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L’osceno e il pudore sono correlati agli organi sessuali, in particolare quello maschile, emarginato nell’arte e nei mass media, ma presente in ambito pornografico, che presenta l’uomo con la sua vigoria sessuale e nella sua potenza copulatoria.
Non è il pene a suscitare oscenità, ma la sua possibile funzione.
Ecco perché non sono oscene le donne nude, divengono osceni i maschi nudi.
Nelle chiese del passato è facile osservare dipinti o sculture che raffigurano donne nude o angeli nudi ma non maschi con l’organo sessuale eretto.
Nell’alto Medioevo non c’era il rigoroso rispetto della norma biblica che vieta l’esibizione degli organi sessuali. Infatti in Italia e in Francia nei portali di numerose chiese romaniche erano scolpiti falli e vulve, figure che oggi consideriamo oscene.
Un esempio è a Trasacco, (prov. L’Aquila), nella basilica tardo romanica dedicata ai santi Cesidio e Rufino.

Dei due portali di accesso alla chiesa, nel passato uno era il "portale delle donne", l’altro il "portale degli uomini", dall'antico uso di tenere separati i due sessi durante le celebrazioni liturgiche.

portale degli uomini, è in un lato secondario della chiesa, ma in origine esso era la porta centrale, quando la basilica si estendeva da Nord a Sud, poi modificata nella direzione da Est a Ovest. Negli stipiti e nell'architrave del portale ci sono decorazioni scultoree, fra le quali 4 falli e 3 vulve.
Altro esempio a Gubbio, nella chiesa di Santa Maria Nuova, edificata tra il 1270 e il 1280. Ha la facciata in pietra e portale trilobato.
All’interno, sulla parete destra, c’è un affresco che raffigura il Cristo crocifisso, il Cristo benedicente e la Madonna in trono col Bambino; poi campeggia la Madonna del Belvedere, capolavoro del pittore e miniatore eugubino Ottaviano Nelli.

Ottaviano Nelli, Madonna del Belvedere, affresco, 1417 circa, chiesa di Santa Maria Nuova, Gubbio
Al centro, in alto, Dio nell'atto di incoronare Maria, seduta in trono col Bambino tra angeli musicanti.
Ai lati due santi. Guardando l’immagine:
sulla sinistra San Pietro; con la mano destra sorregge la palma del martirio ma non è rappresentato il simbolo a lui connesso: la chiave;
sulla destra, Sant’Antonio abate;
nei lati, in ginocchio, i familiari del committente l'affresco: Pinoli era il suo cognome.
Vicino ai due santi le colonnine tortili, una per parte, fanno da cornice al dipinto murale.
Nelle spirali delle due colonnine in monocromo ci sono figure in 11 posizioni di rapporto sessuale, a cominciare dalla fellatio.

Con la Controriforma cattolica nelle chiese queste forme residue della cultura medioevale e della cultura rinascimentale furono eliminate, invece nella chiesa eugubina di Santa Maria Nuova sono ancora presenti.
Ultima modifica di doxa; 08-03-2024 alle 07:31
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