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Nel volume "Esplorare il silenzio" Nicoletta Polla Mattiot ha inserito interventi compositi di vari studiosi che discettano sul non-detto, il taciuto, l'ineffabile e il ruolo che la sospensione della parola ha nella società e nella cultura. L'autrice approfondisce i vari significati del silenzio negli ambiti più diversi, dalla poesia alla scienza, dalla psicoanalisi all’antropologia, dalla musica alla linguistica, ecc..
Quando è una scelta consapevole, il silenzio ci conduce dal dire autoreferenziale al dialogo. Può agire efficacemente anche come palese violazione delle aspettative legate al contesto. L’autrice fa questo esempio: un congresso. L’oratore sale sul palco e tace. Anche il pubblico tace. Chi è ancora distratto e sta finendo sottovoce un discorso iniziato nell’attesa, dopo i primi minuti di silenzio, si accorge che qualcosa non va secondo le aspettative, s’incuriosisce, tace a sua volta.
L’oratore non dimostra alcun imbarazzo: guarda la platea e aspetta. Dopo pochi minuti l’attesa da parte del pubblico è elevata e si chiede perché il relatore tace. Fa congetture. Forse il conferenziere attende qualcuno o qualcosa. Prepara un cosiddetto “colpo di teatro” ? Il microfono non funziona ? Qualunque sia la spiegazione, l’oratore ha ottenuto il suo scopo: tutto l’uditorio è teso ad aspettare che lui parli. La disponibilità all’ascolto è totale e impaziente.
In questo caso il silenzio agisce efficacemente in quanto inaspettato. Chi è invitato a tenere una relazione in un contesto pubblico è ovvio che comunichi secondo le regole e i tempi prestabiliti, che vinca l’attenzione, l’apatia o la diffidenza degli ascoltatori.
Un’assurda messa in scena di quest’abilità dilatoria è rappresentata dall’opera teatrale “Le sedie”, scritta da Eugene Ionesco.

Su un’isola, in un faro abbandonato, un uomo e una donna anziani preparano le sedie per immaginari ascoltatori, ospiti di una conferenza tenuta da un inesistente oratore al quale l’uomo ha affidato il compito di trasmettere il suo messaggio fondamentale per l’umanità.
Poi tra moglie e marito comincia il dialogo. Raccontano le loro piccole storie di un passato lontano, costellato di illusioni, fallimenti, recriminazioni rispetto alla carriera mai decollata, il figlio scappato di casa quando aveva 7 anni, i riferimenti alla guerra, il rapporto sottomesso al potere, quell’amore con “la bella”: un amore degli anni dell’infanzia, ingenuo, ormai lontano, eppure ancora così potente.
Infine il tuffo nel mare dei due da una finestra del faro, un suicidio per l’uscita di scena.
Ultima modifica di doxa; 21-07-2024 alle 21:48
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