Ultima modifica di follemente; 15-02-2024 alle 21:43
Her (lei). Film del 2013.
La trama di questo film ruota intorno al protagonista (interpretato da un grandissimo Joaquin Phoenix), uomo solitario e introverso che lavora come scrittore di lettere personali per conto di altre persone. Ambientato in un futuro non troppo lontano (2077), il film ci mostra quest'uomo che si innamora, ricambiato, di una forma d’intelligenza artificiale, un sistema operativo denominato Samantha.
Bellissimo ma un po' angosciante (specialmente il finale).
Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale.
Sembra intrigante, Kanyu.
Voglia di tenerezza 2
Al cinema Past lives (2023) di Celine Song: mi aspettavo molto da questo film decantato come raffinato e sentimentale, ed invece mi è risultato di una piattezza unica, lento, in cui quasi niente accade e la cui trama esile potrebbe essere riassunta in una frase. Mi ha infastidita l’inespressività della protagonista che riesce al massimo a sorridere e ad aggrottare le sopracciglia. Inverosimili al giorno d’oggi le due figure maschili, da sogno.
E meno male che è candidato all’Oscar…
Ma no, non è la stessa cosa.
Mi pare che quella fosse una miniserie TV e l'uomo in quel caso si innamorava di un'aliena. Che c'entra?
Il film del 2013, attualissimo per la tematica trattata, parla dell'amore (condiviso) tra un uomo e un'intelligenza artificiale totalmente virtuale.
Una I.A. auto emotiva (in grado perfino di apprendere ed elaborare emozioni e arrivare virtualmente all'orgasmo).
Ma è il finale che ti fa capire il senso di tutto il film.
Understand, thank you so much
amate i vostri nemici
Due film che trattano di olocausto.
“One life” (2023) di James Hawes
Storia realmente accaduta a un uomo inglese di origine ebraica che sul finire degli anni 30 organizza la fuga da Praga di oltre 600 bambini per sfuggire all’imminente invasione tedesca in Cecoslovacchia. L’uomo ormai anziano rivive attraverso i documenti conservati la sua impresa che finisce per interessare una trasmissione molto popolare in Inghilterra negli anni 80. Malgrado una direzione di maniera che andrebbe bene per una fiction televisiva, il film consente di ricordare ancora una volta il pericolo che le democrazie corrono per via di regimi totalitari con mire espansionistiche (ogni riferimento a situazioni attuali è puramente casuale…) ma anche per ammirare ancora una volta e purtroppo non ce ne potranno essere molte, la qualità della recitazione di Anthony Hopkins. Nei titoli di coda immagini di repertorio con il protagonista con i bambini salvati ormai adulti e la regina Elisabetta che gli consegna una medaglia.
One life **
“The zone of interest” (2023) di Jonathan Glazer
Dopo il titolo del film che scompare lentamente ci sono alcuni minuti di schermo nero con dei lamenti angoscianti. Quindi iniziano le scene di vita quotidiana di una famiglia, un ufficiale delle ss in carriera, una moglie quattro bambini una domestica un manutentore un cane. C’è un giardino con fiori bellissimi, una piscina dove si organizzano le feste e in sottofondo un rumore persistente come quello del mare in burrasca. Il recinto della casa è quello di un campo di concentramento ma nessuno ci fa caso, il racconto non ci entra, non fanno vedere cosa succede all’interno. Quel quadretto perfetto viene rovinato dal trasferimento dell’ufficiale a Berlino. Il film ha vinto un premio della critica a Cannes e ha diversi Oscar in ballo. La regia di Glazer è notevole, con inquadrature fisse, pochi movimenti, solo montaggio e fotografia impeccabile. Potrebbe sembrare un puro esercizio stilistico ma è per enfatizzare il contrasto tra il paesaggio estivo incantevole e il muraglione che recinta il campo, il filo spinato, le torrette delle guardie, il fumo nero delle ciminiere, le urla, Auschwitz.
The zone of interest ***
Ma la tua vera professione qual è, Barrett? Saresti un grande critico cinematografico. Ci fai un servizio enorme! Grazie
amate i vostri nemici
È la verità
Nel fine settimana abbiamo visto un monumentale Anthony Hopkins nel film "Niente è come prima". Il dramma dell'Alzheimer raccontato e recitato con una delicatezza che, più che commuovere, fa riflettere.
amate i vostri nemici
Si tratta di un film meraviglioso con un Hopkins che esprime la perdita di memoria in modo sublime. Mi pare abbia vinto l'Oscar per questa interpretazione.
Comunque è brutto come gli italiani stravolgano i titoli, in originale è "The father" che implica un legame affettivo.
L’ora più buia (Darkest Hour, 2017) diretto da Joe Wright, su Winston Churchill nei primi mesi della seconda guerra mondiale. Il primo ministro è interpretato dal grande Gary Oldman che per il ruolo si è aggiudicato numerosi premi, tra cui l’Oscar come miglior attore.