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Les amants
Il pittore surrealista belga René Magritte (1898 – 1967) nelle sue opere ebbe la capacità d’insinuare dubbi sul reale: lo allude come enigma, come sogno. Infatti il suo stile è definito “illusionismo onirico”, per esempio un paio di scarpe che diventano dita di un piede, oppure un paesaggio simultaneamente notturno nella parte inferiore e diurno in quella superiore.
Nel 1912 la madre si suicidò nel fiume Sambre. Venne trovata con la testa avvolta dalla camicia da notte. Questa immagine rimase impressa nella mente dell’adolescente René e la manifestò in alcuni suoi dipinti, come “Le fantasticherie del passeggiatore solitario”, “L’histoire centrale” e “Les amants”. Questi quadri diventarono per lui luogo del dramma, spazio per affrontare il dolore e raffigurarlo, forse esorcizzarlo.
René Magritte, Les amants (Gli amanti), olio su tela, 1928, MoMa, New York
Raffigura due amanti che si baciano. Ciascuno ha la testa coperta con un foulard bianco che impedisce loro di vedersi e comunicare. Il panno è abilmente dipinto con pieghe in chiaroscuro.
Tra le due figure quella più emblematica è la figura maschile: giacca scura, camicia bianca e cravatta. Secondo gli esperti rappresenta il padre di Magritte che dà un ultimo bacio alla moglie, appena morta, con il volto coperto dal dolore.
Le interpretazioni possono essere numerose. Nascondendo i volti il pittore vuole mostrare i molteplici significati del reale attraverso nuovi punti di vista:
“C’è un interesse in ciò che è nascosto e ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso, una sorta di conflitto, direi, tra visibile nascosto e visibile apparente” (René Magritte).
De “Gli amanti” ne fece due versioni, la prima è conservata nella National Gallery of Australia, la seconda, più famosa è al MoMa di New York.
Il tema degli amanti è spesso presente nei dipinti di Magritte: hanno per oggetto un uomo e una donna affiancati, con il volto scoperto, oppure coperto con un foulard bianco.
Nel dipinto titolato “L’histoire centrale” non ci sono due amanti ad avere il volto coperto, ma è raffigurata solo una donna.
René Magritte, L’histoire centrale, olio su tela, 1928
In questo dipinto ci sono tre elementi posizionati in modo tale da formare un triangolo: la tuba (strumento musicale) una valigia, la donna: un panno le copre il viso, lo regge sotto il collo con la mano sinistra.
Quella valigia forse allude alla partenza verso l’aldilà.
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Ho sempre amato il pittore surrealista Magritte perchè come dicono gli esperti d'arte la sua è un'arte che fa pensare, e questi quadri fanno riflettere proprio sulla condizione degli amanti di tutti i tempi: amarsi ma con un velato senso di nascondimento.
Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI
La regina del sud sorgerà nel giudizio. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone (Matteo 12:42)
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L'arte, se non fa pensare, non è tale....
Magritte ci fa riflettere sull'incomunicabilità, sulla difficoltà di comprenderci, di accettarci vicendevolmente per quello che siamo.
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