Citazione Originariamente Scritto da Pazza_di_Acerra Visualizza Messaggio
però non ho la minima idea di che cosa significhi quinto grado fuori tonalità o sesto grado in tonalità. Mi sa che sono una sauvage savante...
guarda, è una cosa semplicissima, niente di esoterico; se ti trovi con tua figlia e un pianoforte, te la spiega in cinque minuti d'orologio e ti cambia il modo in cui ascolti la musica:

nel caso, si tratta dell'escamotage armonico che senti a 1,31/34 dell'aria, che saprai a memoria, e che ha invariabilmente la capacità di emozionare:



ora,
a) tutta la musica occidentale, colta o popolare, funziona per micro-movimenti in 1 + 3 fasi:
la fase uno ti dice dove stai, ti indica un centro tonale; poi ti allontani, seconda fase, e nella terza arrivi ad un luogo di tensione che ti richiede di "tornare a casa", risolvere;

b) i "gradi" sono i sette accordi che costruisci su una scala, poniamo i tasti bianchi del pianoforte, la scala di do; do maggiore, re minore, mi minore, fa maggiore sol maggiore, la minore, si diminuito; una composizione "in do" significa che la maggior parte degli accordi fanno parte di quella famiglia, da cui si parte e a cui si torna;

questi accordi, come membri di una stessa famiglia, tendono ad assomigliarsi e hanno una loro funzione nel copione del brano in quella tonalità; per dire, una dei miliardi di canzoni scritte tutte solo in una tonalità è Senza fine, di Paoli, che conoscerai certamente; funziona, ma può risultare piatterella;

il V° grado, nel nostro caso il sol, ha la funzione del "cattivo" il figlio discolo - si chiama dominante - quello che crea tensione e ti riporta a do, come un figliol prodigo che torna a casa;

adesso, i compositori figaccioni, per mettere pepe nelle loro composizioni ed emozionare l'ascoltatore, infilano nei momenti clou dei membri di una famiglia diversa; nei casi che ti ho mostrato il V° grado dominante di uno degli accordi "di famiglia"- che di mestiere ti fa desiderare quell'approdo momentaneo - e che, però, appartenendo ad un'altra famiglia, ti spiazza, inducendoti l'emozione; e il giochino lo puoi ripetere all'infinito;

una volta che ci hai fatto l'orecchio, troverai il passaggio molto familiare e lo riconoscerai in tantissimi brani; ti avevo citato l'adagio del concerto di Rachmaninov, o il notturno n. 2 di Chopin; riconoscerai ad orecchio, perché il costrutto ti "chiama" letteralmente una successione cromatica di tre note a salire, cioè distanti tra loro un semitono; il nostro cervello funziona di suo in modo da andarle a cercare; il musicista è un artigiano paraculo, lo sa e si diverte alle tue spalle

negli ambiti colti, quelli dove l'armonia ha un ruolo rilevante, la questione della qualità riguarda molto come e quanto il musicista usi - ed eventualmente abusi - di questi "trucchi" per indurre emozioni, facili, oppure raffinate.