"Il metodo di Fanpage è da regime. Non è mai accaduto di infiltrarsi in un'organizzazione. È consentito? Lo chiedo a lei, ai partiti e a Mattarella".
Ci sono voluti 14 giorni - sì, quattordici - per spingere Giorgia Meloni a dire qualcosa su quei militanti di Gioventù Nazionale che lei aveva definito "meravigliosi".
14 giorni. 14 giorni per dire qualcosa su chi inneggia a Hitler, su chi fa i saluti fascisti.
14 giorni per prendere le distanze da chi elogia i Nar, i terroristi di destra colpevoli di svariate stragi contro civili italiani.
14 giorni per dire qualcosa su chi, per pagarsi i costi della sede, escogita truffe a spese dello Stato fingendo di fare attività per il Servizio Civile. Per non parlare dell'odio antisemita, di chi minaccia Elly Schlein di violenza fisica, di chi definisce le persone down "menomate", di chi rivendica di essere fascista, di chi dice che "il nero sta bene su tutto, tranne sulla pelle".
14 giorni. E per dire cosa? Due paroline di circostanza, per poi attaccare Fanpage, arrivando a invocare il Quirinale. Praticamente, per la Presidente del Consiglio, il vero fascismo non è chi parla di razze, chi inneggia al duce, chi esalta i Nar, ma chi scova il fascismo e lo denuncia. Mentre è democrazia che i giornalisti chiedano il permesso a lei per fare inchieste, evidentemente. A lei che è e ha il potere.
Il ragionamento fila liscio come l'olio. Di ricino, appunto.