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Discussione: Locus amoenus e hortus conclusus

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  1. #30
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    Su gentile richiesta dedico questo post a Conus, monachus infirmarius

    La medicina monastica medievale e rinascimentale si fondava sulla speranza della misericordia divina nella guarigione dei malati, tramite l'intensa preghiera, ma si serviva anche dell'hortus simplicium, che faceva parte dell'hortus conclusus abbaziale o conventuale.

    L'hortus simplicium era diviso geometricamente da aiuole separate e da vialetti, a volte anche coperti da pergole.



    C'era l'area destinata alla coltivazione delle verdure per l’alimentazione dei religiosi (herbaria), un’altra al frutteto (pomaria), quella dedicata agli alberi ornamentali e alle piante floricole,(viridarium), quella riservata alle piante ed erbe medicinali: l’orto dei “semplici” (hortus simplicium).

    Gli speziali dividevano i farmaci in due categorie: simplex et composita, a seconda che fossero naturali o elaborati artificialmente.

    Le più diffuse piante ed erbe curative nell’hortus dei “semplici” erano: Aglio, Basilico, Camomilla, Cumino, Elicriso, Finocchio o finocchietto selvatico, Ginepro, Lavanda, Liquirizia, Maggiorana, Malva, Menta, Origano, Prezzemolo, Rabarbaro, Rosmarino, Salvia, Timo.

    Piante ed erbe venivano sottoposte a vari trattamenti nel laboratorio chiamato “officina”, perciò le piante medicinali vengono anche chiamate piante officinali.

    Foglie, cortecce, radici e fiori venivano essiccati e conservati nell’armarium pigmentariorum (c’erano più armadi, in legno, con sportelli senza vetri, per proteggere i preparati dalla luce), poi macerati nell’alcol o posti in infusione nell’acqua. Successivamente traevano le sostanze per produrre, insieme ad altri prodotti, gli olii essenziali, sciroppi, tisane, creme, unguenti ed altri farmaci, da dispensare ai confratelli e ai malati bisognosi: pellegrini, viandanti, abitanti nella zona.



    L’addetto alla cura dell’orto dei semplici e alla preparazione dei medicinali era il monachus infirmarius, cosiddetto perché vicino l’officina c’era l’infermeria. Egli era erborista, farmacologo, anche “medico” e farmacista.

    Ovviamente con lui c’erano altri religiosi che l’aiutavano, anche nello studio e la catalogazione di piante medicinali, con la collaborazione degli amanuensi e dei miniatori.

    "Horti" o "Hortuli" erano i titoli di libri di medicina monastica diffusi in Italia e in Europa nel Medioevo.



    Nel “Cantico delle creature”, attribuito a Francesco d’Assisi, il santo scrisse: “Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba”.
    Ultima modifica di doxa; 29-06-2023 alle 17:34

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