Citazione Originariamente Scritto da Rachele Giacobi Visualizza Messaggio
C'è chi vede il lavoro come un castigo chi,invece vede la fatica del lavoro un unirsi a Gesù,a cooperare,nel proprio piccolo all'opera di redenzione,come Lui ci chiede,come discepolo che porta la croce ogni giorno nelle sue attività(lavorare nella vigna del Signore) che non solo gli permettono di vivere ma anche di fare del bene,di realizzare i propri talenti,di migliorare il proprio modo di vivere anche divertendosi,di occuparsi della natura.
Gesù rileva nel lavoratore,oltre alla fatica,pazienza,cura per gli animali,accettazione,umiltà ma dice anche che l'uomo ha il diritto alla sua ricompensa quindi a vivere meglio e a godere della sua opera.
Il lavoro diventa il simbolo di come può essere la conquista del Regno dei Cieli e la sua crescita(la rete piena del pescatore,il buon pastore,l'operaio dell'ultima ora..)
Il lavoro però rischia di perdere il suo senso se è fatto solo per se stesso,se crea affanno e mancanza di fede per cui si basa la vita su ciò che si produce,si desidera sempre di più,non si gioisce più oggi per pensare a domani(allora sì che il lavoro è un castigo!)
Hai davvero il dono immenso della sintesi, dolce Rachele: hai riassunto con questo bel pensiero tutta la questione....

Gesù conosceva bene il valore del lavoro e ne parla ripetutamente ai Suoi discepoli. All'inizio della predicazione, molti lo prendevano in giro proprio perché lo conoscevano come "Il carpentiere, il figlio del falegname..."
Il lavoro (e hai detto bene anche qui) non è certo considerato come "punizione", nella Bibbia. Ma come strumento di elevazione e di dignità. Anche ai nostri giorni, quando si toglie il lavoro, a una Persona, lo si ferisce nel profondo. Lo si offende. Lo si priva di una cosa naturale ed essenziale.

Grazie cara. Tvb.