Questo scrivevo 8 anni fa...
Lei camminava sulle nuvole dei sogni, io aprivo il suo portone e salivo quei pochi gradini che mi portavano a lei. Mi apriva e non mi dava confidenza, ma io la portavo in alto nel mio cuore, ignaro se fossi sul punto di risvegliarmi. Sorrideva e non capiva. Seppi allora che non mi VEDEVA realmente. Sparirono i miei 15 anni in un doloroso colpo al petto, ridiscesi di corsa le scale, fuori il sole era sparito, o forse non ero ormai più capace di vederlo. Suonarono delle campane in lontananza, l'autobus passava senza di me e l'asfalto bagnato rifletteva luci smorte e fioche.
Il giorno se n'era andato, e la notte pesava su di me come un macigno impossibile da sollevare.
Oggi, rileggendo quelle poche righe, ho aggiunto qualcosa...
Lei non c'è più. Sono venuto a conoscenza della sua morte quasi per caso, tramite i social. Ma lei non era realmente lei...era soltanto la proiezione di un sogno, di una meravigliosa utopia ultraterrena, che permea i passi di un'adolescenza infelice vissuta in solitudine e distacco. Frutto dell'immaginazione che viaggia felice oltre i limiti dell'umano, in dimensioni sconosciute che la ragione non può vedere. Restano fuori dal suo regno e dall'affermarsi delle disillusioni dell'età adulta. Rimane solo un senso di malcelato rimpianto per un vecchio se stesso da cancellare che non può del tutto sparire...E' un segno che ti accompagna nel tempo capace di superare le esperienze, la stessa anzianità. Forse anche la morte.