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Sapienza e filosofia

Raffaello Sanzio, Scuola di Atene, affresco parietale, 1509 - 1511, Stanza della Segnatura, Musei Vaticani, Città del Vaticano
I soggetti rappresentati all’interno della composizione di Raffaello Sanzio sono celebri filosofi e matematici dell'antichità. Le figure sono disposte su due piani, separati da una larga scalinata che attraversa l'intera scena.
La coppia centrale di figure che conversano è identificata in Platone e Aristotele, attorno ai quali si trovano numerosi altri pensatori.
Secondo il filosofo Platone la sapienza allude alla conoscenza razionale ed equilibrata, la prudenza nel distinguere il bene dal male, il lecito e l’illecito, l’utile e il dannoso.
La sapienza indica il possesso della perfezione spirituale, la stessa che nella saggezza (in greco antico phronesis) costituisce il fondamento per il comportamento morale e l’azione pratica.
Connesso a phronesis è sophrosyne, indica il comportamento moderato che caratterizza la saggezza.
Il filosofo Aristotele nell’Etica Nicomachea definisce la saggezza come “una disposizione vera, accompagnata da ragionamento, che dirige l’agire e concerne le cose che per l’uomo sono buone e cattive”.
La saggezza, usata spesso come sinonimo di sapienza, è connessa all'esperienza, perciò ha come oggetto l’individuo, realtà imperfetta e mutevole.
La distinzione tra sapienza e saggezza permette di evitare la confusione fra teoria e pratica.
Nella filosofia Scolastica Tommaso d’Aquino si rifà alla definizione di Aristotele, intende la sapienza come virtù conoscitiva attraverso la grazia donata da Dio agli uomini: essi possono conoscere quelle verità alle quali prima potevano accostarsi soltanto per fede.
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Ultima modifica di doxa; 19-11-2023 alle 18:38
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