Penso anch'io, o meglio, a certi livelli è possibile, la grammatica è difficile da riformare artificialmente, con il lessico ce la si può cavare, infatti quando in passato un'altra minoranza ha deciso di combattere la parola "negro", che pur non nascendo come dispregiativa era stata investita di significati storicamente deprecabili, ha ottenuto che tale parola uscisse dall'uso comune, e che questo abbia avuto un ruolo nella presa di consapevolezza delle generazioni successive.
Ora abbiamo delle categorie che per un tempo indefinito sono state oggetto di violenza, discriminazione e derisione, credo che i passi che stanno cercando di muovere per regalare alle generazioni future nuove consapevolezze siano molto goffi, ma, sticazzi, è la loro battaglia, e credo abbiano il sacrosanto diritto a combatterla come credono, anche con i loro errori di valutazione.
Non vedo grande utilità nella direzione della grammatica neutra (anche se non è qualcosa di fatto a caso, dietro c'è l'ipotesi di Sapir-Whorf, che per quanto territorio di discussione, non è affatto da buttare via), ma altrettanto non la vedo come una cosa da combattere a suon di petizioni e invettive dei linguisti, cose che lasciano il tempo che trovano, se la lingua si modifica lo fa a prescindere da quando decide tizio progressista o caio conservatore.
Questa battaglia la stanno portando avanti perlopiù persone sui vent'anni o meno, ci sta che debbano ancora prendere le misure, ma già vedo come qualcosa che persone di un'età maggiore abbia dovuto fare i conti, forse per la prima volta con realtà che prima erano, quando andava bene, degli stereotipi (come per la transessualità, ma in alcuni casi, sopra una certa età, la maggior parte delle persone non sa nemmeno di cosa si stia parlando, come nel caso di asessualità, non binarismo, poliamore...).