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Discussione: Penelope

  1. #16
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    se i romani non sono più quelli d'un tempo, forse anche i greci sono cambiati, anche se mi pare fossero parecchio disinvolti anche nell'antichità;

    mah... dovessi giudicare dal temperamento attuale delle locali genti, la signora forse ha aspettato il monarca, ma non il sollazzo
    ho un po' di esperienza personale e de relato, e in Grecia se una ragazza a 14 anni non si dà da fare la mandano dallo psicanalista, anche nelle famiglie più rigide
    uomini piuttosto maschilisti, ma su un fondo di matriarcato e femminilità molto "potente" ed esigente
    Ma infatti so che la Grecia è sempre stata tendenzialmente piuttosto matriarcale. per questo mi stupiva la figura di una Penelope che sta ad aspettare il coglione del marito che se ne va a spasso per il mondo lasciandola a casa a fare la tela.
    Io, che pure non sono greca, al posto suo come minimo avrei cambiato la serratura e testato il materasso coniugale con un'ampia serie di alternative
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  2. #17
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Io, che pure non sono greca, al posto suo come minimo avrei cambiato la serratura e testato il materasso coniugale con un'ampia serie di alternative
    materasso adagiato nell'incavo di un tronco d'olivo secolare, che regge a qualsiasi sollecitazione, per dire, eh...

    comunque, la Grecia che ho visto io, pure in posti sperduti in provincia, ha davvero una cultura peculiare; ricorda molto l'Italia del sud, ma con gli adulti invertiti, nel senso di estremamente liberali sulle cose di sesso, quando non proprio all'incitamento; alle figlie, intendo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #18
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    materasso adagiato nell'incavo di un tronco d'olivo secolare, che regge a qualsiasi sollecitazione, per dire, eh...

    comunque, la Grecia che ho visto io, pure in posti sperduti in provincia, ha davvero una cultura peculiare; ricorda molto l'Italia del sud, ma con gli adulti invertiti, nel senso di estremamente liberali sulle cose di sesso, quando non proprio all'incitamento; alle figlie, intendo.
    Non sono mai stata in Grecia, purtroppo, ma deve essere una civiltà affascinante!

    (interessante l'idea del materasso adagiato nell'incavo di un olivo secolare )
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  4. #19
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Non sono mai stata in Grecia, purtroppo, ma deve essere una civiltà affascinante!

    (interessante l'idea del materasso adagiato nell'incavo di un olivo secolare )
    è una delle cose su cui Penelope mette alla prova il preteso Ulisse, chiedendogli di spostare il letto;

    una bella vacanza di mare in Grecia te la meriteresti; tantissimi posti molto belli e ben attrezzati; forse non è più tanto economica come quando andavo io, però.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #20
    Opinionista L'avatar di Breakthru
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    Forse non è così evidente,tutta la casa è stata costruita attorno al letto

  6. #21
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    Forse non è così evidente,tutta la casa è stata costruita attorno al letto
    ulteriore prova dell'ipersessualità dei greci
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #22
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ulisse arriva finalmente, a Itaca. Penelope lo aspetta da vent' anni - dieci anni di guerra, dieci anni di peregrinazioni. E’ invecchiata, ma la sua saggezza è rimasta intatta. Dà prova della sua abilità facendo penare i pretendenti che vorrebbero che Ulisse venisse dichiarato morto per dividere con lei il giaciglio. Ulisse si aggira intorno al palazzo, in incognito. Finge di essere un mendicante. Osserva quel mondo, che è il suo, senza di lui. Si fa riconoscere dalla nutrice Euriclea, dal porcaio Eumeo, dal cane Argo, poi stermina i proci, e dopo quest'impresa sembra giunto per lui il momento di farsi riconoscere da Penelope. Eccolo davanti a lei. Penelope lo squadra. Dovrebbe gettarsi fra le sue braccia, e invece no, non si muove. Tace. Telemaco, il figlio, che ha anche lui riconosciuto Ulisse, accusa la madre di avere un cuore di pietra. Penelope non ha un cuore di pietra: è prudente, e conosce bene la mitologia. Sa che gli dèi sono capaci di assumere qualsiasi aspetto, per ingannare gli uomini e più spesso le donne, e dice: « Se veramente / è Odisseo e a casa è tornato, certo noi due / ci riconosceremo anche meglio: perché anche noi / abbiamo dei segni, che noi soli sappiamo, nascosti agli estranei». Questi segni segreti, decisivi nelle fiabe e nelle storie di fantascienza in cui il protagonista, trasformato in rospo o inghiottito da un buco temporale, deve farsi riconoscere da qualcuno che non può riconoscerlo - al suo posto, neanche il protagonista riconoscerebbe se stesso - questi segni segreti non sono dello stesso tipo della cicatrice sulla coscia che la nutrice Euriclea ha notato accanto al fuoco. Potrebbero essere delle parole scambiate facendo l'amore, mormorate nel momento del piacere. Del resto, quando Penelope parla di segni segreti, Ulisse sorride. Forse non è l'unica volta che Ulisse sorride nell’ Odissea, ma è l'unica volta che Omero ce lo dice, e non è certo un caso. Poi Ulisse si fa lavare, ungere e vestire, e quando esce dal bagno vede che Penelope gli ha fatto preparare un letto. Il loro letto. Allora Ulisse racconta la storia di questo letto, massiccio e accogliente, che ha costruito con le sue stesse mani a partire da un tronco d'ulivo. Dice come ha sgrossato il legno, come l'ha piallato, tagliato, levigato, assemblato con perni, intarsiato d'oro, argento e avorio, munito di cinghie di cuoio color porpora, e a mano a mano che parla di quel letto, che è il luogo del loro desiderio, il luogo della loro fecondità, il luogo del loro riposo, Penelope si sente sciogliere le ginocchia e il cuore. Quando Ulisse finisce di parlare, Penelope si getta fra le sue braccia, Ulisse la stringe a sé, e forse ricorda - in ogni caso le ricorda il lettore - le parole che ha detto alla giovane e bellissima principessa Nausicaa quando le è comparso davanti la prima volta: «Gli dèi ti concedano quanto nel tuo cuore desideri, / un marito e una casa, e per compagna la felice / concordia; perché non c'è bene più saldo e prezioso, / di quando con pensieri concordi reggono la casa / un uomo e una donna».



    Da "Il Regno" Emmanuel Carrère- Adelphi
    Grazie Breakthru per aver postato quest'ultimo sublime pensiero sul messaggio di fondo che Omero voleva lasciare a noi postumi. Grazie davvero
    amate i vostri nemici

  8. #23
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    Caro Cono oggi è il 23 settembre. Nello stesso giorno di cinque anni fa (23 – 9 – 2019) nella sezione viaggi di questo forum cominciai un topic titolato “Itaca”. Mi sono ricordato di lui e ti ripropongo qui alcune immagini




    Itaca: in lingua greca Ithaki. E’un’isola nel Mar Ionio, nota per essere stata la patria di Ulisse , antico re dell’isola.

    La piccola città portuale di Vathy è il capoluogo, con case in stile veneziano.

    L'isola è composta da una parte nord e una parte sud, collegate dall'istmo di Aetos largo appena 600 m nel punto più stretto.

    Gli scavi archeologici hanno rilevato che nel XXII sec. a. C. Itaca era già abitata.

    I Romani la occuparono nel II sec. a. C., in seguito divenne parte dell’impero bizantino.


    ora offro alla tua visione due foto panoramiche di Itaca.






    Itaca è anche il titolo della poesia scritta da Konstantinos Petrou Kavafis, noto in Italia come Costantino Kavafis. La scrisse nel 1911 pensando al viaggio di Ulisse-Odisseo. Il poeta afferma che non bisogna avere fretta di giungere a destinazione, l’importante è il viaggio non la meta, per vedere, conoscere, apprendere, fare esperienze durante il percorso. E se il punto di arrivo sarà deludente non si dovrà essere tristi, perché la metaforica Itaca ci ha motivati ad intraprendere il viaggio.

    “Itaca”

    Se cerchi la tua strada verso Itaca
    spera in un viaggio lungo,
    avventuroso e pieno di scoperte.
    I Lestrigoni e i Ciclopi non temerli,
    non temere l’ira di Poseidone.
    […]
    Pensa a Itaca, sempre,
    il tuo destino ti ci porterà.
    Non hai bisogno di affrettare il viaggio;
    fa’ che esso duri anni, bellissimi,
    e che tu arrivi all’isola ormai vecchio,
    ricco di insegnamenti appresi in via.

    Non sperare ti giungano ricchezze:
    il regalo di Itaca è il bel viaggio,
    senza di lei non lo avresti intrapreso.

    Di più non ha da darti.
    E se ti appare povera all’arrivo,
    non t’ha ingannato.

    Con la saggezza e l’esperienza
    avrai capito un’Itaca cos’è.



    p.s. dalla prima cartina geografica hai visto che vicino Itaca c'è l'isola di Cefalonia. Tra il 15 e il 26 settembre 1943 in quell'isola da parte delle truppe militari tedesche ci fu l'eccidio della 33/esima divisione di fanteria "Acqui" dell'esercito italiano, dopo l'annuncio dell'armistizio fra l'Italia e gli anglo-americani l'8 settembre di quell'anno. Oltre la divisione "Acqui" c'erano anche finanzieri, carabinieri e militari della regia marina.

    Fra quei militari uccisi c'era il fratello della mia nonna materna. Da bambino quando andavo da lei mi rimase impressa quella piccola lampadina sempre accesa davanti la foto di quel ragazzo con la divisa militare di ufficiale dell'esercito.
    Ultima modifica di doxa; Oggi alle 22:13

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