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Risultati da 46 a 60 di 110

Discussione: Paesaggi

  1. #46
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    Nell’arte occidentale, alla fine del XIV secolo, la pittura paesaggistica o di paesaggio cominciò ad essere oggetto di attenzione degli artisti, ma come sfondo, non come tema autonomo.

    Dipinti in affresco con paesaggi attribuiti a Giotto sono ad Assisi nella basilica superiore, nel ciclo pittorico con le “Storie di San Francesco” e in quello con le “Storie dell’Antico e Nuovo Testamento”.

    Le scene non hanno tutte la stessa qualità esecutiva, furono dipinte da più mani con la supervisione di un protomagister.


    Pareti affrescate all’interno della basilica superiore di Assisi



    Giotto, San Francesco dona il mantello a un povero, Assisi, Basilica Superiore

    In questa scena il paesaggio attrae subito l’attenzione dell’osservatore. E’ evidente che la resa prospettica non è ancora definita: secondo gli studiosi san Francesco, il povero e il cavallo non poggiano i piedi direttamente sul terreno ma restano ‘sospesi’. A me non sembra.

    Un’altra interessante scena è quella della “Predica agli uccelli”.


    Giotto: San Francesco predica agli uccelli, affresco, 1290 – 1295 circa, Basilica superiore, Assisi

    Questo episodio è descritto nella “Legenda maior”: è una biografia di san Francesco d’Assisi scritta da Bonaventura da Bagnoregio: "Andando Francesco dal castello di Cannara verso Bevagna insieme ai confratelli, venne circondato da uno stormo di uccelli. I frati lo videro rivolgersi ai volatili, che lo ascoltavano con attenzione”.

    San Francesco è raffigurato con il saio, scalzo, con l’aureola della santità, nell’atto di benedire gli uccelli con la mano destra.

    A sinistra un compagno osserva la scena, ambientata in un paesaggio verdeggiante organizzato su due piani. Il primo piano è occupato dai personaggi mentre nel secondo piano sono disposti gli alberi.

    Il leggendario episodio è molto amato dalla devozione popolare.

    I colori originali dell’affresco sono sbiaditi. In passato l’opera subì danni perché collocata sulla controfacciata ed esposta ad eccessiva umidità proveniente dall’esterno della basilica.
    Ultima modifica di doxa; 04-07-2023 alle 21:52

  2. #47
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Giotto: a volte sembra davvero incredibile che un simile pittore, in carne ed ossa, abbia potuto camminare su questa terra!
    amate i vostri nemici

  3. #48
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    Buongiorno Cono, stamane come colazione spirituale ti offro la visione di due dipinti del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio.

    Le scene mostrano figure in primo piano dedite alla mietitura di cereali e panorami.


    Pieter Bruegel il Vecchio, Mietitura, olio su tavola, 1565, Metropolitan Museum, New York

    Questa opera fa parte della serie “Mesi”, rimasta incompleta: dipinse soltanto cinque tavole.

    La scena raffigura il lavoro e il riposo dei contadini durante la mietitura. Domina il colore giallo degli steli e delle spighe del grano, invece lo sfondo ha tonalità verdastre, grigie o grigio-azzurro come il luminoso cielo.

    In primo piano due contadini tagliano le lunghe spighe di grano con le falci, mentre un terzo attraversa il campo tramite un varco, porta una brocca con l’acqua (il vino ?) e si dirige verso l’albero frondoso dove ci alcuni contadini seduti in terra che mangiano, bevono o riposano.

    Più dietro, a destra, alcune donne legano i covoni e raccolgono le spighe tagliate.

    Tornando sulla sinistra, nel varco in mezzo al campo di grano si vedono altre figure intente a mietere, mentre due uccelli sorvolano il podere.

    In fondo, un carro agricolo carico degli steli di grano, il campanile di una chiesa tra le fronde degli alberi; più a destra ancora persone, un'abitazione rurale, il villaggio, un bacino idrico.

    --------

    Il pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio purtroppo morì nel 1569 in giovane età: aveva circa 40 anni. E’ noto come paesaggista e per le scene di contadini al lavoro.


    Pieter Bruegel il Vecchio, La fienagione, olio su tavola, 1565, Lobkowicz Collections, Praga

    La scena è ambientata nel mese di giugno o luglio, nel tempo della raccolta del grano.

    In primo piano, nell'angolo inferiore sinistro, un uomo seduto sta affilando la falce; al centro, tre ragazze si dirigono verso il sentiero che conduce in basso; poco dietro di loro, a destra, ci sono cinque contadini in fila che camminano, ognuno ha poggiato sulla testa il cesto con le spighe di grano, un altro, col cappello di paglia e la camicia rossa è su un cavallo bianco, con il braccio sinistro regge una cesta porta vivande.

    Nei due grandi cesti in primo piano non riesco a distinguere cosa contengono.

    Tornando sulla sinistra, nella sottostante valle ci sono contadini intenti al taglio e alla raccolta degli steli di grano che caricano su un carro trainato da due cavalli.

    Nello sfondo, sulla collina si vedono alcune case, una chiesa; a sinistra, lo sperone roccioso con un castello su una delle sommità. (Durante, ma la parte sinistra dello sperone non ti sembra una maschera simile a quella dipinta da Joachim Patinir nel “Riposo durante la fuga in Egitto” ?).

    Sulla destra la veduta della vallata traversata da un fiume, un villaggio su una delle colline circostanti.

    I differenti piani sono esaltati dai contrasti coloristici di toni caldi (primo e medio piano) e freddi (sfondo).
    Ultima modifica di doxa; 05-07-2023 alle 21:07

  4. #49
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Scene di vivida normalità! Non conoscevo Bruegel, opere molto belle le sue. Grazie
    amate i vostri nemici

  5. #50
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Nei due grandi cesti in primo piano non riesco a distinguere cosa contengono.
    Baccelli di leguminose verdi e corbezzoli (arbouses) rossi.

  6. #51
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    Buon pomeriggio Doxa. Le pitture di Bruegel il Vecchio hanno la caratteristica del mondo agreste, sembra che desideri cristallizzare determinate realtà di esistenza di fatica e a momenti di gaiezza. Con un minimo di fantasia sembra di partecipare a tale evento. Forse sarà stato l'intento di Bruegel per i posteri? Come periodo temporale ci sembra lontano ciò che riporta il pittore, pensandoci bene circa settanta o ottanta anni fa una popolazione consistente in modo particolare italiana esercitava l'attività contadina simile Interessante da parte di Bruegel che focalizza la sua attenzione sui volti delle persone identificando le espressioni. Doxa dove c'è il costone di roccia di primo acchito osservandolo mi è venuto subito alla mente la pittura di Patinir "riposo durante la fuga in Egitto". Successivamente ho letto la tua attenta osservazione, in effetti riporta una impronta antropomorfa però nella parte destra della roccia più scimmiesca sulla sinistra sembra che ci sia un albero o una persona con le braccia alzate come per farsi notare o salutare, è ovvio la figura che è scura è miniaturizzata rispetto al costone.

  7. #52
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    Ciao Carlino, benvenuto nell'ameno paesaggio...

    Corbezzoli ? Sono maturi nel mese di ottobre. Ho tre piante nel mio giardino. Anche in montagna raggiungono la maturazione in Autunno.

    La scena è ambientata nel mese di giugno. Nei cestini (con frutti rossi) poggiati sul cesto grande ci mettiamo le ciliege o le fragole ?

    Nell'altro cesto grande o.k. per i baccelli, ma quali ? Quel colore marrone non si addice
    Ultima modifica di doxa; 05-07-2023 alle 20:57

  8. #53
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    ...

    Corbezzoli ? Sono maturi nel mese di ottobre. Ho tre piante nel mio giardino. Anche in montagna raggiungono la maturazione in Autunno.

    La scena è ambientata nel mese di giugno. Nei cestini (con frutti rossi) poggiati sul cesto grande ci mettiamo le ciliege o le fragole ?

    Nell'altro cesto grande o.k. per i baccelli, ma quali ? Quel colore marrone non si addice
    secondo me: piselli (o fave e fagioli freschi) e ciliegie.
    Ma potevano avere un'idea i pittori di allora di cosa effettivamente raccogliessero i contadini a giugno? In Olanda poi...
    Visto che viaggiò molto e arrivò anche in Italia magari si riferisce ad una scena che vide nei campi italiani di allora.
    A parte ogni cosa (e a scherzi o battute) il dipinto è bellissimo e il 3d interessante come sempre

  9. #54
    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Baccelli di leguminose verdi e corbezzoli (arbouses) rossi.
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Corbezzoli ? Sono maturi nel mese di ottobre.
    é vero

    Citavo a memoria da una monografia (in francese) . La ricordo perché cercai sul dizionario cosa fosse l'arbouse

  10. #55
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Molto belli questi contributi su Giotto e Bruegel, grazie, Doxa.

  11. #56
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    Kanyu ha scritto
    secondo me: piselli (o fave e fagioli freschi) e ciliegie.
    Sono trascorsi quasi 500 anni da quando Pieter Bruegel il Vecchio nel 1565 dipinse “La fienagione”. Credo che col tempo il colore verde di quei baccelli si sia scurito, perciò gentile Kanyu penso che tu abbia ragione. Nelle due grandi ceste ci sono leguminose, forse fagioli di tipo corallo. A Roma li chiamavano (ancora li definiscono ?) “taccole.


    "fagioli" tipo corallo: non sono fagioli, ma una varietà di fagiolini. Come periodo stagionale ci siamo. In questi giorni li vendono nei supermercati.

    I 6 cestini con frutti rossi poggiati sul secondo grande cesto si può ipotizzare che contengano ciliege.

    Lieto pomeriggio
    Ultima modifica di doxa; 07-07-2023 alle 21:03

  12. #57
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    Un'ultima breve chiosa su Bruegel il Vecchio. Karen Van Mander nei suoi scritti riporta che Bruegel si recò in Italia intorno al1551, si soffermò in alcune città, ma in maniera particolare si intrattenne per un notevole periodo scegliendo da Napoli fino in Sicilia. Nelle sue pitture pur essendo l'Italia la culla del rinascimento ha riportato personaggi del popolo nella loro esistenza agreste, evidenziando il sacro e il profano, tra il faceto, e l'impegnativo e sotto certi aspetti ironico. Questa esperienza italica una volta rientrato nella sua Patria ebbe un certo condizionamento nella sua pittura di ciò che aveva osservato in Italia. Ebbe successo e gli fu richiesto diverse pitture sia da ricchi commercianti sia dall'alto clero, uno per tutti il cardinale Jacques Jonghenlick gli fece richiesta di una commissione di 16 dipinti. Il pittore ebbe una progressiva notorietà. I due figli e il nipote seguirono le sue orme. Venne a mancare nell'anno 1569.

  13. #58
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    Buon pomeriggio Durante. Pieter Bruegel il Vecchio fu attratto dal paesaggio nel meridione durante il suo viaggio in Italia e la reminiscenza l'ha vivificata in alcuni suoi quadri ? Si, la tua ipotesi è condivisibile.

    Approfitto della risposta a te anche per dire che mi sono accorto (fuori tempo massimo per la correzione) di aver commesso un errore.

    Ho sbagliato ad aver inserito nello stesso post due dipinti di Bruegel il Vecchio: il primo dedicato alla mietitura mi ha influenzato ed ho considerato il secondo dipinto (dedicato alla fienagione) come raccolta del grano anziché del fieno. E qui nasce un altro problema.

    Ho scritto: “a destra, ci sono cinque contadini in fila che camminano, ognuno ha poggiato sulla testa il cesto con le spighe di grano”. Ovviamente non sono spighe di grano.

    Cos’altro contengono ? Non lo so !

    Per farmi perdonare offro alla vostra visione un altro quadro dedicato alla fienagione: “Le raccoglitrici di fieno”, realizzato dal pittore francese Camille Pissarro
    Ultima modifica di doxa; 08-07-2023 alle 17:12

  14. #59
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    Anche Pissarro (1830 – 1903) dal 1885 si dedicò alla pittura “impressionista”.


    Camille Pissarro, Le raccoglitrici di fieno, olio su tela, 1889, Kunstmuseum di Basilea.

    Questo dipinto mi lascia perplesso. Ci sono contadine che raccolgono il fieno (o gli steli del grano ?) e lo avvolgono nel telo. Altre che raccolgono il fieno (?) con una sola mano mettendolo nelle ceste. A me sembra che raccolgano le spighe di grano rimaste in terra dopo la mietitura

    Nel passato i mietitori non potevano perdere tempo a raccogliere le spighe cadute sul terreno. Dopo di loro entravano in azione le spigolatrici e gli spigolatori: persone povere che raccoglievano quello che i mietitori lasciavano sul campo. La quantità di grano che riuscivano a raccogliere era esigua. I chicchi di grano che sfuggivano alla loro raccolta diventavano cibo prelibato per numerosi uccelli.

    “Le spigolatrici” mi evocano il bel dipinto realizzato nel 1857 da Jean-François Millet, al quale dedicherò un post. Mi fanno anche ricordare la famosa poesia risorgimentale di Luigi Mercantini titolata “La spigolatrice di Sapri”, dedicata alla spedizione “militare” di Carlo Pisacane nel 1857. Tale spedizione aveva lo scopo di cominciare una insurrezione armata antiborbonica nel Regno delle Due Sicilie.

    segue
    Ultima modifica di doxa; 09-07-2023 alle 15:45

  15. #60
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    Luigi Mercantini nella poesia “La spigolatrice di Sapri”, composta nel 1858, assume il punto di vista di una ragazza, addetta alla spigolatura del grano, che casualmente assiste allo sbarco dei rivoltosi. Lei incontra Pisacane, e tra i due nasce l’infatuazione. La donna parteggia per i cosiddetti “trecento” e li segue in combattimento, ma impotente assiste alla loro uccisione da parte dei contadini locali e delle truppe borboniche.

    Testo della poesia:

    “Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!

    Me ne andavo al mattino a spigolare
    quando ho visto una barca in mezzo al mare:
    era una barca che andava a vapore,
    e alzava una bandiera tricolore.

    All’isola di Ponza si è fermata,
    è stata un poco e poi si è ritornata;
    s’è ritornata ed è venuta a terra;
    sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra.

    Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!

    Sceser con l’armi e a noi non fecer guerra,
    ma s’inchinaron per baciar la terra.
    Ad uno ad uno li guardai nel viso:
    tutti aveano una lagrima e un sorriso.

    Li disser ladri usciti dalle tane,
    ma non portaron via nemmeno un pane;
    e li sentii mandare un solo grido:
    “Siam venuti a morir pel nostro lido”.

    Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!

    Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro
    un giovin camminava innanzi a loro.
    Mi feci ardita, e, presol per la mano,
    gli chiesi: “Dove vai, bel capitano?”.

    Guardommi, e mi rispose: “O mia sorella,
    Vado a morir per la mia patria bella”.
    Io mi sentii tremare tutto il core,
    né potei dirgli: “V’aiuti il Signore!”.

    Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!

    Quel giorno mi scordai di spigolare,
    e dietro a loro mi misi ad andare:
    due volte si scontrâr con li gendarmi,
    e l’una e l’altra li spogliâr dell’armi:
    ma quando fûr della certosa ai muri,
    s’udirono a suonar trombe e tamburi;
    e tra ’l fumo e gli spari e le scintille
    piombaron loro addosso più di mille.

    Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!

    Eran trecento e non voller fuggire,
    parean tre mila e vollero morire;
    ma vollero morir col ferro in mano,
    e avanti a loro correa sangue il piano:
    fin che pugnar vid’io per lor pregai,
    ma a un tratto venni men, né più guardai:
    io non vedea più fra mezzo a loro
    quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro.

    Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!”.



    Statua bronzea dedicata alla “Spigolatrice di Sapri” sullo “scoglio dello Scialandro, a Sapri (prov. di Salerno), golfo di Policastro. Fu collocata il 25 giugno 1994 a circa un chilometro dal porto, verso Maratea.




    Nel mese di settembre del 2021 a Sapri fu collocata un’altra statua bronzea dedicata alla “spigolatrice” di questa località.

    Secondo le detrattrici la statua è una versione sessista della lavoratrice dei campi, addetta alla spigolatura.

    Nella scultura realizzata da Emanuele Stifano è evidente l’abito trasparente, ma questo ha suscitato le ire di alcune femministe che hanno considerato la statua diseducativa e fuorviante perché rappresenta la donna in modo “sessualizzato” anziché capace di autodeterminazione, che sceglie di non andare a lavoro per schierarsi contro l'oppressore.

    Ma chi era la “spigolatrice di Sapri” ? Un personaggio inesistente, ideato dal poeta Luigi Mercantini. Quando scrisse la poesia le spigolatrici erano diffuse in tutta Italia la cui economia era quasi completamente agricola.



    Spesso nel passato le spigolatrici erano considerate “trasgressive”: andare da sole o in compagnia di altre donne nei campi di grano dava occasioni di incontri che altrimenti non sarebbero stati possibili nella società contadina del tempo.

    Nell’Antico Testamento c’è la storia di Ruth la Moabita (vedi Libro di Ruth), vedova che va a spigolare in un campo di grano e finisce con lo sposare il proprietario.

    Quindi, si spiega come nella poesia sui “300” si parli di un incontro con una spigolatrice locale che si rivolge a Carlo Pisacane chiamandolo “Bel Capitano”.
    Ultima modifica di doxa; 08-07-2023 alle 22:32

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