non è sbagliato, anche se rimuove parecchio; però sono d'accordo;
uno psicanalista direbbe che la funzione di una morale - in genere, religiosa o meno - è quella di sacralizzare dei vincoli, che servono - oltre ad un'agibilità sociale - all'agibilità stessa del desiderio, che è la pulsione vitale:
al contrario del celebre passo di Dostoevskij - se Dio non esiste, allora tutto è possibile, la libertà totale nell'amoralità - se Dio, o qualsiasi altro imperativo categorico - non esiste, niente è possibile;
e questo perché il desiderio, non incontrando vincoli, non si può soffermare su niente, non può essere agito, e prevale un istinto di morte;
se dai 50 euro a un bambino per comprarsi un giocattolo, quello è felice; se è stato educato ci pensa un po', valuta; magari è impulsivo, sceglie, si pente e impara;
ma se gli dessi una facoltà infinita di spesa e un negozio grande quanto 10 campi di calcio, dopo un po' l'iniziale felicità si trasformerebbe in angoscia, perché sarebbe incapace di soffermarsi su qualsiasi oggetto/progetto, perché accanto ce ne sarebbe immediatamente un altro possibile che gli ostacola la scelta;
ogni libertà ha un prezzo; se sei felice a fare le vasche nel corso impregnato di dopobarba Patrichs broccolando ragazze che ti schifano in attesa di tornare per il contrappello, forse la tua vita ideale è la naja con gli amici, chissà...