Originariamente Scritto da
axeUgene
hmmm... forse dovresti domandarti in modo più approfondito il senso di quella che a te è arrivata come "disobbedienza", nella tradizione pretesca, ma di cui i filologi biblici forse potrebbero dire altro; la questione da dirimere sarebbe:
che cosa rappresenta davvero il frutto proibito ?
se è la conoscenza, la conoscenza di che ?
vedi bene che, nel momento in cui sostieni un Adamo fatto ad immagine e somiglianza, e gli imputi la disobbedienza, stai postulando che già prima di ingurgitare quel frutto, quegli esseri fossero già distinti dall'originaria innocenza animale, essendo dotati della facoltà di obbedire o disobbedire, distinguere il bene dal male;
ora, la metafora del frutto a me pare ispirata e pure poetica, nel momento in cui la si voglia interpretare come trasmissione all'essere umano della natura cosciente di Dio, e cioè proprio il momento in cui si realizza quella somiglianza che ci distinguerebbe dal puro istinto animale, potendo distinguere bene e male;
ma in questo caso, e al di là di come obietta Vega, questa azione non potrebbe essere concepita come "disobbedienza", poiché sarebbe stata compiuta nell'incoscienza di bene e male, come si fosse trattato di una coppia di scoiattoli o di lucertole;
quindi: che senso ha postulare che noi saremmo stati fatti simili a Dio, liberi, coscienti del bene e del male, per poi considerare come colpa il risultato di quella libertà concessa da Dio ?
pertanto, la metafora del frutto avrebbe un senso come evento causato da Dio su un essere altrimenti indistinguibile dagli altri animali e innocente;
ma certamente non come "disobbedienza", che deve essere una nozione elaborata successivamente dai preti/stregoni per inchiodare gli umani all'obbedienza nei confronti di quei pretesi vicari;
per cui, il "valore" sarebbe l'obbedienza in sé, che però in effetti è obbedienza a chi, nel momento in cui non è Dio a presentarsi di persona e tutti a prendere atto, ma sono gli stregoni/preti dire: eh, Dio m'ha detto che dovete fare così e cosà , come un bischero qualunque ..?
tu rifletti tanto, cerchi fonti, ma ti incarti come in un solitario di Napoleone, perché non affronti proprio quelle contraddizioni di fondo della narrazione tradizionale a cui sei stato educato; per te quella disobbedienza è un dato, ma poi non regge alla logica.