"Ridotto al minimo, egli dice tutto; ridotto al minimo, egli non si chiude più nel relativo. Tutta la sua poesia necessariamente postula l’immensità, si apre verso l’infinito, accenna al mistero. Non vi è poesia di Ungaretti in cui non vi sia questo ordinarsi preciso e diretto all’assoluto […]. Ungaretti rimane poeta religioso perché poeta puro, perché poeta dell’assoluto, di una esperienza che, spoglia di tutto quello che è relativo, non può avere altro termine che un contatto, una comunione con Dio."

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