In "Gesù nel suo santuario" di sorella White:
Mentre Gesù perora la causa di quanti beneficiano della sua grazia, Satana li accusa davanti a Dio come trasgressori. Il grande seduttore ha cercato di inculcare il dubbio e la sfiducia in Dio, di separarli dal suo amore e di spingerli a trasgredire la sua legge. Ora egli sottolinea, passando in rivista la loro esistenza, i difetti del loro carattere, la loro diversità dal Cristo — quelle imperfezioni che hanno disonorato il loro Redentore —, insomma tutti i peccati che hanno commesso, a causa dei suoi inganni; e per tutto questo li reclama come suoi sudditi. Gesù non scusa i loro peccati, ma in virtù del loro pentimento e della loro fede, chiede il loro perdono. Mostrando le sue mani ferite davanti al Padre e agli angeli, dice: "Io li conosco per nome; li ho scolpiti sulle palme delle mie mani". "I sacrifici di Dio sono lo spirito rotto; o Dio, tu non sprezzi il cuore rotto e contrito". (Salmi 51:17)