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In Italia la longa manus della Chiesa è ancora determinante, purtroppo. E quasi tutti i partiti politici per non perdere voti dell’elettorato cattolico preferiscono non legiferare in merito.
La gerarchia vaticana sa bene che la morale che propone è divisiva. Ha l’apprezzamento quando argomenta sulla pace, la non violenza, ma incontra l’indifferenza o l’avversione sui temi riguardanti la famiglia, il matrimonio, la vita e la morte.
In Italia le leggi di natura etica che sono in contrasto con la morale cattolica vengono ostacolate.
Nel Parlamento l’attività del legislatore dovrebbe garantire a tutti (compresi i credenti delle varie religioni) la libertà di scegliere come procreare e come morire.
Questa libertà in Italia ancora non c’è. E si va all’estero per procreare giovandosi delle nuove tecniche mediche per avere figli, si va all’estero per disporre della propria morte.
La questione è sempre la stessa: chi crede che vita e morte siano nella disponibilità di Dio e non degli uomini, vive bene in Italia. Chi invece non ci crede, e pretende di disporre del proprio destino, in Italia è uno straniero.
Tutti concordano che la vita umana è un bene primario che la società e gli individui devono difendere e tutelare, ma ci sono casi (come la malattia allo stadio terminale o lo stato vegetativo persistente) in cui la vita perde valore e la qualità della vita è inaccettabile, nonostante il progresso biomedico e biotecnologico che concede di prolungare “il fine vita”. Ci sono macchinari che permettono al malato terminale di mantenere le funzioni vitali in modo artificiale, ma ci sono individui che non vogliono essere tenuti in vita in tal modo.
Il diritto di ogni individuo a realizzare la propria volontà coincide con il diritto all’autodeterminazione, fondamento della prospettiva laica in bioetica.
Il diritto all’autodeterminazione è un diritto di libertà e di responsabilità che ognuno ha verso sé stesso e che supera la delega di tali importanti decisioni al medico o ad altri, come i propri familiari o il giudice.
Per la bioetica l'accanimento terapeutico è un'opinione soggettiva, mentre in medicina indica i trattamenti sproporzionati e inutili per mantenere in vita il malato terminale.
Per le disposizioni di fine vita l’Italia è arretrata rispetto ad altre nazioni europee. Infatti, ancora non abbiamo una legge sul “fine vita”, che comprende l'accanimento terapeutico e l'eutanasia.
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