Originariamente Scritto da
axeUgene
non lo so;
se devo dire la mia impressione, che vale quel che vale, tutto quello che si fa per un fine va storto; convincere, sedurre, insistere, produce perdite di energia superiori ai risultati; magari per un po' ci si illude, ma l'altro ci farà sempre pagare come un inganno la sua disponibilità a fare qualcosa che non avrebbe fatto spontaneamente, per suo desiderio;
se a me capita di individuare una persona che mi suscita desiderio, oramai quasi inconsapevolmente valuto se il mio modo di essere può essere gratificante per quella persona, oppure se quella mi ha frainteso e sta cercando qualcosa che potrei fingere di avere; posso manifestare disponibilità, ma se vedo che il meccanismo non è quello di un incontro naturale, come respirare, ma di uno sforzo per adattarsi a qualcosa di faticoso, so che prima o poi quella fatica costerà un saldo di gioia negativo;
è sempre così, semplicemente perché a ciò che si è acquisito ci si abitua, mentre l'abitudine al sacrificio logora; il sacrificio in retrospettiva avvelena tutto, oltre ad avvelenare la quotidianità;
a me è sempre interessato essere una persona decente, coi suoi pregi e difetti; ha senso accompagnarsi ad una persona a cui piacciono - o che comunque non soffre troppo - i secondi, per godersi i primi; se l'incontro non determina spontaneamente questo equilibrio, nel senso che l'altro abbia anche elaborato consapevolmente la sua tolleranza ai miei limiti, come scelta di esistenza, e io fatto lo stesso, difficilmente funziona.