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Discussione: Paesaggi

  1. #61
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    La spigolatrice di Sapri la sapevo ripetere a memoria alle elementari...

    Il figlio di Ruth è il nonno del grande re Davide. A lui Dio promette che la sua discendenza regnerà per sempre su Israele e che da questa discendenza nascerà il Messia. Ruth, la straniera, ha un ruolo speciale ed importante nella storia di Israele e della salvezza: senza di lei non sarebbe nato Davide e quindi neanche il Messia, figlio di Dio. La genealogia che conclude il libro di Ruth viene ripresa e citata tale e quale al versetto 5 del primo capitolo del Vangelo di Matteo.
    amate i vostri nemici

  2. #62
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Luigi Mercantini nella poesia “La spigolatrice di Sapri”, composta nel 1858, assume il punto di vista di una ragazza, addetta alla spigolatura del grano, che casualmente assiste allo sbarco dei rivoltosi. Lei incontra Pisacane, e tra i due nasce l’infatuazione. La donna parteggia per i cosiddetti “trecento” e li segue in combattimento, ma impotente assiste alla loro uccisione da parte dei contadini locali e delle truppe borboniche.

    Testo della poesia:

    “Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!

    Me ne andavo al mattino a spigolare
    quando ho visto una barca in mezzo al mare:
    era una barca che andava a vapore,
    e alzava una bandiera tricolore.

    All’isola di Ponza si è fermata,
    è stata un poco e poi si è ritornata;
    s’è ritornata ed è venuta a terra;
    sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra.

    Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!

    Sceser con l’armi e a noi non fecer guerra,
    ma s’inchinaron per baciar la terra.
    Ad uno ad uno li guardai nel viso:
    tutti aveano una lagrima e un sorriso.

    Li disser ladri usciti dalle tane,
    ma non portaron via nemmeno un pane;
    e li sentii mandare un solo grido:
    “Siam venuti a morir pel nostro lido”.

    Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!

    Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro
    un giovin camminava innanzi a loro.
    Mi feci ardita, e, presol per la mano,
    gli chiesi: “Dove vai, bel capitano?”.

    Guardommi, e mi rispose: “O mia sorella,
    Vado a morir per la mia patria bella”.
    Io mi sentii tremare tutto il core,
    né potei dirgli: “V’aiuti il Signore!”.

    Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!

    Quel giorno mi scordai di spigolare,
    e dietro a loro mi misi ad andare:
    due volte si scontrâr con li gendarmi,
    e l’una e l’altra li spogliâr dell’armi:
    ma quando fûr della certosa ai muri,
    s’udirono a suonar trombe e tamburi;
    e tra ’l fumo e gli spari e le scintille
    piombaron loro addosso più di mille.

    Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!

    Eran trecento e non voller fuggire,
    parean tre mila e vollero morire;
    ma vollero morir col ferro in mano,
    e avanti a loro correa sangue il piano:
    fin che pugnar vid’io per lor pregai,
    ma a un tratto venni men, né più guardai:
    io non vedea più fra mezzo a loro
    quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro.

    Eran trecento, eran giovani e forti,
    e sono morti!”.



    Statua bronzea dedicata alla “Spigolatrice di Sapri” sullo “scoglio dello Scialandro, a Sapri (prov. di Salerno), golfo di Policastro. Fu collocata il 25 giugno 1994 a circa un chilometro dal porto, verso Maratea.




    Nel mese di settembre del 2021 a Sapri fu collocata un’altra statua bronzea dedicata alla “spigolatrice” di questa località.

    Secondo le detrattrici la statua è una versione sessista della lavoratrice dei campi, addetta alla spigolatura.

    Nella scultura realizzata da Emanuele Stifano è evidente l’abito trasparente, ma questo ha suscitato le ire di alcune femministe che hanno considerato la statua diseducativa e fuorviante perché rappresenta la donna in modo “sessualizzato” anziché capace di autodeterminazione, che sceglie di non andare a lavoro per schierarsi contro l'oppressore.

    Ma chi era la “spigolatrice di Sapri” ? Un personaggio inesistente, ideato dal poeta Luigi Mercantini. Quando scrisse la poesia le spigolatrici erano diffuse in tutta Italia la cui economia era quasi completamente agricola.



    Spesso nel passato le spigolatrici erano considerate “trasgressive”: andare da sole o in compagnia di altre donne nei campi di grano dava occasioni di incontri che altrimenti non sarebbero stati possibili nella società contadina del tempo.

    Nell’Antico Testamento c’è la storia di Ruth la Moabita (vedi Libro di Ruth), vedova che va a spigolare in un campo di grano e finisce con lo sposare il proprietario.

    Quindi, si spiega come nella poesia sui “300” si parli di un incontro con una spigolatrice locale che si rivolge a Carlo Pisacane chiamandolo “Bel Capitano”.
    E' bello leggerti perchè mi fai scoprire cose di cui non sapevo assolutamente nulla. Ottimo come sempre amico Doxa

  3. #63
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    Caro Cono, a proposito della tua antica “pro-zia” Rut, adesso te la mostro mentre “spigolava” in un ambiente collinare con sfondo montano, così rimango in tema.

    Il dipinto fu realizzato nel 1828 dal pittore tedesco Julius Schnorr von Carolsfeld (1794 – 1872).


    Julius Schnorr von Carolsfeld, Rut nel campo di Booz, olio su tela, 1828, National Gallery, Londra.

    Nel campo di grano di Booz alcune donne stanno “spigolando” (raccolta del grano rimasto in terra dopo la mietitura), fra queste c’è Rut, immaginata dal pittore mentre conversa con il proprietario.

    Rut e Booz si sposarono e da loro ebbe origine la famosa discendenza: il re Davide ed anche Giuseppe, il padre putativo di Gesù di Nazaret.

    Il quadro fu dipinto a Monaco di Baviera, sulla base di disegni che Schnorr von Carolsfeld aveva realizzato alcuni anni prima durante il suo decennale soggiorno in Italia. Era un pittore che emergeva nel gruppo di artisti tedeschi e austriaci chiamati i “Nazareni”, attivi a Roma all’inizio del XIX secolo. Essi rifiutavano nella pittura il “classicismo accademico”. Volevano l’arte rinnovata su basi religiose e patriottiche, stilisticamente arcaicizzante.

    Tornando alla principessa moabita Rut, rimasta vedova del figlio di Elimelech, un ricco mercante ebreo trasferitosi con la famiglia a Moab per scampare ad una carestia in Israele, dopo la morte di questo e dei figli, la moglie Naomi, suocera di Rut, decise di tornare in Israele, nonostante l’incerto futuro, ma pronta ad affrontare povertà e difficoltà.

    Rut preferì lasciare la sua agiata famiglia di origine per rimanere con la suocera: "Dovunque andrai, io andrò; dovunque dormirai, io dormirò; it tuo popolo è il mio popolo e il tuo Dio è il mio Dio": queste furono le parole di Rut alla suocera.

    Le due donne si stabilirono a Betlemme (circa 6 km da Gerusalemme), ma la loro vita era economicamente precaria, si adattavano a fare vari lavori, anche le spigolatrici sui campi di grano, raccogliendo le spighe cadute o lasciate dai mietitori.

    La legge ebraica imponeva questo atto di carità nei confronti dei poveri: “Quando mieterai la messe della vostra terra, non mieterai fino al margine del campo e non raccoglierai ciò che resta da spigolare del tuo raccolto; lo lascerai per il povero e per il forestiero” (Levitico 23,22).

    E come preannunciato da Cono, dall'unione di Booz con Rut unione nacque Obed, che diverrà il nonno del re Davide!

  4. #64
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Perfetto!
    In verità si tratta di un quadro molto bello. E nuovamente confesso la mia ignoranza: non conoscevo il pittore tedesco.
    amate i vostri nemici

  5. #65
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    Camille Pissarro, La raccolta del fieno, olio su tela, 1882, The National Museum of Western Art, Tokyo.

    Restiamo nel mondo rurale, con quest'altro interessante dipinto realizzato da Pissarro.

    Sulla sinistra e centro della scena ci sono 8 contadini, quattro donne e quattro uomini intenti a formare covoni di grano.

    La donna in primo piano, con il cappello con strisce rosse, è quella che per prima attrae lo sguardo dell’osservatore.

    Prospetticamente più lontano si vedono case nei pressi e sul rilievo collinare con alberi; un altro edificio si vede in lontananza al limite della zona pianeggiante; sulla destra, dopo l’uomo isolato che unisce i covoni, c’è un cavallo col manto bianco staccato dal carro, poi altri alberi.
    Ultima modifica di doxa; 14-07-2023 alle 18:26

  6. #66
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Caro Cono, a proposito della tua antica “pro-zia” Rut, adesso te la mostro mentre “spigolava” in un ambiente collinare con sfondo montano, così rimango in tema.

    Il dipinto fu realizzato nel 1828 dal pittore tedesco Julius Schnorr von Carolsfeld (1794 – 1872).


    Julius Schnorr von Carolsfeld, Rut nel campo di Booz, olio su tela, 1828, National Gallery, Londra.

    Nel campo di grano di Booz alcune donne stanno “spigolando” (raccolta del grano rimasto in terra dopo la mietitura), fra queste c’è Rut, immaginata dal pittore mentre conversa con il proprietario.

    Rut e Booz si sposarono e da loro ebbe origine la famosa discendenza: il re Davide ed anche Giuseppe, il padre putativo di Gesù di Nazaret.

    Il quadro fu dipinto a Monaco di Baviera, sulla base di disegni che Schnorr von Carolsfeld aveva realizzato alcuni anni prima durante il suo decennale soggiorno in Italia. Era un pittore che emergeva nel gruppo di artisti tedeschi e austriaci chiamati i “Nazareni”, attivi a Roma all’inizio del XIX secolo. Essi rifiutavano nella pittura il “classicismo accademico”. Volevano l’arte rinnovata su basi religiose e patriottiche, stilisticamente arcaicizzante.

    Tornando alla principessa moabita Rut, rimasta vedova del figlio di Elimelech, un ricco mercante ebreo trasferitosi con la famiglia a Moab per scampare ad una carestia in Israele, dopo la morte di questo e dei figli, la moglie Naomi, suocera di Rut, decise di tornare in Israele, nonostante l’incerto futuro, ma pronta ad affrontare povertà e difficoltà.

    Rut preferì lasciare la sua agiata famiglia di origine per rimanere con la suocera: "Dovunque andrai, io andrò; dovunque dormirai, io dormirò; it tuo popolo è il mio popolo e il tuo Dio è il mio Dio": queste furono le parole di Rut alla suocera.

    Le due donne si stabilirono a Betlemme (circa 6 km da Gerusalemme), ma la loro vita era economicamente precaria, si adattavano a fare vari lavori, anche le spigolatrici sui campi di grano, raccogliendo le spighe cadute o lasciate dai mietitori.

    La legge ebraica imponeva questo atto di carità nei confronti dei poveri: “Quando mieterai la messe della vostra terra, non mieterai fino al margine del campo e non raccoglierai ciò che resta da spigolare del tuo raccolto; lo lascerai per il povero e per il forestiero” (Levitico 23,22).

    E come preannunciato da Cono, dall'unione di Booz con Rut unione nacque Obed, che diverrà il nonno del re Davide!
    Nel Libro di Rut non c'è scritto , dove dormirai anch'io dormirò, ma dove ti fermerai anch'io mi fermerò. Il rosso te lo sei messo da solo. .. Qualche anno fa, penso 3/4 anni fa ho fatto anch'io un lavoro su Rut la Moabita, stara' in archivio.

  7. #67
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    Io il colore rosso lo metto dove e quando voglio. Non devo rendere conto a te di quel che faccio.

    La mia fonte dice "dovunque dormirai io dormirò" se la tua fonte dice diversamente, trova qual è la versione giusta anziché, come al solito, correggere il compito altrui, specie a chi non desidera dialogare con te

    Ma tu insisti

    Non esagerare ! Non superare il filo rosso !
    Ultima modifica di doxa; 15-07-2023 alle 18:49

  8. #68
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    Camille Pissarro, La raccolta di fieno a Montfoucault, olio su tela, 1876, Musée d'Orsay, Parigi

    Montfoucault al tempo di Pissarro era un villaggio nei pressi di Lassay-les-Châteaux, nel nord della Francia, non lontana da Le Mans.

    In questo dipinto prevalgono i colori giallo e verde.

    Il cielo è quasi coperto da nubi bianche.

    I contadini sono sei: tre donne e tre uomini.

    In primo piano, sulla sinistra un alto albero, un pagliaio, tre contadine con le tipiche cuffie bianche intente a rastrellare il fieno.

    Dietro la raccoglitrice al centro delle tre c’è un altro pagliaio.

    Sulla destra si vede un uomo alla guida del carro carico di fieno trainato da due cavalli bianchi, un altro uomo è vicino ai cavalli un altro ancora è sul retro del carro agricolo.

    Sullo sfondo la collina boscosa con alcune case.
    Ultima modifica di doxa; 15-07-2023 alle 18:43

  9. #69
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Citazione Originariamente Scritto da Kanyu Visualizza Messaggio
    E' bello leggerti perchè mi fai scoprire cose di cui non sapevo assolutamente nulla. Ottimo come sempre amico Doxa
    Concordo! E' sempre un piacere leggerti, qualunque cosa tu posti, poi io adoro sia l'arte che la letteratura!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

    La regina del sud sorgerà nel giudizio. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone (Matteo 12:42)

  10. #70
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    Mia amata, sempre gentile e consolante regina d'Autunno, stamane a te e Kanyu offro un altro Pissarro, l’ultimo.

    Domani spero di farvi fare colazione mostrandovi un paesaggio di van Gogh.

    Credi che sia sbagliato se penso che questo topic è simile al topic di King Kong nel quale espone le sue belle fotografie con i commenti letterari ?

    Le sue immagini sono d’autore, cioè sue, le mie sono di “seconda mano”, mi limito alla loro descrizione, all’iconografia.

    Quello di King è un hobby creativo, il mio è parassitario, ma ugualmente piacevole.

    Ora ti mostro il dipinto del pittore francese Pissarro.


    Camille Pissarro, “La raccolta del fieno in Éragny”, olio su tela, 1901, National Gallery of Canada, Ottawa.

    Éragny è un Comune francese a circa 30 km da Parigi.

    Questo dipinto è uno degli ultimi lavori realizzati da Pissarro prima della sua morte, avvenuta nel 1903.

    In primo piano ci sono cinque donne.

    Le prime due sulla sinistra indossano il cappello di paglia;

    la prima ragazza sulla sinistra e l’ultima sulla destra sono in atteggiamento di riposo. La prima ha le mani sul rastrello, l’ultima è poggiata ad un albero ed ha la mano sinistra sul fianco;

    soltanto due contadine lavorano per ammucchiare il fieno: la seconda e la quarta. E’ visibile il parallelismo dei gesti delle due donne ai lati della figura centrale. Entrambe sono raffigurate mentre compiono la stessa azione con i medesimi movimenti: la schiena curva, il braccio destro che impugna il bastone del forcone (o rastrello) è verso l’alto, il braccio sinistro è in basso;

    la donna al centro della scena si sta mettendo (o togliendo ?) la giacca.

    La prospettiva è resa dalle figure sempre più piccole e più indistinte, man mano ci si allontana dal primo piano: un contadino, visto dal retro, sta falciando; più in fondo, un uomo e una donna stanno dialogando.

    I colori dominanti sono il giallo del campo di fieno, il verde dei frondosi alberi, l’azzurro di alcuni abiti.

    I colori diventano meno intensi con l’aumentare della distanza e la diminuzione del contrasto delle tonalità. Infatti il contrasto tra luce e ombra degli alberi in primo piano è quasi assente negli alberi distanti.

  11. #71
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    Buongiorno doxa e un saluto agli utenti che seguono le immagini che proponi con le dovute spiegazioni. Le illustrazioni sia della mietitura che il radunare del fieno da parte di agricoltori considerando il periodo erano prevalentemente mezzadri, perché uso questo sostantivo. Il faticoso lavoro sia dei piccoli proprietari per chi lavorava a mezzadria era paritetico, con la differenza colui che doveva dividere i vari raccolti con il tenutario al 50% o in base alle quote stabilite cercava di combinare piccole astuzie o meglio minuzie per incrementare la sussistenza della propria famiglia. A differenza del proprietario del fondo che non doveva rendere conto a nessuno si ingegnava di migliorare la produzione per poi avvantaggiarsi nella vendita della mercanzia. La fatica e il sacrificio di entrambe realtà erano particolarmente consistenti. Le pitture in se stesse deliziano l'occhio e lo spirito ma fondamentalmente all'interno l sua tematica sussistono piccole e grandi tribolazioni.

  12. #72
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    Io il colore rosso lo metto dove e quando voglio. Non devo rendere conto a te di quel che faccio.

    La mia fonte dice "dovunque dormirai io dormirò" se la tua fonte dice diversamente, trova qual è la versione giusta anziché, come al solito, correggere il compito altrui, specie a chi non desidera dialogare con te

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    Illustrissimo, quando scrivo scrivo per tutti, non sei costretto
    a leggermi con la pistola alla tempia, hai cancellato che facevi la
    spia alle moderatrici perché non ti applaudo come Conogelato?
    Innanzitutto di Bibbie ne ho tante, anche una Bibbia ebraica alta così
    con spiegazioni in greco, uando tu ti trastullavi c'erano molte
    persone che preparavano la tesi e poi andavano all'Universita' Late
    ranense qua dietro per vedere che si dicesse di Teologia, molti studenti di Me
    dicina e chirurghi anche.Finché ho potuto sono andata poi tesi, esame di stato etc mi hanno preso molto tempo.
    Ebbene il Libro di Rut é famoso perché vi sono le parole che si scambiano gli sposi sotto il Baldacchino
    davanti al rabbino prima di sposarsi. Poi esiste sul web tutta la Tanakh con traduzione inglese sotto, non cìè sleep, te lo sei inventato,
    ci prendi per una manica di ignoranti ma non é così. Io scrivo dove mi pare, se ti faccio vomitare, vomita pure. Statti bene.

  13. #73
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Ti aspetto alla colazione da Van Gogh Doxa, e ti ringrazio sia per il bellissimo quadro di Pissarro che per l'invito! Ciao
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    La regina del sud sorgerà nel giudizio. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone (Matteo 12:42)

  14. #74
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    Buongiorno beneamata regina, come d’accordo stamane oltre al virtuale caffè ti offro come pasticcino un noto dipinto di Vincent van Gogh.

    Buongiorno anche a te Durante, sono numerosi i letterati e i pittori che con le loro opere ci hanno raccontato il faticoso lavoro dei contadini.

    Forse sai che van Gogh prima di diventare pittore preferì seguire il lavoro religioso paterno: pastore protestante.

    Vincent trascorse alcuni mesi tra i minatori poi rivolse la sua attenzione ai poveri e ai diseredati.

    Quando decise di dedicarsi alla pittura, scelse di dare dignità artistica alla vita austera e al lavoro dei contadini.

    Tornando al tema, nei precedenti post ho descritto alcuni paesaggi realizzati da Camille Pissarro. Questo pittore tra il 1886 e il 1887 impartì lezioni sull’uso del colore all’olandese Vincent van Gogh (1853 – 1890), purtroppo morto in giovane età: 37 anni !.

    Nel febbraio del 1888 Vincent si trasferì ad Arles, in Provenza, per dedicarsi alla raffigurazione dei suoi soggetti preferiti: paesaggi, nature morte di fiori, alberi di cipresso, campi di girasole o di grano.

    Un bell’esempio paesaggistico è il suo dipinto titolato: “Il raccolto”


    Vincent van Gogh, Il raccolto, olio su tela, 1888, Van Gogh Museum, Amsterdam

    Questo dipinto raffigura la campagna di Arles, in Provenza, dove Vincent trascorse due anni, dal 1888 al 1890. Artisticamente furono per lui molto prolifici: dipinse centinaia di quadri per trasferire su tela la bellezza paesaggistica della zona.

    “Il raccolto” lo realizzò nel giugno del 1888 dopo alcuni disegni preparatori.

    In questo dipinto ci sono elementi del paesaggio che permettono di individuare la zona.

    In alto, sulla sinistra, l'Abbazia di Montmajour, con la torre di vedetta del XIV secolo.

    Sullo sfondo, la piccola catena montuosa delle Alpilles, estrema propaggine delle Alpi nella bassa valle del Rodano.

    Il cielo è sereno, i contadini sono al lavoro.

    La disposizione delle varie tonalità del colore giallo permette di individuare il susseguirsi dei campi di grano nella pianura.

    In primo piano c’è il grano maturo da mietere, il recinto del piccolo podere alberato entro il quale si vede un cavallo morello (= mantello equino nero) con sottosella bianco, intento a brucare l'erba.

    Al di là dello steccato, sulla sinistra, il pagliaio con addossate due scale, covoni di grano in terra, un contadino con la camicia azzurra intento al lavoro, un carro agricolo con le sponde azzurrognole e un carrello di tonalità marrone.

    Sulla destra, verso l’alto, un edificio bianco, alcuni alberi, un uomo su un carro agricolo trainato da un cavallo, col manto scuro.

    Più al centro un altro uomo su un carro agricolo trainato da un cavallo col manto bianco.

    Due contadini percorrono il sentiero davanti i due bianchi edifici rurali.

    I colori prevalenti nella tela: il giallo del grano, il verde degli alberi e il blu del cielo.
    Ultima modifica di doxa; 17-07-2023 alle 13:46

  15. #75
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Meraviglioso! Ciò che ha seminato da vivo, Van Gogh lo ha raccolto da morto....
    Mi spiace tanto la diatriba fra Doxa e Fiammetta, due intellettuali di spessore. Non siamo certo adolescenti che vanno in cerca di applausi e like, la cosa mi stupisce e mi rattrista. Su Rut, ciò che conta è il messaggio trasmesso. Aldilà dell'esatta traduzione.
    amate i vostri nemici

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