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Discussione: L'ultimo film che avete visto?

  1. #7921
    Opinionista L'avatar di Barrett
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    “L’arte della gioia – seconda parte” (2024) di Valeria Golino
    Allontanatasi dal convento, in attesa che si materializzi la vocazione, Modesta viene accolta a braccia aperte nella sua proprietà vicino a Catania da una ricchissima baronessa che non perde tempo per affidarle compiti di responsabilità, primo fra tutti quello di seguire un figlio menomato che vive segregato in una camera della casa e che a Modesta accende interessi e ambizioni. Ma non c'è solo lui nel suo perimetro; c'è la figlia della baronessa, l'autista e il fattore, tutte pedine che la ragazza manovra a proprio piacimento per ottenere ciò che vuole. Ma accanto a un’idea della ragazza che la disegna egoista e cinica tesa solo a raggiungere i suoi obiettivi, ce n'è un’altra con la quale si può notare come lei dispensi gioia e conforto nei confronti delle persone che circondano. Perché il suo motto è mai più schiava ma neppure padrona, ora che è diventata la persona più importante dopo la baronessa. Ma fa un errore che in verità non lo è ovvero rimanere incinta in una casa dove non è consentito. Ma ormai il suo orizzonte si è ampliato verso la città, perché la vita di campagna tra contadini e persone che hanno una visione limitata le rimane stretta.
    Rispetto alla prima parte in questa c'è più carne al fuoco nel racconto con il rischio che si scivoli verso il polpettone che la maestria della Golino evita. Un plauso alla regista.

    L’arte della gioia ***

  2. #7922
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Il muro di gomma, regia di Marco Risi, col bravissimo e compianto attore Corso Salani nei panni del giornalista che non si accontenta di comode verità.
    Cona non è riuscita a vederlo fino alla fine, sopraffatta dalla commozione. Ammetto che anche per me è stata dura trattenere le lacrime.
    amate i vostri nemici

  3. #7923
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    "Risvegli" ieri sera sul 28
    Robert De Niro e Robin Williams: cosa volere di più dal cinema? Memorabile!
    amate i vostri nemici

  4. #7924
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    "Firebrand" (2023) di Karim Aïnouz
    Enrico VIII ha il sospetto che la sua ultima moglie lo stia tradendo, non solo fisicamente, mettendo a repentaglio il matrimonio, ma anche per rovesciare il suo regno attraverso il finanziamento di un gruppo di eretici. Il suo potere non è in discussione ma col tempo oppositori silenziosi hanno avuto la possibilità di tramare contro di lui. Il film era in concorso a Cannes nel 2023 e pur avendo una storia scarna nella quale non c'è una grande descrizione dei personaggi a parte i due protagonisti, è sicuramente di ottima fattura sia nella direzione come pure nella recitazione dove risalta un irriconoscibile Jude Law nelle vesti del Re. Apprezzabile anche il montaggio, che pare avere dei vuoti tra una sequenza e un'altra e invece, ripetendosi più volte, si intuisce che sia un effetto voluto.

    Firebrand ***

  5. #7925
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    "La vita accanto" (2024) di Mario Tullio Giordana
    Una madre rifiuta la figlia appena nata per via di una macchia rossa sul viso che si estende sino al collo. E' l'inizio del film e di lei ancora non si sa nulla anche se si intuisce che il ménage familiare preesistente al parto presenta elementi equivoci. Sarà la figlia ormai cresciuta a scoprire i reali problemi della madre attraverso la scoperta di un diario correlato da immagini trovato nascosto all'interno di un mobile. Il film era al festival di Locarno qualche giorno fa e la bella storia è tratta dal libro omonimo di Mariapia Veladiano. Apprezzabile anche l'ambientazione, una austera e calma Vicenza e un palazzotto d'epoca da far invidia, come pure le parti di pianoforte che arricchiscono il racconto. Quello che invece non mi ha convinto è la regia di Giordana, datata e strutturata più per una fiction televisiva che per il cinema, una recitazione teatrale, con lenti movimenti della macchina da presa e rari e imprecisi tagli di montaggio, poco utilizzo del diaframma negli interni e una fotografia sgranata negli esterni. Però per euro 3,50 può andare più che bene.

    La vita accanto **

  6. #7926
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    “L’innocenza – Kaibutzu – Monster” (2024) di Hirokazu Kore’eda
    Tre prospettive di una vicenda che vede protagonisti i bambini di una scuola e il loro maestro. La prima è quella vissuta da una madre che racconta alla preside del cattivo comportamento del maestro nei confronti del figlio. La seconda è quella dell'insegnante che cerca di dimostrare la propria innocenza, mentre la scuola è impegnata a scusarsi per salvare la faccia e impedire che la madre del bambino prenda dei provvedimenti. La terza è la prospettiva dei bambini ovvero come le cose sono effettivamente andate. Bellissima storia che a Cannes 2023 si è portata via il premio di miglior sceneggiatura. È sufficiente spostare una virgola per giudicare diversamente persone e fatti, ad esempio nella prima parte, per come viene narrata, i due bambini ci appaiono l'uno contro l'altro, mentre nella terza, che mi ha ricordato "Stand by me" con River Phoenix ragazzino, dimostrano una complicità che solo due veri amici possono avere. Le bugie per gli adolescenti possono essere delle verità modellate per fantasticare su una realtà per loro fluida che spesso gli adulti faticano a comprendere.
    Il film è dedicato a Riuchi Sakamoto scomparso durante il montaggio del film e autore della colonna sonora che con quel giro di piano nella sequenza finale ha lasciato la sua firma al film e alla sua arte.

    L’innocenza – Kaibutzu – Monster ***

  7. #7927
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    Dante, di Pupi Avati, venerdì sera su Rai 3: bruttissimo! Una delusione completa.
    amate i vostri nemici

  8. #7928
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    “Limonov (2024) di Kirill Serebrennikov
    Limonov cresce a Kharkiv che lascia per immergersi nella vita artistica della Mosca più sotterranea, animata da persone inverosimili per l'Unione Sovietica di Breznev della fine degli anni 60. Ma a metà del decennio successivo lo ritroviamo a New York, raffigurata come ce la ricordavamo ai tempi di Taxi Driver. Aveva abbandonato l'economia pianificata del suo paese ben sapendo che il capitalismo americano era pure peggio. Qui cerca di organizzare una rivoluzione sui generis dove i poveri e gli emarginati dovrebbero ribaltare l'ordine delle cose. Successivamente si ricicla maggiordomo, lavoro che gli permette di avere tempo e concentrazione per scrivere un libro che dia voce al suo pensiero. Con la caduta del muro torna in Russia ormai famoso, chiarendo di non essere mai stato un dissidente. Attacca il nuovo corso e così finisce imprigionato in Siberia, ma quando esce, osannato, appoggia Putin per l'invasione in Crimea. Il film era in concorso a Cannes ed è la biografia di Henry Limonov, pseudonimo di Ėduard Veniaminovič Savenko. Ho apprezzato la prima parte, quella della vita moscovita dove la colonna sonora è affidata ai Velvet Underground e la tecnica cinematografica ricorda Bertolucci, malgrado alcune sequenze appaiano eccessivamente forti e i personaggi siano raffigurati in maniera troppo marcata. Nel proseguo la narrazione perde vigore per rimanere al passo con la vita movimentata del protagonista, diventando una sorta di cronistoria della sua esistenza. Ma forse era necessario per evidenziare tutte le contraddizioni del personaggio.

    Limonov ***
    Ultima modifica di Barrett; 08-09-2024 alle 09:28

  9. #7929
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    Barrett ciao! Non ci dici niente di Venezia? Di "La stanza accanto" e "Vermiglio"? Premi meritati secondo te?
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  10. #7930
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Barrett ciao! Non ci dici niente di Venezia? Di "La stanza accanto" e "Vermiglio"? Premi meritati secondo te?
    I due film non sono ancora usciti. Leggendo la critica sono meritati, qualcuno si è spinto oltre affermando che comunque non è il miglior film di Almodovar. Qualche perplessità invece sulle coppe Volpi per le migliori interpretazioni.

  11. #7931
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    Ok grazie, a giorni dovrebbero uscire in sala.
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  12. #7932
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    “Campo di battaglia” (2024) di Gianni Amelio
    Prima guerra mondiale agli sgoccioli, in un ospedale militare del nord est si confrontano due ufficiali medici apparentemente molto legati anche se completamente diversi. Uno è ambizioso, crede nella guerra e nella vittoria dell’Italia e per questo fa di tutto per riportare al fronte i soldati ricoverati, feriti, malmessi anche perché diffida del loro comportamento. L'altro fa diagnosi corrette e non crede che un soldato ferito possa tornare a combattere; a volte però eccede nella protezione del paziente e questo nel proseguo gli creerà problemi nel mantenere il suo posto. In mezzo un'infermiera che ama il primo ma che si sente più vicina al secondo. E’ il primo film proveniente da Venezia 81 a uscire e pur essendo piuttosto lento e con rari guizzi nella sceneggiatura, nell’incedere del racconto ci permette di ragionare su quali sofferenze la guerra porti nei confronti dei suoi protagonisti. Ottima la regia di Amelio, convincente l’interpretazione di Borghi.

    Campo di battaglia ***

  13. #7933
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    Io ho visto su Rai movie "Lontano lontano" di Gianni Di Gregorio: tre anziani alle prese con pensioni da fame, sognano e poi progettano insieme una "fuga" all'estero (alle Azzorre) dove la vita costa meno e la natura è incorrotta. Il dramma quotidiano di tanta gente reale, viene raccontato con garbo e ironia e gli attori (Giorgio Colangeli, Ennio Fantastichini e lo stesso Gianni Di Gregorio) appaiono sempre frizzanti e carichi di umanità. Dopo aver accumulato la somma necessaria al viaggio infatti, alla fine rinunciano devolvendola a un giovane immigrato anch'egli desideroso di costruirsi una vita: bello, un bel film!
    amate i vostri nemici

  14. #7934
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Ho visto Beatlejuice Beatlejuice. È ad anni luce dal primo, e mi è sembrato che segua troppe sottotrame in modo approssimativo rimanendo incocludente un po' ovunque. Non lo darei come film consigliato, ma nemmeno da evitare a tutti i costi, comunque è divertente e godibile.
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  15. #7935
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    “Finalement” (2024) di Claude Lelouch
    Un uomo affetto da un problema mentale improvvisamente abbandona la sua vita, la famiglia e il suo lavoro da avvocato e inizia a vagare per la Francia spostandosi in autostop, raccontando di volta in volta agli automobilisti che lo raccolgono di essere uno dei personaggi pittoreschi che ha difeso in tribunale. Claude Lelouch deve gran parte della sua fama a “Un uomo, una donna” e malgrado l’età dirige ancora in maniera egregia, come testimoniato da “Finalement” presentato fuori concorso a Venezia. Il film ha una sceneggiatura articolata, con molti personaggi ognuno con la propria storia, arricchito da molta musica. E’ la naturale continuazione di “L’avventura è l’avventura” di cui si vedono vari spezzoni con il protagonista interpretato da Lino Ventura, e si presenta come un tema agrodolce, una riflessione sul tempo che passa che porta a ragionare sulla vita vissuta e a ciò che poteva essere e che non è stato e a quello che può ancora essere salvato.

    Finalement ***
    Ultima modifica di Barrett; 25-09-2024 alle 07:07

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