Si tratta solo di dare le giuste proporzioni alle cose, il fatto che uno si senta libero di fare una molestia di fronte a una telecamera e se ne vada ridacchiando (salvo poi fare il pianto greco quando lo beccano e gli chiedono conto) dipende anche dal fatto che, come i fatti dimostrano ci sarà una quantità di gente che lo giustificherà perché lo stadio è lo stadio; perché la giornalista è gnocca; perché dai, è una cosa goliardica; ma poi lei aveva i jeans aderenti; e comunque non era in un posto "da donne". Bada bene però, il fenomeno della deresponsabilizzazione agisce su vari fronti, di maschicidi non se ne sentono perché in quel caso la tendenza, altrettanto becera è quella di responsabilizzare le donne che fanno violenza domestica, se si sente di un marito picchiato il teatrino sarà: ha ha, che mezza sega farsi picchiare da una donna; lei chissà cosa ha dovuto sopportare; bene ogni tanto una notizia al contrario.
No c'è un deficit di arti marziali, lo sport in voga è il sollevamento dalle responsabilità e per farlo si arriva a cercare responsabilità ridicole facendo doppi salti mortali (molto comodo, perché così alla fine non è colpa di nessuno, la vittima se la piglia in quel posto e chi si comporta male può continuare a pensare che sia normale, assolvendo noialtri), la situazione è di una semplicità disarmante: un cretino fa, tra l'altro di fronte a una telecamera un gesto becero. Qualcuno arriva a dare la colpa a chi ha mandato la giornalista a fare il suo lavoro allo stadio (che poi se sei una giornalista sportiva non è che in Italia puoi occuparti di tennis e di ippica)