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Discussione: L'ultimo film che avete visto?

  1. #7861
    Opinionista L'avatar di follemente
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    “The zone of interest” (2023) di Jonathan Glazer
    Dopo il titolo del film che scompare lentamente ci sono alcuni minuti di schermo nero con dei lamenti angoscianti. Quindi iniziano le scene di vita quotidiana di una famiglia, un ufficiale delle ss in carriera, una moglie quattro bambini una domestica un manutentore un cane. C’è un giardino con fiori bellissimi, una piscina dove si organizzano le feste e in sottofondo un rumore persistente come quello del mare in burrasca. Il recinto della casa è quello di un campo di concentramento ma nessuno ci fa caso, il racconto non ci entra, non fanno vedere cosa succede all’interno. Quel quadretto perfetto viene rovinato dal trasferimento dell’ufficiale a Berlino. Il film ha vinto un premio della critica a Cannes e ha diversi Oscar in ballo. La regia di Glazer è notevole, con inquadrature fisse, pochi movimenti, solo montaggio e fotografia impeccabile. Potrebbe sembrare un puro esercizio stilistico ma è per enfatizzare il contrasto tra il paesaggio estivo incantevole e il muraglione che recinta il campo, il filo spinato, le torrette delle guardie, il fumo nero delle ciminiere, le urla, Auschwitz.

    The zone of interest ***
    La banalità del male.
    Agghiacciante.
    Senza scene di violenza.

    P.S. Senza spoilerare troppo, avrei una domanda: voi avete capito cosa significano le scene spettrali in bianco e nero della ragazzina che distribuisce quelle che credo mele su dei mucchi, forse di cenere?

  2. #7862
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    La banalità del male.
    Agghiacciante.
    Senza scene di violenza.

    P.S. Senza spoilerare troppo, avrei una domanda: voi avete capito cosa significano le scene spettrali in bianco e nero della ragazzina che distribuisce quelle che credo mele su dei mucchi, forse di cenere?
    Secondo un'analisi quelle immagini corrisponderebbero alla resistenza del bene contro il male raffigurate come se fosse un negativo di b/n (in verità immagini recepite con una tecnica differente ovvero attraverso il calore prodotto dalla persona), per mettersi in netto contrasto con le immagini che raffigurano la bellezza della vita quotidiana della famiglia.

  3. #7863
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    “La società della neve” (2023) di Juan Antonio Bayona
    Mi sono avvicinato al film con poco interesse in quanto la vicenda, aereo che precipita sulle Ande nel 1972 con una intera squadra di rugby a bordo, era nota e con almeno un altro film già realizzato in passato. Quindi il lavoro su soggetto e sceneggiatura era semplificato. Presenta poi un cliché collaudato ovvero il contrasto tra la spensieratezza e l’allegria iniziale nella prima parte del volo e la disperazione quando è chiaro che ci si sta andando a schiantare contro le rocce. Passato a Venezia fuori concorso e candidato per la Spagna all’Oscar per il miglior film internazionale, ha nella seconda parte il momento più convincente con la regia che indugia e indaga sui visi dei ragazzi sopravvissuti ormai prosciugati dalla sofferenza e dalle decisioni che sono costretti a prendere per sopravvivere. Bellissime le immagini delle montagne innevate.

    La società della neve **

  4. #7864
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    Secondo un'analisi quelle immagini corrisponderebbero alla resistenza del bene contro il male raffigurate come se fosse un negativo di b/n (in verità immagini recepite con una tecnica differente ovvero attraverso il calore prodotto dalla persona), per mettersi in netto contrasto con le immagini che raffigurano la bellezza della vita quotidiana della famiglia.
    Grazie!

    Così si spiegano anche quelle mele lasciate a terra e calpestate dai cavalli della famiglia di nazisti.

  5. #7865
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    "Io capitano" (2023) di Matteo Garrone

    A Venezia due giorni fa e subito in sala, una rarità per i film presentati ai festival, solitamente ci vogliono mesi. Tra l'altro al prezzo di euro 3,50, grazie a un sostegno statale sino a metà settembre per i film europei. Due ragazzi senegalesi vogliono raggiungere l'Europa per migliorare la loro condizione economica senza sapere quali peripezie saranno costretti ad affrontare per raggiungere l'Italia. Qui da noi si parla solo di scafisti senza scrupoli, ma dal Senegal alla Libia, dove ci si imbarca, si incontrano vari intermediari pronti a spillare dollari ai due ragazzi e al gruppo che li accompagna senza i quali si finisce in prigione. Ottima la regia di Garrone, che deve far fronte anche con l'ingenua interpretazione di attori improvvisati. Bellissima la parte centrale, con l'attraversamento del deserto nella quale il regista da prova di tutta la sua creatività. Difficile pensare che esca a mani vuote dal Lido.

    Io capitano ***
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    Non volevo andare a vedere questo film: un altro sull’immigrazione? Non mi bastano le diatribe politiche in merito, la rotta balcanica, gli immigrati che stazionano dappertutto, il pattugliamento dei confini, i documentari che ho visto?
    Alla fine gli amici mi hanno convinta.
    Meno male, altrimenti mi sarei persa un gioiello.
    Basato su due storie vere, narrato senza pietismo e senza voler denunciare chicchessia, con toni che sublimano le atrocità con l’onirico e la favola, il film mi ha commossa come rarissimamente mi succede (in effetti le chiacchiere del dopo-cinema mi hanno quasi infastidita, presa com’ero ancora dalle forti emozioni che l’opera mi ha suscitato).
    Il (neo?) realismo magico di Garrone affascina, non polemizza, mostra solo con l’evidenza e la forza e la bellezza delle immagini ciò che crediamo di conoscere.

    Io gli darei cinque stelle.

    Visto ieri, molto bello, molto ben fatto, splendida luce, splendide le immagine del deserto che contrastano con i miseri resti (non voglio svelare nulla per chi non lo avesse visto.

    Se il Senegal sia o meno come quello che ci fanno vedere non so, certo è che in prima persona ho incrociato un giovane venuto in Italia contro il volere dei genitori, perché lui a casa aveva un lavoro, cibo e anche una certa agiatezza ma ha voluto rincorrere una favola, chissà se ha poi trovato i soldi per tornare a casa.


    I due attori sono meravigliosi, freschi e spontanei

    Mi è piaciuto e lo consiglierei

  6. #7866
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    “Memory” (2023) di Michel Franco
    Una donna impegnata nel sociale, con un passato problematico dovuto all’alcol viene seguita da un uomo dopo un party e l’indomani se lo trova sotto casa mentre dorme. Scopre che è affetto da demenza e approfittando della sua perdita di memoria lo accusa di essere l’artefice di uno stupro ai tempi della scuola, per poi ritrattare tutto perché forse è lei che non ricorda bene. Con lui stabilisce con un rapporto che col tempo si rafforza superando la marginalizzazione a cui la società li ha costretti anche per colpa di parenti lontani dalla loro sensibilità. Era il film di chiusura di Venezia dove ha vinto la coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile di Peter Sarsgaard, ed è il solito cinema di Franco a cui sembra sempre mancare qualcosa.

    Memory **

  7. #7867
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    I miei 10 film preferiti del 2023

    “Zielona granica – Green border” di Agnieszka Holland
    “Il male non esiste” di Ryusuke Hamaguchi
    “Perfect days” di Wim Wenders
    “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti
    “Killers of the flowers moon” di Martin Scorsese
    “The zone of interest” di Jonathan Glazer
    “Past lives” di Celine Song
    “Poor things” di Yorgos Lanthimos
    “Io capitano” di Matteo Garrone
    “Foglie al vento” di Aki Kaurismaki

  8. #7868
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    Perfect days nettamente in testa nella mia classifica.
    amate i vostri nemici

  9. #7869
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    “La sala dei professori” (2023) di Ilker Çatak
    In un istituto secondario tedesco si verificano dei furti e una professoressa (l’ottima Leonie Benish) nel tentativo di difendere i suoi alunni da un'eventuale accusa, soprattutto nei confronti di un ragazzo di origine araba, riesce a scoprire il colpevole con una modalità però non consona in fatto di privacy. Malgrado il problema dei furti sia risolto altri ne nascono a seguito dell’attività investigativa della protagonista, vedendo coinvolti gli studenti, i loro genitori e il personale dell’istituto. La donna comunque non perderà mai rettitudine e professionalità anche se questa integrità morale non verrà capita dai suoi studenti e la metterà in cattiva luce agli occhi dei colleghi. Il film era presente a Berlino 2023 nella sezione Panorama (quindi non in concorso) e pur avendo una regia non troppo curata ha una storia convincente. Era anche l’ultimo che mi mancava della cinquina candidata all’Oscar per il miglior film internazionale e non credo di fare una previsione sconvolgente se affermo che la statuetta se la giocano “Perfect days”, “The zone of interest” e “Io capitano”.

    La sala dei professori ***

  10. #7870
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Spero tanto vinca Wenders.
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  11. #7871
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    Secondo Variety che solitamente ci azzecca vince "Oppenheimer" nella categoria di miglior film generale e "The zone of interest" in quella internazionale.

  12. #7872
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    “All of us strangers” (2023) di Andrew Haigh
    "Estranei" il titolo qui da noi. Uno scrittore in crisi creativa e con problemi di relazione torna a visitare la casa dove ha vissuto da ragazzo prima che i genitori morissero in un incidente. Frutto della sua immaginazione/disperazione li trova all’interno delle mura domestiche nelle medesime sembianze di allora come ad aspettarlo e sapere della sua vita. Ritornerà in quella casa più volte e in una occasione portando con se anche il compagno che lo accontenta quasi per assecondarlo. Un film sulla solitudine e sulla difficoltà di trovar una via di uscita se non quella di immaginare come in un sogno di poter trovare conforto nel passato. Haigh aveva già indagato in un film precedente, “45 years”, e forse in maniera più efficace, quanto sia difficile evitare di fare i conti con eventi che sembrano dimenticati se non cancellati.

    All of us strangers **

  13. #7873
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Tutto secondo previsioni, Barrett: ha vinto Oppenheimer.
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  14. #7874
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    La banalità del male.
    Agghiacciante.
    Senza scene di violenza.

    P.S. Senza spoilerare troppo, avrei una domanda: voi avete capito cosa significano le scene spettrali in bianco e nero della ragazzina che distribuisce quelle che credo mele su dei mucchi, forse di cenere?
    Citazione Originariamente Scritto da Barrett Visualizza Messaggio
    Secondo un'analisi quelle immagini corrisponderebbero alla resistenza del bene contro il male raffigurate come se fosse un negativo di b/n (in verità immagini recepite con una tecnica differente ovvero attraverso il calore prodotto dalla persona), per mettersi in netto contrasto con le immagini che raffigurano la bellezza della vita quotidiana della famiglia.
    Premetto che non ho ancora visto il film, le immagini realizzate con una termocamera pare che raccontino una storia vera, la storia di una ragazzina polacca, Alexandria, contattata dal regista

    da wiki:" La giovane ragazza polacca nel film si ispira a una donna di nome Alexandria , che Glazer ha incontrato durante le sue ricerche. All'età di 12 anni, membro della resistenza polacca , andava al campo in bicicletta per lasciare le mele ai prigionieri affamati. Come nel film, ha scoperto un brano musicale scritto da un prigioniero. Il prigioniero, di nome Joseph Wulf , sopravvisse al campo e fu una delle prime persone a documentare le atrocità dell'Olocausto, causa alla quale dedicò la sua vita. Alexandria aveva 90 anni quando incontrò Glazer e morì poco dopo. La bicicletta utilizzata nel film e l'abito indossato dall'attrice le appartenevano entrambi."

  15. #7875
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    Grazie Breakthru. Considero quelle scene la parte debole del film, non certo per il contenuto - ci mancherebbe - ma per come è stata realizzata, una termo camera..., sarebbe stato sufficiente un b/n magari in pellicola, considerato che il direttore della fotografia aveva già lavorato efficacemente con quella tipologia cromatica nei film di Pawilkowski (Ida e Cold war).
    Sulla vittoria di Oppenheimer nulla da dire. Non era tra i miei film preferiti per tipologia e confezionamento ma rappresenta un lusso per l'industri del cinema se penso ai due precedenti vincitori.

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