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Discussione: Pensieri musica e parole....

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  1. #11



    Camminando per una via, vedo di fronte a me un ragazzo che mi pare di conoscere.

    Man mano che ci avviciniamo, il suo viso mi è sempre più famigliare.
    Quando finalmente siamo uno di fronte all'altro, lo riconosco.

    Sono io.

    Rimango perplesso ma non ho dubbi, quel ragazzo sono io da giovane.
    Avrò avuto circa vent'anni e mi riconosco com'ero allora, sereno e gioioso.

    Il ragazzo mi guarda e fa più fatica a riconoscersi. Anzi, non si riconosce affatto.
    Crede si tratti di un signore di mezz'età magari mezzo strampalato e quindi decide di lasciarmi indietro,
    per continuare la sua strada.

    Lo chiamo per nome. Lui si ferma e si gira.

    "Ci conosciamo?" mi domanda, sorpreso.
    "Io ti conosco" gli rispondo... "Tu probabilmente no" continuo.
    "E come fa a conoscermi? mi chiede il ragazzo, incuriosito.

    A quel punto dovrei spiegargli chi sono, ma, prima di continuare mi sorge un dubbio.
    Mi domando infatti come faccio a dirgli che lo conosco senza impressionarlo o addirittura spaventarlo?
    Mi domando pure in quale spazio temporale ci troviamo, il mio o il suo?
    Sono io ad essere nel suo presente o lui nel mio?

    Non posso semplicemente dirgli che io sono lui, solamente più vecchio, non mi crederebbe,
    anzi, probabilmente mi prenderebbe per un invasato.

    Devo trovare qualcosa che ci accomuna, iniziare una conversazione, rompere il ghiaccio.
    "Ti reputi felice?" gli domando, senza trovare un argomento specifico di cui parlare...

    lui mi risponde "Si, credo di esserlo, perché?"

    "Non avevo dubbi. Stai vivendo i migliori anni della tua vita... hai un lavoro, vivi da solo,
    hai una comitiva di amici... anzi, salutami Aramis, Athos e Portos, gli altri moschettieri"
    mi scappa di dire, senza immaginare che forse sono stato troppo incisivo. Ma ormai era
    troppo tardi...

    A queste parole lui fa una smorfia e risponde "Come fa a sapere dei miei amici moschettieri?"
    tradendo una certa sorpresa. Quei nomignoli infatti erano stati una mia invenzione... in quel
    periodo uscivo con tre amici carissimi con i quali avrei condiviso diversi anni e avvenimenti
    davvero coinvolgenti e felici e quindi ci siamo dati ognuno un nome dei moschettieri, dato
    che anche il nostro motto era "Uno per tutti... e tutti per uno".... io naturalmente ero Darthagnan.

    "Sono bravi ragazzi e amici che ti ritroverai per sempre... solamente Aramis ti tradirà, ma
    sarà una debolezza dovuta al suo carattere, ma tu, dopo aver metabolizzato la cosa, lo perdonerai
    e gli rimarrai amico, in fondo è un bravo ragazzo, solamente più timido e impacciato e questo lo
    porterà a provare una certa invidia e gelosia nei tuoi confronti", continuo a dire oramai senza freni inibitori.

    Il ragazzo è perplesso. Considera Aramis il migliore tra i suoi amici, anche se sa delle sue debolezze,
    ma non riesce a capire come faccio io a sapere questi aspetti del suo carattere, dato che non mi ha
    mai visto prima.

    "Athos ti sarà sempre al fianco.... tu magari adesso non lo consideri un grande amico, ma vedrai che
    con il tempo il vostro rapporto si cementificherà sempre di più. Sopportalo quando fa il brontolone...
    è un ragazzo molto sensibile e buono di cuore... se ne approfitteranno, ma tu gli starai sempre vicino."

    Il ragazzo rimane sempre più perplesso ed io in verità avrei dovuto tenere a bada la lingua ma...
    mi fa molta tenerezza. Erano i miei anni migliori, spensierati... la vita mi rideva e da li a poco tutto
    sarebbe cambiato.

    Crescendo infatti, cambiamenti, maturità, responsabilità mi avrebbero in parte cambiato, reso diverso, anche
    se non completamente diverso da com'ero... ma mai più sarei stato colui che stavo guardando adesso.

    Sto per salutarlo, augurandogli ogni bene possibile, senza traumatizzarlo ancora con altre mie uscite a sproposito,
    quando questa volta è lui a farmi una domanda :

    "E di Portos cosa mi dice?" guardandomi dritto negli occhi, come per mettermi alla prova.

    "Di Portos non ti dico nulla, perché tu già sei consapevole che lui è tuo fratello... oggi così come tra trent'anni, perché
    per voi il tempo potrà trascorrere anche senza vedervi, ma quando vi incontrerete, quelle rare volte, sarà come se vi
    foste lasciati il giorno prima e tu questo già lo sai".

    "Adesso l'ho riconosciuta", mi dice il ragazzo, per poi continuare... "Lei è me, solo un pò più grande."
    "Già proprio così, anche se non ero sicuro che mi avresti riconosciuto".
    "La trovo bene, vorrà dire che invecchierò bene..." mi dice con una smorfia d'ironia sul volto.

    "Anche tu stai bene." Gli rispondo di rimando... "Bada però a non fare cazzate... sii coscienzioso"
    "Beh a vederla credo proprio che lo sarò" e mi porge la mano per salutarmi... anch'io gli stringo
    la mano e poi me lo lascio alle spalle.

    Lui ha la sua strada da percorrere.... io la mia... e quindi riprendo a camminare...
    solo che in lontananza vedo un vecchio con un bastone, il quale avanza lentamente, passo dopo passo, a fatica.
    Ad un tratto mi scorge e si dirige proprio versò di me.... e anche lui... ha un viso alquanto famigliare...
    Ultima modifica di bumble-bee; 07-11-2022 alle 20:50
    Bambol utente of the decade

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