Torniamo a bomba. Cosa è veramente per voi LA PREGHIERA? Dopo di che si può discutere sul fatto se può avere o meno degli effetti. Non sarà che si deve tornare a spiegazioni infantili, tipo "faccio il fioretto di non farmi più le seghe se Gesù Bambino mi farà avere il trenino elettrico".
PREGHIERA
Partiamo dalla radice indoeuropea prach- (che ritroviamo nel sanscrito pracchāti = domandare, chiedere) per giungere al latino prex (genitivo, precis).
In seguito, dal latino popolare precaria, sostantivazione femminile dell’aggettivo precarius = "ottenuto con preghiere", si arriva al provenzale preguiera da cui l'italiano preghiera.
Come si evince dalla sua etimologia, la parola preghiera è strettamente legata all'atto di chiedere, di domandare. Certamente pregare implica, primariamente, mettersi in relazione con la divinità. Tuttavia, non tutte le preghiere sono di pari livello: nella misura in cui si avanzano i propri "desiderata", si spera di piegare la volontà divina alla nostra; raramente, al contrario, si chiede di ricevere la forza di adeguarci noi alla volontà divina ("sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra...") o si prega senza chiedere nulla di particolare, semplicemente appagati di stare misticamente alla presenza del Divino.
https://www.etimoitaliano.it/2018/08/preghiera.html
Ma se la "preghiera" è strettamente legata all'atto del "chiedere" potrà mai avere effetti pratici? Soprattutto se uno chiede per se stesso o persone a lui vicine. Non è forse vero che chiedere che cambino le cose significa non accettare quello che il Signore ci manda? (Parlo per chi crede). E se nella preghiera "non si chiede nulla di particolare", come si possono denotare degli effetti della preghiera stessa?