Ad una prima lettura, si potrebbe essere d'accordo su "...un finale migliore..."
....ma....
Intanto, l'amalgama della "storia", con la "cronaca nera quotidiana" non é assiomatico, ma (quanto meno) discutibile.
Anche senza tirare in ballo Metastasio ("Non é ver che sia la morte/ il peggior di tutti i mali/é un sollievo dei mortali /perché cessan di soffrir" citato a memoria) o l'ottimismo delirantedi Cioran ( e dei "tuttorosavedenti" come lui
), il finale fa intuire una dimensione catartica del vissuto dei protagonisti. Certo, catarsi drammaticamente conclusiva, che nello stesso tempo si apre in un futuro aperto a qualunque nuova prospettiva di libertà per i protagonisti e per chi legge. Infatti, il sipario non cala. Ed il seguito si puo' sviluppare su infiniti piani. Un assassino per amore o disperazione che fugge da se stesso...Una suicida per amore o disperazione ed un terrorizzato testimone...Non é la parola fine, ma un prologo. Forse.
O forse, l' Autore ha preso in antipatia i personaggi ed ha deciso di liberarsene.
Vassapé.
Firmato
L'hypercritico letterario






 
			
			
 
			 Originariamente Scritto da LadyHawke
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