Originariamente Scritto da
doxa
Ciao Rachele, vedo che questo thread langue. Va be, anche se gli “scrivani” latitano te do na mano pe fatte aumenta almeno i lettori.
Mo se famo du chiacchiere, al bar, parlamo der più e der meno”, mentre se magnamo er “cornetto” (= brioche) e se bevemo er cappuccino, però “nun me parlà difficile, se no vado in tilt”, me confonno (= confondo), rimango perplesso.
Me dici che la ricorrenza del Natale è la commemorazione della nascita di Gesù, e va be,
ma quello che non capisco è sta novità che dici: “
ma è anche la festa della natura umana nel suo aspetto corporeo e spirituale che Gesù viene a rappresentare entrando nel mondo. E’ una spiritualità nuova che dà senso alla corporeità. Il ricordo di questa nascita è anche il ricordo della nostra nascita come esseri nuovi”.
Che vor dì ? Come “essere nuovo” mi sembra di essere il dio Pan, protettore della pastorizia, della campagna, delle selve e dei pascoli, compagno di Dioniso e delle ninfe montane. Sbaglio ?
“L’opera di Gesù non è stata una realizzazione, un input a realizzare che continua nei secoli. Da più di duemila anni l’uomo continua a realizzare sull’esempio e con l’aiuto di Gesù secondo le proprie capacità il Regno di Dio”.
Ma prima di Jesus il popolo scelto da Dio, Israele, non realizzava “il regno di Dio” ?
“Il Natale ci fa sperare”, che cosa ?
“ci sono tante gioie nel mondo di cui non ci accorgiamo e che non vengono publicizzate”: quali sono ?
Rachele, sii buona e gentile con me. La prossima volta che scrivi il post, cerca di andare spesso a capo, altrimenti come “vecchio rimbambito” vedo parole “ammucchiate” e mi passa la voglia di leggerle, ma è importante che siano parole del “tuo sacco”.