Il sindaco di Londra SadIq Khan alcune settimane fa intervenne al governo conservatore riunito facendo il punto degli esiti dalla uscita della C.E. nel 2016. Senza mezzi termini ha definito quel referendum una iattura per l'economia della G.B, l'offerta di lavoro è diminuita, oltretutto è aumentata la disoccupazione più di un milione e mezzo, l'inflazione non indifferente fa diminuire il potere di acquisto, il settore finanziario e quello edilizio hanno subito un drastico ridimensionamento. Il costo che deve sostenere l'U.K con la brexit benché spalmato in diversi anni è dai 130 ai 150 miliardi. La sterlina dopo l'esito del referendum perse nel cambio nell'immediato il 13 - 14% di svalutazione, gli investitori internazionali hanno preso le loro precauzioni. L'export e l'import è rallentato perché la burocrazia doganale ha creato seri problemi, è sufficiente ricordarsi le code dei tir e autoarticolati tra Calais e Dover. In un documentario dove parlò Winston Churchill nel 1945 a guerra finita disse: se il Regno Unito non facesse parte dell'Europa la nostra diverrebbe un'isola di pescatori. Di sicuro enfatizzò su questa dichiarazione, però vedendo la situazione attuale il futuro della G. B. non è tra le più rosee.