... che poi, costruita con la tecnica del Fachwerk, credo che sia sottoposta a vincolo e quindi non può essere abbattuta per far posto a chicchesia...
... che poi, costruita con la tecnica del Fachwerk, credo che sia sottoposta a vincolo e quindi non può essere abbattuta per far posto a chicchesia...
Aut hic aut nullubi
E poi non sapevo più cosa guardare
e guardai il cielo.
(Italo Calvino, Gli amori difficili)
Aut hic aut nullubi
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
(Eugenio Montale)
Aut hic aut nullubi
Molto belle le ultime due! Dove sono ambientate?
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
La prima sono i resti del monastero cistercense "Himmelpfort" (Porta del Cielo) nel Brandeburgo. Il monastero che curava l’amministrazione e lo sfruttamento di sei villaggi, tre boschi, circa 1700 ettari di terreno, dieci mulini, trentanove laghi dove, tranne per una limitata concessione agli abitanti del villaggio di Lychen, i monaci saranno gli unici ad avere il diritto di pesca, oltre alle attività propriamente curate dai monaci, fra le quali una birreria, venne confiscato con tutte le sue proprietà in seguito alla riforma protestante dal signorotto locale che a sua volta lo cedette per azzerare i debiti accumulati per pagare la truppa e le cortigiane. Oggi é rimasta solo la cappella che si intravede nella foto e la birreria che é in via di ristrutturazione per ospitare un centro culturale e di aggregazione.
La seconda é una scalinata all'interno del castello di Schönhausen (Berlino).
Più che di un castello si tratta di un palazzo reale dalle dimensioni relativamente modeste. Per oltre cinquant'anni venne abitato da Elisabeth Christine von Braunschweig Wolfenbüttel-Bevern, moglie di
Federico secondo "il Grande". Mentre Federico si faceva costruire il castello di Sanssouci a Potsdam che eleggerà a propria residenza (senza la regina) e dove coltiverà al sua passione per la musica e la filosofia, a Schönhausen e nel castello di Berlino (oggi Humboldt Forum), Elisabeth Christina si occuperà degli affari di Stato nonostante le umiliazioni e le insolenze del re , che di grande doveva avere ben poco. Durante il periodo della ex DDR é stato trasformato in casa per gli ospiti di Stato. Qui hanno alloggiato Leonid Brezhnev, Fidel Castro, Hồ Chí Minh, Nikita Chruschtschow, Indira Gandhi, Mikhail Gorbaciov e sua moglie Raisa e molti altri. Oggi é museo.
Aut hic aut nullubi
Molto interessante. grazie!
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Grazie Kanyu.
Il casale é la cappella che rimane di un monastero cistercense (vedi risposta a dark lady) e la piccola costruzione sotto la tettoia ospita due campane. Il monastero si chiamava, forse non a caso, "Porta del Cielo"
Non lo so Regina. Io qualche volta ho dovuto scendere la scala, e anche di corsa. Credo che faccia parte della vita.
Aut hic aut nullubi
Belle foto, complimenti.
La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
Confucio
La civetta
Appollaiata all’angolo del fienile eletto a punto di osservazione, la civetta scruta attenta la campagna circostante.
La notte non è ancora finita e il giorno arriverà a momenti.
È l’ora in cui i topini di campagna e lo scoiattolo abbandonano ogni prudenza e si avventurano sull’aia alla ricerca di un chicco di grano perso dal contadino, un torsolo di mela lasciato da un bambino, la buccia delle patate abbandonate dalla massaia.
È l’ora in cui le lumache escono ad abbeverarsi sugli steli d’erba ricchi di rugiada e qualche biacco striscia alla ricerca di un anfibio incauto, le uova dell’allodola, una vipera novella.
Un movimento leggero nella quiete dell’aurora è sufficiente.
Con un colpo d’ali rapido e silenzioso, la civetta arriva improvvisa e invisibile sulla preda senza lasciare possibili vie d’uscita.
Pochi secondi e il dramma è compiuto. Per qualche motivo oscuro, la superstizione e l’ignoranza interpretano il suo sommesso canto di ringraziamento come un segnale di morte e i bambini accanitamente le danno la caccia, sui solai, i campanili, le vecchie torri di guardia.
È una delle peggiori caratteristiche degli essere umani, quella di dare significati e spiegazioni ad ogni cosa senza sapere nulla.
Nell’anfratto ricavato fra i mattoni delle vecchie mura, la civetta si è già rintanata furba e sazia, al riparo dal mondo servo del frastuono e dell’effimero.
Se la vedano gli altri con la folla e la rabbia, con il giorno è arrivata l’ora dei sogni.
“Morire, dormire.
Dormire, forse sognare.”
K.K.
Aut hic aut nullubi
Mi è piaciuta la storia.
Un breve attimo, trascurato dall'uomo, dove si vive e si muore per sopravvivere,.......e dove accontentarsi è un requisito divino, da favola.
"Ma io non voglio stare tra i matti," disse Alice.
"Oh, non puoi farci niente," disse il gatto. "Qui siamo tutti matti".
Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, 1865
Aut hic aut nullubi