Doxa, scusa l'intervento a thread chiuso, ma nei giorni scorsi, nonostante le mie intenzioni, non ho trovato il tempo di rispondere alla tua osservazione.
La tua sensazione di amore virtuale non é poi cosí astrusa, anzi. Il tema di tutta la vita di Jalaluddin Rumi é proprio quello del distacco e della nostalgia (sehnsucht) della nostra origine divina.
Un concetto descritto in maniera sublime nella sua opera maggiore, il Masnavi che inizia descrivendo la pena del nay, il flauto dei sufi, dopo essere stato separato dalla canna della quale faceva parte:
Ascolta il ney, com’esso narra la sua storia,
com’esso triste lamenta la separazione:
Da quando mi strapparono dal canneto,
ha fatto piangere uomini e donne il mio dolce suono!
Un cuore voglio, un cuore dilaniato dal distacco dall’Amico,
che possa spiegargli la passione del desiderio d’Amore;
Perché chiunque rimanga lungi dall’Origine sua,
sempre ricerca il tempo in cui vi era unito.
Io in ogni assemblea ho pianto le mie note gementi
Compagno sempre degli infelici e dei felici.
E tutti si illusero, ahimè, d’essermi amici,
e nessuno cercò nel mio cuore il segreto più profondo.
Eppure il segreto mio non è lontano, no, dal mio gemito:
sono gli occhi e gli orecchi che quella luce non hanno!
Non è velato il corpo dell’anima, non è velata l’anima del corpo:
...
...continua con ventiseimila distici.
DSC_0300.jpg






Rispondi Citando