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Risultati da 1 a 15 di 947

Discussione: Oscenità, pudore

  1. #1
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    Oscenità, pudore

    L’oscenità evoca la pornografia ma anche il pudore, “il comune senso del pudore”. Cos’è ? Ci sono varie interpretazioni, comunque è correlato con l’inibizione, la censura, la vergogna, il sesso.

    Pudore significa anche riserbo e disagio nell’uso o ascolto di parole, allusioni, atti, comportamenti che riguardano l’ambito sessuale
    Una persona pudica cerca di costruire una barriera fra la sua vita privata e quella pubblica. Una cosa è voler nascondere, un'altra è non voler condividere. Forse è questa la chiave per capire i labirinti psicologici del pudore.

    Ci sono individui che considerano il pudore come un valore di riferimento, necessario per definire l’intimità. Altri, invece, pensano che sia solo sinonimo di timidezza, perciò un “difetto”.

    A livello scientifico si pensa che il comune senso del pudore sia condizionato dalla morale pubblica e religiosa.

    Nella biblica Genesi si narra che Adamo ed Eva, dopo aver commesso il peccato originale, provarono per la prima volta vergogna per la loro nudità.


    Michelangelo Buonarroti, Peccato originale e cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre,
    affresco, 1510 circa, Cappella Sistina, Musei Vaticani, Città del Vaticano



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  2. #2
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Nessuna specie animale copre infatti i propri genitali...
    amate i vostri nemici

  3. #3
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    L’osceno e il pudore sono correlati agli organi sessuali, in particolare quello maschile, emarginato nell’arte e nei mass media, ma presente in ambito pornografico, che presenta l’uomo con la sua vigoria sessuale e nella sua potenza copulatoria.

    Non è il pene a suscitare oscenità, ma la sua possibile funzione.

    Ecco perché non sono oscene le donne nude, divengono osceni i maschi nudi.

    Nelle chiese del passato è facile osservare dipinti o sculture che raffigurano donne nude o angeli nudi ma non maschi con l’organo sessuale eretto.

    Nell’alto Medioevo non c’era il rigoroso rispetto della norma biblica che vieta l’esibizione degli organi sessuali. Infatti in Italia e in Francia nei portali di numerose chiese romaniche erano scolpiti falli e vulve, figure che oggi consideriamo oscene.


    Un esempio è a Trasacco, (prov. L’Aquila), nella basilica tardo romanica dedicata ai santi Cesidio e Rufino.



    Dei due portali di accesso alla chiesa, nel passato uno era il "portale delle donne", l’altro il "portale degli uomini", dall'antico uso di tenere separati i due sessi durante le celebrazioni liturgiche.


    portale degli uomini, è in un lato secondario della chiesa, ma in origine esso era la porta centrale, quando la basilica si estendeva da Nord a Sud, poi modificata nella direzione da Est a Ovest. Negli stipiti e nell'architrave del portale ci sono decorazioni scultoree, fra le quali 4 falli e 3 vulve.


    Altro esempio a Gubbio, nella chiesa di Santa Maria Nuova, edificata tra il 1270 e il 1280. Ha la facciata in pietra e portale trilobato.

    All’interno, sulla parete destra, c’è un affresco che raffigura il Cristo crocifisso, il Cristo benedicente e la Madonna in trono col Bambino; poi campeggia la Madonna del Belvedere, capolavoro del pittore e miniatore eugubino Ottaviano Nelli.


    Ottaviano Nelli, Madonna del Belvedere, affresco, 1417 circa, chiesa di Santa Maria Nuova, Gubbio

    Al centro, in alto, Dio nell'atto di incoronare Maria, seduta in trono col Bambino tra angeli musicanti.

    Ai lati due santi. Guardando l’immagine:

    sulla sinistra San Pietro; con la mano destra sorregge la palma del martirio ma non è rappresentato il simbolo a lui connesso: la chiave;

    sulla destra, Sant’Antonio abate;

    nei lati, in ginocchio, i familiari del committente l'affresco: Pinoli era il suo cognome.

    Vicino ai due santi le colonnine tortili, una per parte, fanno da cornice al dipinto murale.

    Nelle spirali delle due colonnine in monocromo ci sono figure in 11 posizioni di rapporto sessuale, a cominciare dalla fellatio.




    Con la Controriforma cattolica nelle chiese queste forme residue della cultura medioevale e della cultura rinascimentale furono eliminate, invece nella chiesa eugubina di Santa Maria Nuova sono ancora presenti.
    Ultima modifica di doxa; 08-03-2024 alle 07:31

  4. #4
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    A livello scientifico si pensa che il comune senso del pudore sia condizionato dalla morale pubblica e religiosa.
    Io penso che il "pudore" deriva da condizionamenti fin dai tempi, legati all' educazione, all' ambiente, società, in cui si vive.
    Se si vivesse in una tribù africana di...qualche di decennio o secolo fa, prima della colonizzazione e arrivo dei missionari, nessuno si vergognerebbe di andarsene in giro col birillo in vista o le poppe al vento, in pratica nudi.

    Poi c'è pure il discorso del freddo, che se vivi al polo nord o zone limitrofe ti devi coprire per non morire di freddo
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  5. #5
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    Buon pomeriggio Lady Hawke.

    Sono d’accordo con la tua opinione.

    Ti è noto il sostantivo plurale “pudenda” come retaggio dalla tua infanzia ?

    Fino a una cinquantina di anni fa gli organi genitali esterni venivano anche denominati “pudenda”, in particolare dai confessori.

    Pudenda deriva dal latino “pudor” e questo da “pudère” (= aver vergogna, vergognarsi).

    Ma “le pudenda” sono parti corporee di cui vergognarsi ?

    Una mia amica mi ha raccontato che in collegio le suore gridavano alle studentesse: "Coprite le pudenda".

    Pudenda e pudore derivano dalla comune radice “pud”.

    Il pudore (o la pudicizia, altra parola in disuso) attiene al corpo e alla sessualità, è un'attitudine dell'individuo al riserbo, alla tutela della propria intimità, dettata anche dalle norme sociali di convivenza, da regole di comportamento.

    Offesa al comune senso del pudore.




    controllo della misura dei “vestiti da bagno” negli anni 20 del ‘900.

    Negli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo minigonna e bikini erano considerati simboli di libertà di scelta. Ma all’inizio, negli anni ’60, la minigonna suscitò scandalo, proibizioni, misure con centimetri alla mano.

    Anni ’60, “fuori l’ombelico”. Abbandonati i pudori di culotte coprenti e reggiseni castigati il due pezzi viene ridotto e mostra l’ombelico delle donne che lo indossano.



    Le attrici Brigitte Bardot e Ursula Andress resero il bikini un simbolo di sensualità e bellezza.

    Nei primi tempi le donne in bikini venivano sanzionate dalle forze dell’ordine in perlustrazione sulle spiagge. In quel tempo nel governo nazionale dominava la Democrazia Cristiana, i parroci erano ancora utili per le raccomandazioni al fine di trovare l’occupazione lavorativa.

    Successivamente l’emancipazione femminile ha esteso il limite del comune senso del pudore, con la conseguenza che anche la censura è stata adeguata alla contemporaneità e alla nuova concezione del pudore.
    Ultima modifica di doxa; 07-03-2024 alle 18:38

  6. #6

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    i parroci erano ancora utili per le raccomandazioni al fine di trovare l’occupazione lavorativa.
    Chissà perché mi viene da pensare ai parroci di Empoli

  7. #7
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio

    Altro esempio a Gubbio, nella chiesa di Santa Maria Nuova, edificata tra il 1270 e il 1280. Ha la facciata in pietra e portale trilobato.


    sono stato spesso a Gubbio: mai "fatto caso"


    La volta prossima, passero' più tempo in chiesa che a tavola, all'osteria
    Promesso.

  8. #8
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Buon pomeriggio Lady Hawke.

    Sono d’accordo con la tua opinione.

    Ti è noto il sostantivo plurale “pudenda” come retaggio dalla tua infanzia ?

    Fino a una cinquantina di anni fa gli organi genitali esterni venivano denominati “pudenda”, in particolare dai confessori.

    Pudenda deriva dal latino “pudor” e questo da “pudère” (= aver vergogna, vergognarsi).

    Ma “le pudenda” sono parti corporee di cui vergognarsi ?
    No durante la mia infanzia, nell' ambito e contesto famigliare gli organi genitali femminili li si chiamava diversamente, tipo "farfallina" o "farfalla"
    Quelli maschili non li ricordo.
    Il termine che citi l'ho letto da qualche parte durante il periodo della mia giovinezza periodo scolastico, ma non sono andata a scuola dalle suore.
    Nessun sacerdote mi ha mai parlato o chiesto della mia "pudenda"
    Ci si dovrebbe vergognare delle proprie parti intime?
    Direi di no.
    Ci si vergogna di solito a mostrare pubblicamente a tutti o sventolare per strada.
    Se si chiamano anche "parti intime" una ragione ci sarà
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  9. #9
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    (impossibile cancellare le immagini )
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    Ultima modifica di restodelcarlino; 07-03-2024 alle 18:11 Motivo: autocensura, parziale per motivi tecnici indipendenti

  10. #10
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    Buonasera Carlino,

    per consolare il tuo pensiero, turbato dal parroco di Empoli

    ti offro un aforisma che scrisse il giornalista e scrittore Roberto Gervaso: “Dalla perdita di pudore una coppia ha tutto da guadagnare”

    A proposito di pudore, su questo argomento non ho altro da aggiungere. C'è un topic, titolato "Pudore", e con numerosi post, in fondo alla terza pagina dei temi che abbiamo discusso nel passato in questa sezione.
    Ultima modifica di doxa; 08-03-2024 alle 07:33

  11. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Io penso che il "pudore" deriva da condizionamenti fin dai tempi, legati all' educazione, all' ambiente, società, in cui si vive.
    Se si vivesse in una tribù africana di...qualche di decennio o secolo fa, prima della colonizzazione e arrivo dei missionari, nessuno si vergognerebbe di andarsene in giro col birillo in vista o le poppe al vento, in pratica nudi.

    Poi c'è pure il discorso del freddo, che se vivi al polo nord o zone limitrofe ti devi coprire per non morire di freddo
    Esatto, da sempre od almeno dai mie primissimi ricordi nell'Est qua adiacente le spiagge naturiste sono tutt'altro che rare...
    ...lo sapevate poi che quand'ero piccolo (ancora ai tempi dell'ex Jugoslavia) era normale lasciare senza costume i bambini fino ai sei anni anche nelle spiagge tessili?
    ...da quest'altra parte invece apriti cielo, le spiagge fkk erano pochissime e spesso ufficiose
    ...per quel che mi riguarda il mio grande limite è la densità di popolazione, ad esempio ad Ancarano semideserta anche nei festivi mi trovo benissimo, mentre ai Filtri (Liburnia) in cui ci sono andato un paio di volte 11 anno fa con la mia penultima ex disagio a bò almeno per me, giacché sembrava di essere in pieno centro ad ore di punta

  12. #12
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    I miei bimbi senza costume solo fino a quando hanno smesso il pannolino
    Mai andrei in una spiaggia nudista, la roba mia la mostro solo a chi voglio io e poi vuoi mettere cambiare costumi colorati tinta unita e fantasie coloratissime ?
    Oltretutto io e il sole non andiamo troppo d'accordo.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  13. #13
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Né Dio né l’animale possono provare pudore. Soltanto l’uomo non può farne a meno.
    (Max Scheler)
    amate i vostri nemici

  14. #14
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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    Anche l'arte classica greca esaltava il corpo maschile, nudo e atletico, come esempio di perfezione

  15. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Né Dio né l’animale possono provare pudore. Soltanto l’uomo non può farne a meno.
    (Max Scheler)
    beh. ci sono tante differenze anche nel pudore; per esempio, io trovo oscena l'esibizione dei sentimenti, soprattutto quelli "buoni"; una cosa che da toscano dovresti capire benissimo, visto che qui se vuoi bene ad una persona gli dai, come minimo, del merdaiolo, e se non si stima qualcuno, lo si ignora semplicemente.
    c'� del lardo in Garfagnana

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