sai, posso immaginare quello che intendi se correlato a domande del tipo: che fine farà la mia personalità dopo la morte fisica; e fin qui ci siamo;
il punto è che la religione/legge va a rispondere a domande di natura etica che riguardano comparti diversi, dove una spiritualità naturalista offre pochi o nessun riferimento; faccio un esempio:
come mi devo comportare con una persona cara non auto sufficiente che dipende da me e mi chiede di morire ?
io potrei credere davvero che quella sia la sua volontà e assecondarla; ma potrei anche avere il sospetto che quella persona in realtà vorrebbe ancora vivere, ma non vuole pesare; magari, se quella persona non ci fosse più farei effettivamente una vita più comoda, sarebbe un sollievo, e allora potrei anche raccontarmi una bugia di comodo nell'interpretare quella richiesta;
o ancora, posso trovarmi di fronte ad altri problemi morali controversi di quel tipo, nella vita famigliare o pubblica, in cui potrei essere "tentato" da soluzioni apparentemente giuste e legittime, o comunque lecite, ma moralmente bifronti;
ora, come sai io certamente condivido la diffidenza nei confronti del fanatismo delle religioni organizzate;
tuttavia, queste si atteggiano a legge, normazione, proprio per fare da sponda e interlocuzione a questioni del genere che ho illustrato;
se vai a vedere tradizioni antiche, come la Torah e lo stesso Vangelo, che da quella discende, le formule tipicamente paradossali sono esattamente pensate per interrogare, porre dubbi, non per prescrivere; anche se poi l'impianto generale partiva da una serie di precetti;
insomma, nonostante io faccia presenti tante contraddizioni ai predicatori da forum e non sia iscritto a nessun club religioso, nemmeno sminuisco l'importanza e il senso della religione organizzata, perché effettivamente un essere umano ha comunque la necessità di un benchmark morale definito sul quale misurare la qualità e l'agibilità dei propri desideri, e pure godersene la realizzazione.







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