"Ennio" (2021) di Giuseppe Tornatore
Quando Morricone ci lasciò due anni fa la trasmissione radiofonica "Hollywood Party" chiamò tra gli altri Dario Argento per un ricordo. Il regista raccontò che per il suo primo film "L'uccello dalle piume di cristallo" fece un tentativo con il compositore senza troppe speranze perchè all'epoca Morricone era già famoso e anche molto impegnato. Invece accettò di scrivere la colonna sonora per il film e un giorno chiamo Argento dicendogli che gliela voleva far sentire e immediatamente dopo presentandosi a casa del regista con con la sola tromba e proponendogliela unicamente con quello strumento. Ecco, questo era Morricone, un compositore che rompeva gli schemi e fu il cinema e permetterglielo e non la musica colta che per anni aveva studiato. Il documentario di Tornatore racconta la sua intera carriera, dall'arrangiamento delle prime canzonette sino alle musiche per film, dalla vergogna per aver tradito i suoi studi al riscatto e al riconoscimento non soltanto da parte del mondo dello spettacolo ma anche da parte dei suoi colleghi, inizialmente critici nei suoi confronti, grazie alle ultime opere ("C'era una volta in America", "The Mission" e "Nuovo Cinema Paradiso"). Ne esce fuori un personaggio che rappresenta appieno l'italianità, cresciuto a pane e studi classici ma che ha trovato la sua migliore espressione grazie alla creatività, alla fantasia e alla imprevedibilità che rappresenta un marchio di fabbrica di noi italiani. Grandissimo Morricone.
Ennio ****