“All’ennesimo caso di no vax positivo (anziano con figli no vax strafottente cinquantenne “tanto a me non capita”, trentenne palestrato “con questo fisico non ho paura di niente”) che vuol dire più lavoro e più rischio per noi sanitari stremati, ma soprattutto meno risorse e posti letto per tutti gli altri malati, vittime innocenti di cieca stupidità, ho perso la pazienza! Non voglio più avere a che fare con voi! Sappiate che vi disprezzo, e non è questione di libertà di pensiero, ma di rispetto per la comunità. Non ne avete, non ne meritate. Avrete le mie cure al meglio che posso, come sempre. Ma sappiate che mi fate schifo.
Sono medico di PS e 118 da vent’anni e in questi anni ho imparato che l’empatia, la buona parola, la compassione sono esse stesse cura, spesso altrettanto efficace dei farmaci. Ma non posso provare empatia per un atteggiamento distruttivo ed egoista quale è il rifiuto ideologico del vaccino. Vedere morire boccheggiando un anziano mi fa schifo, e quando nell’ambulatorio accanto il medico che sono curerà, in scienza e coscienza, l’autore del contagio, l’uomo che sono non potrà provare rispetto per lui”.
Così Umberto Gnudi, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale San Salvatore di Pesaro.