Nell’arte occidentale, alla fine del XIV secolo, la pittura paesaggistica o di paesaggio cominciò ad essere oggetto di attenzione degli artisti, ma come sfondo, non come tema autonomo.
Dipinti in affresco con paesaggi attribuiti a Giotto sono ad Assisi nella basilica superiore, nel ciclo pittorico con le “Storie di San Francesco” e in quello con le “Storie dell’Antico e Nuovo Testamento”.
Le scene non hanno tutte la stessa qualità esecutiva, furono dipinte da più mani con la supervisione di un protomagister.
Pareti affrescate all’interno della basilica superiore di Assisi
Giotto, San Francesco dona il mantello a un povero, Assisi, Basilica Superiore
In questa scena il paesaggio attrae subito l’attenzione dell’osservatore. E’ evidente che la resa prospettica non è ancora definita: secondo gli studiosi san Francesco, il povero e il cavallo non poggiano i piedi direttamente sul terreno ma restano ‘sospesi’. A me non sembra.
Un’altra interessante scena è quella della “Predica agli uccelli”.
Giotto: San Francesco predica agli uccelli, affresco, 1290 – 1295 circa, Basilica superiore, Assisi
Questo episodio è descritto nella “Legenda maior”: è una biografia di san Francesco d’Assisi scritta da Bonaventura da Bagnoregio: "Andando Francesco dal castello di Cannara verso Bevagna insieme ai confratelli, venne circondato da uno stormo di uccelli. I frati lo videro rivolgersi ai volatili, che lo ascoltavano con attenzione”.
San Francesco è raffigurato con il saio, scalzo, con l’aureola della santità, nell’atto di benedire gli uccelli con la mano destra.
A sinistra un compagno osserva la scena, ambientata in un paesaggio verdeggiante organizzato su due piani. Il primo piano è occupato dai personaggi mentre nel secondo piano sono disposti gli alberi.
Il leggendario episodio è molto amato dalla devozione popolare.
I colori originali dell’affresco sono sbiaditi. In passato l’opera subì danni perché collocata sulla controfacciata ed esposta ad eccessiva umidità proveniente dall’esterno della basilica.