Originariamente Scritto da
axeUgene
quel "dopo" fa parte della mentalità europea, molto meno americana; i tedeschi hanno perso la guerra anche perché i militari hanno sostituito i manager e prodotto armi in modo sconsiderato e ingestibile; negli anni 20 avevano la nozione che se produci carri armati puoi fare anche i trattori, come Magirus-Deutz, ecc... ma quel tipo di società ha scelto un modello militar-centrico anche nella produzione, gestendo male le risorse;
per gli yankees la conversione delle tecnologie e le ricadute nel civile fa parte integrante della pianificazione degli investimenti in ricerca, come proiezione statistica di metodo, anche in assenza di applicazioni nel breve; qui sta proprio il senso efficiente della leva finanziaria:
io chiedo prestiti per investire in un range 100 di ricerca, sapendo che statisticamente prima o poi quote di quell'investimento mi offriranno applicazioni che generano profitto, e posso fare ciò che ai sovietici o altri costa un bagno di sangue e fame;
in effetti, la volatilità di certi comparti tecnologici induce in errore, perché quelli elettivamente sarebbero proprio il pane dei cassettisti, che investono nel medio-lungo;
i cinesi non potrebbero fare finanza analoga non perché non abbiano potenzialità, ma perché il loro sistema non premia l'iniziativa e nel lungo non garantirebbe remuneratività;
se il commentatore da bar dello sport non fosse distratto dalla propaganda, dalle degenerazioni speculative o dalla narrativa complottarola, potrebbe capire la funzione essenziale di trasmissione dei valori prospetti che la finanza esercita, che è il meccanismo fiduciario su cui si basa tutta l'economia del credito:
io ti presto soldi, nella quantità e al tasso che, da investitore neutrale, ritengo che la tua attività meriti: a livello di sistemi politici, si tratta di una leva che premia le democrazie, garantendo loro maggior ricchezza e remunerazione del lavoro; perché ?
semplicemente perché le democrazie mobilitano la forza lavoro in modi più efficienti, grazie alla libertà individuale come dato strutturale;
al contrario, il sistema cinese, col suo controllo e limitazione delle libertà individuali, sceglie di limitare la propria capacità di produrre valore aggiunto, oltre che presentare altri aspetti di inefficienza determinati da quella politica, ed è costretta a competere coi calci in culo agli operai che rammentavi; il sistema russo, se possibile, è ancora più fallimentare, perché spende le sue risorse per "comprare" il bene effimero della potenza imperiale, senza dividendi apprezzabili per la popolazione;
la scommessa americana sul fronte esportazione della democrazia, si fonda esattamente su questa sfida aperta, e sulla convinzione della bontà del loro modello:
i popoli amano la democrazia e la libertà, perché spazi di agibilità del desiderio; le élites possono apprezzare la leva di ricchezza che in prospettiva la libertà consente in termini di mobilitazione delle risorse umane e delle capacità creative;
solo che i vertici possono valutare che nel loro orizzonte temporale resistono bene anche in assetti a valore aggiunto più basso - Cina - o grazie alle rendite - Russia; il lavoro di transizione lo dovrebbero fare i corpi intermedi, e cioè qualcosa che progressivamente dovrebbe configurarsi come "borghesia", un'élite che si vede come avanguardia dei processi inclusivi e liberali, come nelle rivoluzioni inglese, americana e francese del XVII° e XVIII° secolo.