sai, se postuli un dio pasticcione, che crea e sbaglia, poi deve correggere, ecc... diventa un problemino di nulla darGli autorevolezza;
la stessa Cristologia pone questo problema:
se la Legge è divina e antecedente, essa dovrebbe bastare; se risulta - per qualsiasi motivo - necessario un intervento successivo, la cosa implica:
a) l'idea di un dio imperfetto, che può sbagliare e deve correggere il Suo operato;
b) un problema di Giustizia nei confronti di coloro che non abbiano beneficiato di quella redenzione; a Firenze si direbbe che son dell'UNPA, la protezione antiaerea, sempre gli ultimi a ricevere aiuti
c) l'idea di un Cristo insegnante di sostegno per i più asini, ma dispensabile se tutti si fossero applicati; fa a pugni con la centralità della Redenzione, non si può;
per chi non rinneghi la logica elementare, è chiaro che tutto questo fa a pugni con la logica elementare, nel momento in cui si postulino come assolute e perfette le prerogative divine;
per gli ebrei non era un problema, visto che Bibbia è una narrazione, non una dottrina razionale;
il guaio lo ha fatto la Chiesa, che ha superfetato dottrina teologica con metodo aristotelico su una base dove i conti non torneranno mai; e la soluzione per salvare capra e cavoli - compatibile per l'epoca e le esigenze - l'ha escogitata Lutero con la Predestinazione e il Servo arbitrio, che azzera ogni contraddizione:
non c'è reale giudizio ex-post, ma un destino già deciso; però nessuno sa quale sia, al di fuori di Dio, ovviamente;
pertanto - almeno in quell'epoca e ambiente - l'effetto ultimo di questa dottrina non è affatto un relativismo morale che sgancia l'individuo dalla responsabilità; il credente vuole, spera, e cerca conferma, anche con una certa angoscia; perché, parallelamente, si azzera la prerogativa dell'apparato ecclesiastico di farsi intermediario e garante, con infinite conseguenze su cui sorvolo.