Scusa ma poco fa hai detto questo:
Non avertene a male se arriva l'accusa di contraddizione, mi pare che qui le aree cerebrali non dialoghino bene fra sè.un credente non pensa quello che vuole su Gesù perché ciò significherebbe che Gesù non risponde.
Se al telefono parlo da solo perché nessuno mi ha risposto o sono matto o sto facendo le prove per un film,.... di matti.
Ogni volta è un giro di frittata. Se dici che occorre capire Gesù e cosa chiede all'uomo non è che un secondo dopo puoi dire il contrario, che ognuno fa da sè e icché viene, viene!
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
Se affermi che occorre non pensare quello che ci pare su Gesù, dovrai anche fare delle scelte conformi a quel Gesù e a quel che vuole.
Mi spiace Crepuscolo, ma ogni volta, in ogni risposta che tenti di dare ad un utente, c'è un inciampo per l'ansia di controbattere e giustificarti ora con uno, ora con un altro, ma vien fuori tutto ed il contrario di tutto. Ad Axe hai detto che bisogna capire per bene Gesù, a me che ognuno può capire cose diverse.
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
Io proprio non capisco perché mai sei alla ricerca di una morale cazzuta, ben determinata, per cui rimproveri Rachele e Crep di non saper esprimerla. Cos'è che ti manca? Cos'è che -se sono riuscito ad afferrare qualcosa dei tuoi discorsi - ti pone un problema con la controparte? La quale controparte ovviamente può essere criticata in mille modi. E' solo che non capisco il tuo. E poi la morale...la differenza fondamentale è tra una morale IMPOSTA da un potere e di solito assai poco spontanea ed una "morale" (se proprio vuoi chiamarla così) che nasce da un sentimento individuale profondo, se si vuole chiamare "morale" E' soprattutto DESIDERIO DI COMPRENSIONE. Per me comunque "compassione" è cosa diversa da "morale" e come sai è alla base della dottrina buddista, con delle affinità ma anche delle profonde diversità dal cristianesimo.
“Siamo tutti uguali davanti alla legge, ma non davanti agli incaricati di applicarla.”
(S. Lec)
davvero non capisci ?
è curioso, per una persona del tuo livello culturale e di istruzione; evidentemente, bisogna tornare ab imis fundamentis, visto che c'è una rimozione di quelli;
dunque:
a) io non rimprovero nulla a nessuno; non vado a casa di Rachele o di crep a sentenziare su come loro vivano la loro vita; ci sei ?
b) qui siamo in un luogo pubblico, dove si discute, e alcune persone tirano fuori "Dio"; ci sei ?
c) nella storia e nella cronaca concrete, quelle con cui abbiamo a che fare noi, non quelli che stanno a Calcutta o Saigon, che "mestiere" fanno "Dio" e i suoi credenti, da millenni ? mettiamo da parte, per semplicità, i musulmani, e limitiamoci ai "nostri";
ora, ti risulta che il Vangelo sia un allegato al manuale del mago Silvan in cui si insegna il trucco per moltiplicare i pani e i pesci, o un manuale di training autogeno ?
oppure è un insieme, più o meno coerente, di postulati morali di alto livello che si rimandano alla volontà divina e che si intendono come vincolanti ?
perché se rimuovi questo, è ovvio che tutta la questione ti sfugge;
tanto per restare nel nostro, un papa non ti dice che Dio vuole che si tifi Ascoli anziché Sambenedettese; ti dice, ordinariamente, che se ti becchi un tumore, devi aspettare la tua ora da martire come decide il suo dio, anche se tu non ci credi; e si adopera assieme ai suoi credenti affinché tu effettivamente non possa decidere e debba trovare un Cappato che rischia la galera per far valere la tua auto-determinazione;
oppure che se si sposano due donne non va bene, e non per loro stesse, o per i suoi credenti, che faranno quel che credono;
lo intende proprio per la società tutta, per cui, legittimamente, si sente in diritto/dovere morale di intervenire e impedire che ciò avvenga, in nome della sua idea di Bene comune;
siccome io sono un liberale, mi sta benissimo che lo faccia, esattamente come io peroro altri valori; per me siamo tutti alla pari e non discrimino i valori religiosi sul piano della verità, né bollo l religione come superstizione, ecc...
però, semplicemente, mi aspetto che dei credenti di area culturale cristiana chiamino in causa Dio per far valere posizioni morali e di un certo spessore, importante, argomentandole sul piano morale, perché questa è la funzione precipua di quel Credo e di quel dio, nella nostra storia e cronaca concreta;
almeno su questo converrai, o no ?
io non rimprovero nulla a nessuno; ho solo constatato un regresso di intensità morale concreta del discorso religioso, per cui i credenti non dicono nulla di importante e dirimente, realmente impegnativo e stringente - come invece fa il vegano-animalista dell'esempio - e, soprattutto, non argomentano, anche quando in qualche modo alludono ad un contenuto "forte", come il Magistero della Chiesa, quasi si vergognassero nel perorare valori che per loro sono fondamentali e decisivi;
tu non lo trovi strano, curioso, significativo ?
i sentimenti te li forma l'educazione, che è sempre in gran parte imposta nella società in cui cresci;E poi la morale...la differenza fondamentale è tra una morale IMPOSTA da un potere e di solito assai poco spontanea ed una "morale" (se proprio vuoi chiamarla così) che nasce da un sentimento individuale profondo, se si vuole chiamare "morale"
perché parti da una definizione tecnicamente erronea di "morale":E' soprattutto DESIDERIO DI COMPRENSIONE. Per me comunque "compassione" è cosa diversa da "morale" e come sai è alla base della dottrina buddista, con delle affinità ma anche delle profonde diversità dal cristianesimo.
tu la intendi come costrutto specifico, laddove si tratta semplicemente della preferenza arbitraria per una cosa, anziché un'altra;
la "compassione" implica necessariamente la non-indifferenza per l'altro, e questo è già un valore morale, una preferenza assoluta, fondata su quel desiderio di comprensione;
se escludessimo un valore morale, questo desiderio e la relativa compassione sarebbero questioni assolutamente indifferenti, come indossare una maglia rossa o gialla, degne di nessuna menzione.
c'� del lardo in Garfagnana
non è questo il punto e non ho scritto che per decidere ho bisogno di sentire qualcun altro;
la questione è che se qualcuno chiama in causa addirittura Dio, mi aspetto - credo lecitamente - che quello abbia da dirmi cose importanti, parli conflitti di coscienza non eludibili su questioni concrete, dove c'è da dire sì o no, e tradurre questi sì o no in comportamenti concludenti; e allora posso considerare quello che mi dice;
ma se quello invoca Dio e non mi dice niente di realmente vincolante o dirimente, l'effetto che produce è quello di comunicarmi il suo stesso disorientamento e angoscia, come se chiedesse al riflesso di sé stesso che vede in me di spiegargli il senso;
magari può anche istillarmi un dubbio, mediante formule paradossali; ma pur sempre riguardanti una stringente casistica concreta di importante rilievo morale in cui mi trovo, o potrei trovarmi;
ma se non mi "investe" in termini oggettivi su questioni concrete - questa cosa che fai non va bene, per questi motivi - diventa una ruota che gira a vuoto e il predicatore appare come il criceto che sgambetta per conto suo; insomma, mi riguarda il giusto...
c'� del lardo in Garfagnana
però, semplicemente, mi aspetto che dei credenti di area culturale cristiana chiamino in causa Dio per far valere posizioni morali e di un certo spessore, importante, argomentandole sul piano morale, perché questa è la funzione precipua di quel Credo e di quel dio, nella nostra storia e cronaca concreta;
almeno su questo converrai, o no ? @ Axe
E allora? Molti lo fanno, vedi Cono come difende il suo dio a colpi di citazioni. Un cattolico più avveduto però non andrà in giro a menare fendenti, si limiterà a parlare in modo sereno della sua fede senza voler convincere nessuno. Ma a te piacciono quelli come Cono?
io non rimprovero nulla a nessuno; ho solo constatato un regresso di intensità morale concreta del discorso religioso, per cui i credenti non dicono nulla di importante e dirimente, realmente impegnativo e stringente - come invece fa il vegano-animalista dell'esempio - e, soprattutto, non argomentano, anche quando in qualche modo alludono ad un contenuto "forte", come il Magistero della Chiesa, quasi si vergognassero nel perorare valori che per loro sono fondamentali e decisivi;
Insomma, fai come Nanni Moretti rispetto al PD: "Dimmi qualcosa di cattolico"
E certo che la MORALE cattolica con tutto il suo seguito si è andata alquanto sfaldando, fai la scoperta dell'acqua calda. Da quel dì che le chiese si tanno svuotando, da quel dì che il potere ecclesiastico non condanna, neppure biasima, si limita a esercitare flebili critiche. Questa è una società che nega sempre più la religione. E proprio per questo qualcuno si avvicina ad una ricerca interiore che possiamo accostare ad un concetto allargato di "spiritualità". Perché io penso che i grandi perché continuiamo a porceli. Ed hai ragione, non è un Bergoglio a poterci dare delle risposte valide. Una Rachele rappresenta assai bene questo momento nel campo cattolico (ma non ho la presunzione di poter pensare che il suo credo sia un po' "annacquato"). E finalmente ci troviamo d'accordo. Ma perché questo fatto alla luce del sole da tempo ti colpisce tanto? Preferivi i duri e puri ratzingeriani? Io non sopporto né gli uni né gli altri.
“Siamo tutti uguali davanti alla legge, ma non davanti agli incaricati di applicarla.”
(S. Lec)
povero Cono... beh, sì;
lui è genuino così, con tutte le ingenuità e le contraddizioni del caso; ma dice delle cose, che - su quegli argomenti prediletti, beninteso - io posso non condividere; ma è un bene che ci sia anche lui e la sua opinione;
l'ho spiegato più volte; dato che è sciocco discutere dei valori nella loro accezione primaria, di preferenza, io mi limito ad osservazioni di marketing e strategia delle idee; solo Arco continua a darmi dell'agente di Satana;Insomma, fai come Nanni Moretti rispetto al PD: "Dimmi qualcosa di cattolico"
E certo che la MORALE cattolica con tutto il suo seguito si è andata alquanto sfaldando, fai la scoperta dell'acqua calda. Da quel dì che le chiese si tanno svuotando,
io sostengo solo che se uno si dice credente ci sono modi e teologie diverse per tenere insieme un discorso solido ed efficace nel rappresentare un qualcosa che in ogni caso è arbitrio, anche per idee non religiose;
ma farei lo stesso per qualsiasi altro sistema di idee; se viene uno che postula una democrazia perfezionista, che lasci liberi anche quelli che vogliono abolire la democrazia, gli pongo obiezioni equivalenti e, invece di S. Paolo, gli cito Karl Popper;
non sottovalutare Ratzi, che è un pensatore raffinatissimo, intelligente e anche sincero, se lo leggi dal suo punto di vista;da quel dì che il potere ecclesiastico non condanna, neppure biasima, si limita a esercitare flebili critiche. Questa è una società che nega sempre più la religione. E proprio per questo qualcuno si avvicina ad una ricerca interiore che possiamo accostare ad un concetto allargato di "spiritualità". Perché io penso che i grandi perché continuiamo a porceli. Ed hai ragione, non è un Bergoglio a poterci dare delle risposte valide. Una Rachele rappresenta assai bene questo momento nel campo cattolico (ma non ho la presunzione di poter pensare che il suo credo sia un po' "annacquato"). E finalmente ci troviamo d'accordo. Ma perché questo fatto alla luce del sole da tempo ti colpisce tanto? Preferivi i duri e puri ratzingeriani? Io non sopporto né gli uni né gli altri.
per risponderti a questo dovrei scrivere i "brevi cenni sull'universo" di Eco
io, per dirla alla buddista, provo una certa compassione per il credente cristiano di area culturale cattolica che sta in mezzo al guado e non sa bene da che parte andare:
la società prodotta dalle Rivoluzioni americana e francese ha introiettato principi cristiani di tipo calvinista, riformato, che poi sono arrivati ad imporsi come prassi sociali anche da noi;
al punto che col Concilio Vat.II° persino la Chiesa cattolica ha ammesso un primato della coscienza, che è il presupposto paolino e luterano, sebbene a denti stretti e con molti dietro-front;
perciò, chi pensa da cattolico "culturale" in una società individualista e liberale spesso manca dell'apparato psico-educativo per nuotare in questo mare e si trova costantemente in una condizione di afflizione, per l'incapacità di collocarsi e collocare i propri valori in un contesto di reale pluralismo morale; ti faccio un esempio di questi giorni:
oggi, Sallusti definisce "eroico" Cappato; qualche giorno fa, la compagna di Sallusti, la Santanché, in tv contestava il diritto che Cappato perora, raccontando la storia di suo padre, che sembrava clinicamente morto, ma poi si è ripreso;
ora, la signora non sarà un'aquila, ma questa è rimozione culturale, perché non è possibili non aver capito la differenza tra staccare la spina - come dice sempre Cono - e l'auto-determinazione del malato terminale e irreversibile, e argomentare di conseguenza;
questo è proprio dovuto a quel deficit culturale cattolico che dicevo, perché nella nostra storia abbiamo saltato a pie' pari tutto il travaglio culturale di due secoli che ha prodotto l sacralità della libertà individuale;
se ci fai caso, le cadute e le ambiguità che si leggono qui sono sempre dovute alla mancanza di quel "pezzo", con un'idea di Bene comune o morale religiosa che rimuove la questione dell'auto-determinazione dell'individuo come presupposto imprescindibile, con l'inevitabile rimando alla decisione di qualcun altro, esplicita o implicita;
è per questo che i credenti - mettiamo Arco da parte - non mi dicono nulla; loro sanno benissimo, o avvertono, che qualsiasi questione di magistero poi va a scontrarsi con quel principio che rimuovono, e si sentono a disagio nell'affrontare le questioni concrete;
ma questa è una condizione infelice, rattrappita; se credi davvero in qualcosa, un'idea, religiosa o meno, dovresti poter andare a testa alta e sostenerla anche dove quella pone sfide molto aspre o impopolari, forte delle tue ragioni; come, appunto, fa il vegano che ti investe, o l'animalista che ti tira le uova marce sulla pelliccia davanti alla Scala, e magari si fa arrestare; o come Cappato;
io trovo un peccato che un patrimonio di idee come quello religioso - che si può condividere o meno, ma ha un suo rilievo storico e morale importante - sia così rattrappito da produrre un formalismo identitario annacquato e folkloristico di massa, oppure questa specie di elusione-rimozione, che produce una sorta di impotenza morale; non ti pare ?
c'� del lardo in Garfagnana