato Angelico e aiuti “Giudizio universale”, tempera su tavola, 1432 circa, Museo di San Marco, Firenze

Il dipinto fu commissionato all’Angelico nel 1431 circa per la decorazione della parte alta del seggio sacerdotale dove venivano cantate le messe nell’oratorio degli Scolari, cosiddetto perché commissionato dagli eredi di Filippo degli Scolari, noto condottiero fiorentino che lasciò 5 mila fiorini d’oro per far costruire in Firenze una cappella esterna al camaldolese monastero di Santa Maria degli Angeli.

Il ligneo pannello di forma rettangolare ha la parte centrale trilobata e serviva da spalliera per il seggio sacerdotale.

L’oratorio, dedicato alla madre di Jesus e ai 12 apostoli, è a pianta centrale, di forma ottagonale all’interno e 16 facciate all’esterno. Fu progettato nel 1434 dal famoso architetto Filippo Brunelleschi, perciò è anche conosciuto come la “Rotonda del Brunelleschi”.


oratorio

La parte centrale del dipinto
nella cuspide è raffigurato “Cristo giudice” entro un lucente clipeo, circondato da una schiera di angeli. Sulla sua sinistra guardando, è raffigurata la Vergine, sulla sua destra l’apostolo ed evangelista Giovanni.

Entrambi sono affiancati da una doppia tribuna di santi, di apostoli e da personaggi del Vecchio Testamento, come Abramo e Mosé in posizione preminente.

Nel bordo inferiore del coro angelico è raffigurato un angelo con la croce e due angeli dell'apocalisse che suonano le trombe per svegliare i morti e farli uscire dalla tomba.

Gli aperti sepolcri si vedono in basso in primo piano: sembrano finestre su un piano orizzontale; sono dominati dalla lignea bara vuota, immaginata usata per Jesus, il Cristo risorto., ma dai Vangeli si apprende che Gesù di Nazaret fu avvolto in un sudario e deposto nel sepolcro privato offerto da Giuseppe d'Arimatea.

Gli angeli e i diavoli si sono spartiti i corpi dei risorti: i beati a sinistra, i dannati a destra, divisi dalle due file di tombe aperte

Sulla sinistra, nel Paradiso, in un giardino i beati pregano e ringraziano il Signore mentre un gruppo di angeli effettua un girotondo. La scena non è collegata alla tradizione cristiana; sembra desunta da la “Repubblica”, testo che scrisse l’antico filosofo greco Platone.

Nell'XI libro questo filosofo disserta sull'immortalità dell'anima e sul premio riservato ai giusti, descrive l'abbraccio gioioso dei beati che danzano in cerchio.

Sulla destra ci sono i dannati, tormentati da neri demoni che li spingono verso l'Inferno, dove vengono smistati nei nove gironi per subìre le pene secondo la “legge del contrappasso”. In basso c’è Satana con la triplice testa che mastica tre dannati.


il Paradiso