Certo che voler discutere la natura di Dio...
Imho un bestemmione.
A chi potreste paragonare Dio
e quale immagine mettergli a confronto?
(Isaia 40; 18)
Certo che voler discutere la natura di Dio...
Imho un bestemmione.
A chi potreste paragonare Dio
e quale immagine mettergli a confronto?
(Isaia 40; 18)
Aut hic aut nullubi
Beh, come cristiano mi attengo a quello che capisco dai vangeli, è un "sentire dentro"; direi che è una sensazione piuttosto che una conferma; Poi, evidentemente, se non si cerca non si trova. Dire che è impossibile conoscere Dio" equivale a non tentare nemmeno.
Isaia, probabilmente si riferiva ai falsi idoli, cioè alle immagini riguardanti Dio, che venivano adorate per le loro forma, ma se ha detto tante cose su Dio evidentemente lo sentiva dentro di sé.
L'infinito non ha né inizio e né fine ma noi ci siamo dentro ugualmente.
Chi ha cercato la forma fisica di Dio probabilmente lo ha paragonato e se stesso.
Ultima modifica di crepuscolo; 22-11-2022 alle 16:17
Se Dio non vuole rivelarci i misteri dell'esistenza e della sua natura, avrà certamente le sue buone ragioni ed è inutile insistere.
semel in anno licet insanire, cotidie melius
La ricerca di Dio mi sembra sia un discorso prettamente personale. Non credo che Dio non voglia in generale rivelarsi quanto piuttosto siamo noi a non volerlo cercare.
A me basta cercarlo nel personaggio Gesù. Con questo non voglio certo dire che deve essere così, ma a me piace farlo.
C'è una bella differenza tra cercare ciò che piace motivando certe sensazioni o certi pensieri, e cercare di imporli. Come dicevo il mio è sicuramente una sensazione, cioè senza leggi e criteri, ma un mettere a nudo il mio intimo, come una personale scoperta
Così è se ci pare e non così è.
Se poi fa star bene psicologicamente tanto di guadagnato.
Ultima modifica di crepuscolo; 22-11-2022 alle 17:21
Sai, dottoressa Pazza, qui é piu' chiaro Parmenide col suo poema in versi, La Natura,
che tanti teologi che stanno a misurare col centimetro quanto é lungo il braccio, il dito di Dio,
e idiozie simili. Ricordo in Luciano di Samosata i Dialoghi dei Morti, lui immagina che Zeus ed Ermes
camuffati si facciano una passeggiatina sulla Terra a vedere se trovino la carita'. Tutti li cacciano, nessu
no li fa entrare, solo due vecchietti Filemone e Bauci si prendono cura di loro e li fanno entrare e sedere.
Per questo saranno ricompensati e vivranno per sempre.
Ma chissà quante volte Dio scende sulla Terra vestito da imprenditore, da sportivo, da fuochista a vedere
che si dice, che si fa, una volta quando disse che nasceva il suo Figlio incarnato mise le fanfare, i pastori
cantavano, gli angeli pure, ma poi basta tutte le altre infinita' di volte che sara' venuto in incognito avra'
visto come si comportavano i proseliti della religione dell'amore, tutti tribunali dell'Inquisizioni, roghi e pen
toloni di olio bollente e i miscredenti dentro a testa in giu'. Si parla del silenzio di Dio, e per forza dopo
tutte queste schifezze viste é andato su un altro pianeta a respirare ossigeno , in tutti i sensi.
Conosci Pascal, no? Certo non era uno sprovveduto quando parlava di "scommessa"....
La scommessa di Pascal riguarda l'esistenza di Dio. Non possiamo sapere se Dio esiste o no però possiamo provare a scommettere. Possiamo scommettere sull'esistenza di Dio e alla fine, se avremo torto, avremo vissuto una vita seguendo i principi della fede per niente. Ma se avremo ragione, ci saremo guadagnati il Paradiso. Possiamo scommettere sulla non esistenza di Dio e allora, se avremo ragione, ci saremo goduti una vita dissoluta senza alcuna conseguenza. Ma se avremo torto, ci saremo persi il Paradiso.
Secondo Pascal è molto più vantaggioso credere all'esistenza di Dio. E Pascal? Credeva solo a causa di questa scommessa? No, Pascal era un uomo di fede. La sua scommessa era un estremo tentativo di convincere gli altri che fosse meglio credere.
amate i vostri nemici
Ahahahahaha non lo so, guarda. E personalmente non ho mai giocato una volta neppure al lotto. Avevo colto l'ironia ma mi hai immediatamente fatto pensare al grande filosofo francese e al suo celebre quesito.
amate i vostri nemici
insomma, Pascal scommette; non sulla virtù che conferirebbe - a lui - quella fede, ma sull'opportunismo di chi non crede;
la tipica sfiducia cattolica: nel genere umano, e in Dio stesso, che non dispenserebbe il dono della fede attraverso un genuino sentimento di giustizia - il categorico kantiano - ma la capacità opportunistica di mercificare la propria "virtù", l'"eventuale" dello stesso Kant, sostanzialmente immorale;
propaganda peggiore alla fede non si può immaginare; infatti, la posizione di Pascal riflette la sconfitta storica del Cattolicesimo del XVII° secolo e l'eclisse di quelle società, Spagna e Italia per prime, ridotte ai margini della storia con popolazioni suddite, e il contemporaneo fiorire delle potenze riformate, Inghilterra, Olanda, Scandinavi e poi gli USA, animate da cittadini liberi.
c'� del lardo in Garfagnana
La scommessa di Pascal è talmente semplice che non c'è religione che tenga, infatti si basa solo sull'aleatorietà dell'esistenza di Dio.
Come alzare una moneta, o testa o croce., e poiché conosceva le probabilità sapeva pure che prima di gettare la moneta c'è il 50% che possa esistere Dio ed il 50% che non possa esistere dato che nessuno può esserne del futuro, caso mai probabile. Quindi come si vede le religioni, cattolica, protestante, ortodossa, ecc. non c'entrano affatto. Si riferiva alle religioni che credono in Dio e basta.
Ma dai "pensieri" che ci ha lasciato sappiamo che anche lui era alla ricerca di Dio per eliminare questa aleatorietà della ragione riguardo il futuro.
Ultima modifica di crepuscolo; 24-11-2022 alle 13:12
Ridurre la filosofia di Pascal alla "scommessa", é come ridurre la relatività generale alla foto della "linguaccia" di Einstein davanti alla lavagna
IMHO
può darsi;
ma il punto è che perseguire per via metafisica un piano di utilità è un pessimo investimento, comprensibile per i tempi e le circostanze sociali;
per quanto raffinata in termini di manipolazione della percezione razionale delle eventualità, nella filosofia di Pascal si rimuove il "prezzo" dell'obbedienza, relegandolo ad una dispensabile superbia dei colti, e a desideri futili degli umili;
il tutto per fare apologia della fede come investimento razionale, verosimilmente nell'intuizione di una rivoluzione sgradita; direi che si è trattato di un calcolo erroneo, visti gli esiti;
a che serve citare le ragioni del "cuore", se poi le si deve surrogare con impianti metafisici che stanno come le foglie in autunno ?
c'� del lardo in Garfagnana