Originariamente Scritto da
follemente
Il mio gatto è diventato cieco. Sbatte contro la porta, contro le sedie, inciampa negli scalini, gli devo mettere sotto il naso il cibo che annusa volentieri, ma che non vede, lo devo proprio imboccare.
Non so quanti anni possa avere, sicuramente più di diciotto.
Me l’ ha portato, già grande di qualche anno, una mia amica, solo per la villeggiatura, mentre lei era andata per alcune settimane in vacanza in India. Ma, al suo ritorno, lui scappò da lei, che voleva accarezzarlo, in quanto lei non l’aveva seguito ed era stata sempre in giro, lasciandolo spesso affamato fuori di casa , mentre Red (il nome non è casuale, ha il manto rosso tigrato ed anche gli occhi verdi) aveva bisogno di una casa, di persone che si prendessero cura di lui, gli dessero da mangiare più volte al giorno e magari la sera lo coccolassero in grembo sul divano, mentre lui faceva le fusa.
Così è rimasto da noi.
Sempre affettivamente indipendente: di giorno dorme su qualche letto o sull’erba del giardino, in ombra, e la sera sul divano.
Di solito la notte era di suo dominio: voleva sempre uscire e rincasava al mattino ed io non ho la più pallida idea di dove gironzolasse, ma sono già passati dei mesi in cui non lo fa più.
Col cane ha avuto sempre un rapporto conflittuale, riuscendo ad imporsi su di lui, graffiandolo anche all’occorrenza e sostanzialmente mantenendo le distanze, sebbene l’altro avesse voluto socializzare più volte, com’è nella natura dei cani.
Anche quando ambedue si attendono una porzione di sardoni o di ali di pollo, non disdegnando la lisca di un S. Pietro o di un’orata, uno sta da una parte del tavolo ed il micio sulla panca, il primo guaendo ed agitandosi, l’altro miagolando.
Temo sia alla fine dei suoi giorni: io cerco di farglieli vivere nel migliore dei modi.
Allegato 34970