La danza in questione si chiama "Sema". È un nome persiano che significa "Il cielo" o "Il paradiso".
Nasce con Jalaluddin Rumi (1207 - 1273) poeta e mistico persiano che ha vissuto ed é sepolto a Konya (oggi Turchia) e che ho visitato nel 1994.
Viene tradizionalmente praticata dai dervisci dell'ordine Sufi dei Mevlevi (da Mevlana, il nome con cui veniva chiamato Rumi) anche se oggi é diffusa anche in altri ordini, Bektasci, Naqshibandi...
All'inizio del rito, i dervisci si tolgono il mantello nero e incrociano le braccia sul petto: gesto di umiltà e segno del ritorno a casa, allo stato di originalità, che non conosce preoccupazione per la vita e nessuna paura della morte. 'Solo quando l'uomo è privato del suo aspetto esteriore, come accade in inverno, c'è speranza che dentro di lui si sviluppi una nuova primavera'.
A questo punto resta con l'abito bianco, simbolo della morte mistica e il lungo copricapo che simboleggia la lapide.
Il derviscio, al suono o al canto di testi sacri, gira in senso anti-orario, come i pellegrini attorno alla Caba o come la terra sul proprio asse.
Per effettuare questa danza non é necessaria una condizione fisica, ma una condizione mentale di distacco da ogni pensiero mondano.
Ho visto dervisci girare per oltre quindici minuti e poi rallentare e fermarsi senza nessun tipo di conseguenze sull'eqilibrio o allo stomaco...
Il rito comprende delle regole complesse di esecuzione che qui occuperebbero troppo spazio.
Il video é mio, ripreso a Berlino.
Con il Derviscio in questione sono legato da profonda amicizia.






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