Visto al cinema ieri sera.“The holdovers” (2023) di Alexander Payne
Un pittoresco insegnante è costretto a rimanere a scuola con alcuni studenti durante il periodo precedente alle vacanze di Natale. In questo contesto, con i comportamenti goliardici post 68 dei ragazzi, in netto contrasto con il fare granitico dell’insegnante, il film appare banale e simile a tanti altri già visti. Quando però quattro dei cinque studenti lasciano l’istituto per le vacanze e il professore rimane con un solo ragazzo e la cuoca il film acquisisce spessore cambiandone la prospettiva. I tre, nella solitudine di un arco temporale solitamente dedicato ai festeggiamenti in famiglia, costruiscono un rapporto amichevole che va oltre quello che i loro ruoli all’interno dell’istituto solitamente permette, con atteggiamenti confidenziali relativi alla loro vita privata, discussioni sui più svariati argomenti, anche se poi ognuno di loro fa valere il proprio punto di vista, partecipando a feste e a cene come vecchi amici. La fine ricorda per certi aspetti “L’attimo fuggente” ma il quadretto che Payne riesce a tirar fuori è sicuramente convincente.
The holdovers ***
Carino, ma niente di che: ha il sapore del già visto e sperimentato.