ha ribattuto Lacan alle parole di Sasha:
se Dio non esiste niente è possibile, perché in assenza di limiti, il desiderio che muove l'azione è incapace di soffermarsi su un oggetto e genera pulsioni di morte, angoscia inestinguibile;
ripeto l'esempio: porti un bambino in un negozio di giocattoli con un budget di 50 euro; quello è felice, e ad un certo punto spenderà quei soldi;
porti lo stesso bambino in un negozio infinito e con un budget infinito, e quello all'ingresso sarà eccitatissimo; ma poi l'aspettativa di trovare qualcosa di più bello gli impedirà di concentrare il desiderio di un giocattolo e sarà sopraffatto dall'angoscia;
un limite morale è connaturato, e correlato alla capacità desiderante di una persona;
ma il problema del predicatore religioso non è quello di "Dio", ma del perché il suo dio anziché quello di un altro, che precetta cose diverse;
qui il giochino retorico nella mente dei predicatori funziona perché siamo delle capre in materia e ignoriamo tutte le questioni, come se il negozio di Dio sotto casa fosse l'unico, come ci hanno insegnato i preti per secoli;
dove c'è tradizionalmente pluralismo di fedi, nessuno farebbe sto discorso, perché a scuola si impara che i cattolici dicono una cosa, i riformati un'altra, e poi ci sono tanti altri, tutti credenti, e poi i non-credenti, tutti con posizioni morali diverse, sostenute come assoluti.