Oggi pomeriggio sono uscito dall'ufficio per una mezz'ora e come d'istinto mi sono recato presso il quartiere dove abitavo da ragazzo. Il quartiere Paradiso, ad Augusta.
Non abito più ad Augusta, ci lavoro solamente, per una sorta di destino beffardo, il quale, dopo dodici anni fisso a Siracusa, città in cui risiedo, sono stato trasferito ad Augusta per necessità organizzative.
Ebbene il quartiere Paradiso lo era di nome e di fatto. Ai tempi, noi ragazzi si giocava per strada e, per la sua conformazione e cioè una piccola punta d'isola residenziale, non vi era traffico ed
eravamo liberi di gironzolare senza pericoli. Naturalmente, alle tre del pomeriggio, tutte le strade erano deserte. Sono sceso dall'auto e ho guardato il mare. Quel mare di cui conosco ogni scoglio
sottomarino, ogni anfratto, avendoci nuotato e pescato tante e tante volte. Lo scoglio più famoso è il cosiddetto scoglio a forma di "T". Uno scoglio artificiale in calcestruzzo, costruito ai tempi per permettere
ai bagnanti di raggiungere il mare più profondo, dalla riva. Quando lo frequentavo la spiaggia era già stata chiusa da qualche anno e noi ragazzi ci recavamo lo stesso lì, per pescare. Il tutto in barba a Capo Giuliano,
un sottufficiale che era una sorta di guardiano del posto, essendo la zona appartenente alla Marina Militare. Capo Giuliano se ne è andato questo inverno. Un'icona del luogo, che a volte ci rimproverava, altre volte
chiudeva un occhio. Era un gigante biondo, molto buono.
Poi ho guardato il balcone di casa mia. La finestra della mia stanza. Delle immagini scorrevano veloci davanti ai miei occhi. L'auto di mio padre, parcheggiata al solito posto, il garage che usavamo come porta per
giocare a pallone, l'appartamento delle sorelle Torre, splendide fanciulle, poco più grandi di noi, che ci facevano sognare la notte. E poi Angela, la Monica Bellucci dell'epoca, affascinante, capricciosa e inarrivabile.
Il condominio "Magnolia" dove risiedevo, era uno dei condomini più prestigiosi, per la grandezza e eleganza degli appartamenti e per le persone che ci abitavano. Lì incontrai i miei fratelli, Cosimo e Gaspare... lì
passai pochi ma entusiasmanti anni della mia vita adolescenziale. D'inverno, le onde del mare in tempesta, allagavano regolarmente parte del salone e del soggiorno che si affacciavano a pochi metri dal mare.
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Quell'appartamento credo piacesse anche a mio padre, il quale si sentiva veramente a casa sua, in una specie di nave attraccata al molo, vera casa di ogni marinaio. Nonostante lavorassero entrambi, non riuscirono
ad acquistarla e... optarono per una casa a Siracusa... e così nel Settembre del 1986 io e mio padre dormimmo un'ultima sera da soli, in una casa vuota, prima di portar via le ultime cose e trasferisci nell'appartamento
in cui ancora oggi io abito. In tutto restammo nel "Paradiso" dall'estate del 1980 al Settembre del 1986.
Risalendo in auto, lasciando il quartiere, ho dato un occhiata alla scuola media Principe di Napoli, che ho frequentato... e poi.... ho sentito un fitta allo stomaco...
credo che passeranno anni... prima che io raggiunga nuovamente... il Paradiso.