Magari sono risposte che non ci saranno mai. Tappare per forza il buco posso capire aiuti a livello personale ma oltre questa sfera ha poco senso se si vuole una risposta, acquisire una conoscenza.
Cono per la mostra organizzati come meglio credi se ti incuriosisce vederla, se stai dietro a me la perdi, io non so quando e se dovessi andare con gli astrofili è sicuramente nel fine settimana.
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
Il testo, cono, il testo completo e non una frasetta rimasticata avulsa dal suo contesto.
Ti ho detto, chiaramente, che esistenze iperuraniche o meno non sono oggetto del mio post. Il mio post ti dice che hai citato a sproposito una frasetta (manipolata ed inesistente) di Voltaire. Tratta (se ti sei preso la briga di leggere) da un brano che arriva a conclusioni diametralmente opposte alle tue.
Solo questo, in sintesi: copincolla quanto vuoi, ma attiva un minimo di senso critico. E non "arruolare" di forza chi non la pensa come te.
Fatica sprecata. Lo so.
Ahhh peccato, sarà per un'altra volta allora.
Il professor Galluzzi è una garanzia, lo conoscemmo quando venne a Vinci nel 2019 per i 500 anni dalla morte di Leonardo.
Non credo si tratti di tappare un buco, quanto di osservare, studiare, contemplare l'Universo e poi farsi un'opinione. Da sempre l'Uomo cerca questo: dare risposta al perché dell'esistenza. Sia esso credente o non credente. Si chiami esso Francesco d'Assisi ("Laudato si' mi Signore per tutto ciò che esiste!") o Immanuel Kant ("Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me")
amate i vostri nemici
Se osservi e studi non è che puoi girarla come ti pare. Capisco che si possa essere portati a pensare che l'universo sia opera di qualcuno. Però sia un creatore che un senso sono dei tappabuchi perché non c'è certezza e prova. Difatti usi la parola opinione.
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
Sì tanta meraviglia ma oserei quante mostruosità ... buchi neri di massa miliardi di volte il sole che fagocitano intere galassie ... esplosioni (inevitabile) di stelle che se viste nell'ambito de La via Lattea illuminerebbero il cielo a giorno (supernovae) ... quasi ogni settimana le immagioni dei telescopi satellitari (Hubble) mostrano novità incredibili che mettono continuamente in crisi le ultime teorie scientifiche ... un universo caotico ... un astrofisico (Paolo Maffei) ha scritto il libro intitolato "i mostri del cielo" ... insomma un universo probito dove la meraviglia di cono si trasforma in sgomento ... vuole così il tuo Dio sbatterci in un insignificante granello di polvere in una terra vulcanica?
Ultima modifica di gillian; 10-01-2024 alle 17:28
sono modesto e me ne vanto!
Gil
Dato che qui siamo in "Scienza etc" e si parla di tuttaltro
Ho resistito finché ho potuto.
Basta, con le citazioni a bovino lattiero.
E mettiamo una buona volta questa citazione nel suo contesto. E leggiamolo tutto.
E' tratta dalla conclusione de "La critica della Region Pratica" . Ed é scritta sulla sua lapide (non da Kant , che era defunto).
Immanuel Kant – Critica della ragion pratica
https://nowxhere.files.wordpress.com...-ragprat-2.pdf
CONCLUSIONE
Due cose riempiono l'animo di ammirazione e di reverenza sempre nuove e crescenti,
quanto più spesso e più a lungo il pensiero vi si ferma su: “il cielo stellato sopra di me e la
legge morale in me”. Queste due cose, non ho da cercarle fuori della portata della mia vista,
avvolte in oscurità, e nel trascendente; né devo, semplicemente, presumerle: le vedo
davanti a me, e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima
comincia dal luogo, che occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in
cui mi trovo a grandezze immensurabili, con mondi sopra mondi, e sistemi di sistemi; e,
oltre a ciò, ai tempi senza confine del loro movimento periodico, del loro inizio e del loro
durare. La seconda parte dal mio Io invisibile, dalla mia personalità; e mi rappresenta in
un mondo che ha un'infinità vera, ma è percepibile solo dall'intelletto, e con il quale (ma,
perciò, anche al tempo stesso con tutti quei mondi visibili) mi riconosco in una
connessione non semplicemente accidentale, come nel primo caso, bensì universale e
necessaria. La prima veduta, di un insieme innumerabile di mondi, annienta, per così dire,
la mia importanza di “creatura animale”, che dovrà restituire la materia di cui è fatta al
pianeta (un semplice punto nell'universo), dopo essere stata dotata per breve tempo (non
si sa come) di forza vitale. La seconda, al contrario, innalza infinitamente il mio valore,
come valore di una “intelligenza”, in grazia della mia personalità, in cui la legge morale mi
rivela una vita indipendente dall'animalità, e perfino dall'intero mondo sensibile: almeno
per quel che si può desumere dalla destinazione finale della mia esistenza in virtù di questa
legge; la quale destinazione non è limitata alle condizioni e ai confini di questa vita, ma va
all'infinito.
Se non che, ammirazione e rispetto possono, bensì, stimolare l'indagine e la riflessione, ma
non colmare le lacune. Che cosa si ha da fare, ora, per istituire tale indagine in modo utile e
confacente alla sublimità dell'oggetto? Qui vi sono esempli che possono servire da
ammonimento, ma anche da modello. L'osservazione del mondo cominciò dal più
splendido spettacolo che i sensi umani potessero presentare, e che il nostro intelletto
potesse riuscire a seguire nella sua estensione: e finì nell'astrologia. La morale cominciò
con la proprietà più nobile dell'umana natura, il cui sviluppo e la cui cultura promettono
benefici senza fini: e fini nel fanatismo o nella superstizione. Così accade a tutti i tentativi
ancora rozzi, in cui la parte principale spetterebbe all'uso della ragione: uso che non si può
trovare da sé, con il frequente esercizio, come l'uso dei piedi: soprattutto quando concerna
proprietà che non si possono presentare così immediatamente nella comune esperienza.
Ma dopo che, per quanto tardi, fu introdotta la massima di riflettere bene anticipatamente
su tutti i passi che la ragione ha intenzione di compiere, e di non lasciarla procedere se non
sul binario di un metodo precedentemente ben studiato, lo studio dell'edificio del mondo
prese tutt'altra direzione, con un successo senza paragone migliore. Il cadere di una pietra,
o il movimento di una fionda, analizzato nei suoi elementi e nelle forze che vi si
manifestano, e trattato matematicamente, finì col produrre quella veduta chiara e per
sempre immutabile sulla costituzione del mondo, che, col progresso dell'osservazione, può
sperare di ampliarsi sempre di più, ma non mai temere di dover tornare sui propri passi.
Ora, quell'esempio può consigliare di mettersi sulla stessa strada nel trattare le
disposizioni morali della nostra natura, e darci la speranza di giungere a un risultato
altrettanto buono. Abbiamo pure a disposizione gli esempli della ragione che giudica in
materia morale. Analizzarli nei loro concetti elementari e, in mancanza della “matematica”,
intraprendere tuttavia un procedimento analogo a quello della “chimica”, di “separazione”
dell'empirico dal razionale, che in essi si possa trovare, con ripetute ricerche sul comune
intelletto dell'uomo, può darci entrambi gli elementi allo stato puro e - cosa che ciascuno
per sé solo può fase - farceli riconoscere con certezza; e così porre rimedio, sia alla
confusione di un giudizio ancora rozzo e non esercitato, sia (cosa assai più necessaria) alle
“stravaganze geniali” con cui, come sogliono fare gli adepti della pietra filosofale, senza
alcuna indagine metodica e conoscenza della natura si promettono sognati tesori, e si
dilapidano i veri. In una parola: la scienza (criticamente cercata, e metodicamente
introdotta) è la stretta porta che conduce alla dottrina della saggezza, se con questa
s'intende, non solo ciò che si deve fare, ma ciò che deve servire da guida ai “maestri” per
spianare alla saggezza un cammino aperto e facilmente riconoscibile, che ciascuno debba
percorrere, assicurando chi li segua dai passi falsi: una scienza di cui deve sempre restare
custode la filosofia, alle cui ricerche sottili il pubblico non ha da prendere parte alcuna;
mentre deve partecipare alle sue “dottrine”, che solo dopo una siffatta elaborazione gli si
possono presentare con buona chiarezza.
E se leggessimo anche la conclusione?
"La scienza (criticamente cercata, e metodicamente introdotta) è la stretta porta che conduce alla dottrina della saggezza"
Le frasette copincollate ciecamente da internet, sono come i numeri che , ben torturati (come dice axe), confessano quello che si vuole.
Post scriptum:
Riporto, per tua comodità, anche la conclusione del discorso di Voltaire (quello dell'orologio):
Je ne vois pas la chaîne qui mène droit à cette conclusion ; je vois seulement qu’il y a quelque chose* de plus puissant que moi, et rien de plus.
* "qualcosa", non "qualcuno"
Ultima modifica di restodelcarlino; 10-01-2024 alle 17:18
Difatti siamo liberi! Possiamo affermare che tutto è casuale, che siamo solo materia, che la nostra esistenza terminerà due metri sottoterra. Ma pure che siamo parte di un incredibile Disegno d'Amore, che siamo anche Spirito, che la Morte non è la fine di tutto, che il nostro destino è il Cielo....tornare a Dio che ci ha creati e che ci ama: infinitamente! Singolarmente!!!
"Se vuoi, osserverai i comandamenti. La tua salvezza sta dentro la tua Libertà. Ti ho posto davanti il fuoco e l'acqua, il Bene e il Male, la Vita e la Morte: a ciascuno sarà dato ciò che avrà scelto...."
amate i vostri nemici
Ciao! Tutto avrà una fine Gillian, non dobbiamo sgomentarci. Gesù Cristo è venuto sulla terra per annientare la Morte e annunciare la Vita: quella vera, quella che non finisce. Quaggiù, di fronte all' Eternità, siamo solo di passaggio. Un breve sbatter di ciglia....
amate i vostri nemici
Eccellente risposta, parlando di Kant ed della sensatezza di citare Voltaire (più o meno trafficato).
Ma tu, conogelato da empoli, oltre a spulciare citazioni qua e là, più o meno a sproposito ed avulse dal contesto (come appena dimostrato, con i testi)...hai qualchecosa di tuo?
Si, una Fede immarcescibile. Come Tertulliano. Si, quello che ha scritto " Prorsus credibile est, quia ineptum est" in "De Carne Christi". Che é la versione esatta della ben nota ed abusata parafrasi "Credo quia absurdum". Tanto per essere precisini e pignoli nelle citazioni.
Ok.
Risposta valida e conclusiva.
Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple
Quando si cita qualcuno è perché si crede in quelle parole....
Qualcosa di mio mio, chiedi?
Se ci rendessimo davvero conto dell'Amore che Dio ha per ciascuno di noi....tutti i nostri guai RDC, tutti i nostri dolori, tutte le nostre ansie di Senso e d'Infinito, sarebbero colmate!!!
Ciao caro, buon fine settimana.
Buon fine settimana a tutti!
amate i vostri nemici