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Risultati da 16 a 30 di 44

Discussione: Immagine di sé

  1. #16
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    Buon giorno Carlino forse sulla paternità dell’aforisma che hai citato può rispondere il venerato fratello Cono. Anche la sua immaginazione ha proprietà creative.

    Oggi è domenica, il giorno memoriale della risurrezione di Jesus, ed il nostro confratello devi immaginarlo nel suo abbigliamento abituale festivo: il clergyman, mentre cammina per le strade di Empoli con l’intento di fare proseliti e per cercare il contatto fra l’umano e il divino, come Giovanni, detto il “battezzatore” o il “battista”, che vede Gesù di Nazaret, il “Cristo”, venire verso di lui ed ha l’epifania della sua missione, perciò grida: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1, 29).

    Ebbene, Cono è il nostro "agnello sacrificale"

  2. #17
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    Dark lady ha scritto

    Io tendenzialmente parlavo più di aspetti interiori che esteriori.
    Buon pomeriggio Dark, ti ringrazio per avermi spiegato a cosa ti riferivi nel tuo precedente post. E’ un argomento complicato, si può sbagliare la “diagnosi” e la “prognosi”, per di più non sono un psicoterapeuta.

    Adesso ti dico perché questo topic l’ho collocato in questa sezione dedicata a “Scienza, natura, ambiente” anziché nella sezione “arte e letteratura”: il motivo è semplice, anche qui argomento sull’immagine e l’immaginazione creativa, ma dal punto di vista psicologico anziché artistico. Chi s’interessa dell’iconografia dell’immagine deve anche approfondire il tema dal lato psicologico.

    Adesso continuo il tema aggiungendo altre notizie pertinenti, così continuo a “far pulizia” nei miei appunti sparsi.

    L’immaginazione è una funzione cognitiva indispensabile in ogni ambito delle nostre attività mentali, per esempio quando attraversiamo la strada è utile capire (immaginare) la velocità delle automobili in arrivo.

    Nell’interazione interpersonale usiamo l’immaginazione per comprendere meglio i comportamenti degli altri ma anche per usare migliori strategie nel rapportarci con loro. Questa abilità è denominata “perspective taking”.

    Per quanto riguarda l’immagine corporea, la rappresentazione che ci formiamo nella mente del nostro aspetto fisico deriva dalle informazioni provenienti dai diversi tipi di recettori sensoriali che dalla periferia del corpo raggiungono la corteccia cerebrale e vengono sintetizzati dal sistema nervoso centrale. Ma le informazioni sensoriali non bastano. Vengono integrate da altre: i fattori socio-ambientali, le esperienze, l’autostima ecc..

    La costruzione mentale della propria immagine corporea comincia fin dai primi mesi di vita. Poi, negli anni dell’adolescenza l’immagine viene modificata dai cambiamenti fisici.

    L'adolescente costruisce una sua immagine ideale osservando il proprio corpo con quello dei pari, confrontandosi con persone che egli fisicamente ammira, segue le indicazioni che il suo ambiente culturale dà sulla bellezza e la prestanza fisica.

    Anche l’influenza di amici e conoscenti ha un peso importante, soprattutto nel periodo dell’adolescenza, quando essere considerati attraenti significa maggiore accettazione dagli altri.

    Le crisi adolescenziali sono fisiologiche e spesso basate sull’insoddisfazione del proprio aspetto fisico, da cui scaturisce la conflittualità tra l'immagine corporea e quella ideale, connessa con i valori sociali e le influenze culturali.



    E’ notevole l’influenza dei mass media sullo sviluppo dei disturbi dell’immagine corporea. I mezzi di comunicazione di massa mostrano ideali di bellezza che si discostano dalla media della popolazione e generano l’insoddisfazione di sé. La consideriamo inadeguata rispetto ai modelli socialmente proposti. Ci vediamo con dei difetti e, se si può, tentiamo di eliminarli o nasconderli tramite diete, esercizi ginnici, la cosmesi od interventi di chirurgia estetica.
    Nella maggior parte dei casi questa conflittualità termina quando l'adolescente accetta la sua identità, anche sessuale, e c'è la fusione dei due tipi di immagine.

    Se il contrasto tra immagine corporea e l’immagine ideale persiste il conflitto diventa problematico.

    Tutti, giovani e meno giovani, vorrebbero essere belli, fisicamente perfetti, ma la natura è indifferente ai nostri desideri.

    L’immagine corporea femminile subisce modifiche anche durante la gravidanza. Per nove mesi l’organismo si adatta alla gestazione, e di solito c’è l’accettazione del cambiamento nella forma fisica.

    La non accettazione della propria immagine corporea può creare conseguenze psicosomatiche e gravi problemi con l’alimentazione, come la bulimia e l’anoressia. L’anoressica usa il corpo come campo di battaglia tra psiche e soma, considera il suo corpo o una parte di esso come un persecutore da controllare.

    I disturbi dell’immagine corporea coinvolgono la percezione, le emozioni, la parte cognitiva, il comportamento, possono assumere forme differenti.

    Dal punto di vista cognitivo i disturbi dell’immagine di sé compaiono quando si hanno aspettative irrealistiche. La difficoltà ad accettare la propria immagine può generare sfiducia, vergogna, tristezza, ansia, sottovalutazione delle proprie potenzialità e progressivo isolamento sociale per evitare l’evitamento delle situazioni in cui il proprio aspetto può essere sottoposto allo sguardo ed al giudizio altrui.

    Ultima modifica di doxa; 13-10-2024 alle 20:39

  3. #18
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Buon giorno Carlino forse sulla paternità dell’aforisma che hai citato può rispondere il venerato fratello Cono. Anche la sua immaginazione ha proprietà creative.

    Oggi è domenica, il giorno memoriale della risurrezione di Jesus, ed il nostro confratello devi immaginarlo nel suo abbigliamento abituale festivo: il clergyman, mentre cammina per le strade di Empoli con l’intento di fare proseliti e per cercare il contatto fra l’umano e il divino, come Giovanni, detto il “battezzatore” o il “battista”, che vede Gesù di Nazaret, il “Cristo”, venire verso di lui ed ha l’epifania della sua missione, perciò grida: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1, 29).

    Ebbene, Cono è il nostro "agnello sacrificale"
    Muahahahahaha ahahahahaha ahahahah (mi fai morire)
    amate i vostri nemici

  4. #19
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    A volte come ci vediamo noi non è uguale a come ci vedono gli altri. Ci avete mai fatto caso?
    Tutta la produzione letteraria di Pirandello gira su quella tematica.
    amate i vostri nemici

  5. #20
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    Dark lady ha scritto



    Buon pomeriggio Dark, ti ringrazio per avermi spiegato a cosa ti riferivi nel tuo precedente post. E’ un argomento complicato, si può sbagliare la “diagnosi” e la “prognosi”, per di più non sono un psicoterapeuta.

    Adesso ti dico perché questo topic l’ho collocato in questa sezione dedicata a “Scienza, natura, ambiente” anziché nella sezione “arte e letteratura”: il motivo è semplice, anche qui argomento sull’immagine e l’immaginazione creativa, ma dal punto di vista psicologico anziché artistico. Chi s’interessa dell’iconografia dell’immagine deve anche approfondire il tema dal lato psicologico.

    Adesso continuo il tema aggiungendo altre notizie pertinenti, così continuo a “far pulizia” nei miei appunti sparsi.

    L’immaginazione è una funzione cognitiva indispensabile in ogni ambito delle nostre attività mentali, per esempio quando attraversiamo la strada è utile capire (immaginare) la velocità delle automobili in arrivo.

    Nell’interazione interpersonale usiamo l’immaginazione per comprendere meglio i comportamenti degli altri ma anche per usare migliori strategie nel rapportarci con loro. Questa abilità è denominata “perspective taking”.

    Per quanto riguarda l’immagine corporea, la rappresentazione che ci formiamo nella mente del nostro aspetto fisico deriva dalle informazioni provenienti dai diversi tipi di recettori sensoriali che dalla periferia del corpo raggiungono la corteccia cerebrale e vengono sintetizzati dal sistema nervoso centrale. Ma le informazioni sensoriali non bastano. Vengono integrate da altre: i fattori socio-ambientali, le esperienze, l’autostima ecc..

    La costruzione mentale della propria immagine corporea comincia fin dai primi mesi di vita. Poi, negli anni dell’adolescenza l’immagine viene modificata dai cambiamenti fisici.

    L'adolescente costruisce una sua immagine ideale osservando il proprio corpo con quello dei pari, confrontandosi con persone che egli fisicamente ammira, segue le indicazioni che il suo ambiente culturale dà sulla bellezza e la prestanza fisica.

    Anche l’influenza di amici e conoscenti ha un peso importante, soprattutto nel periodo dell’adolescenza, quando essere considerati attraenti significa maggiore accettazione dagli altri.

    Le crisi adolescenziali sono fisiologiche e spesso basate sull’insoddisfazione del proprio aspetto fisico, da cui scaturisce la conflittualità tra l'immagine corporea e quella ideale, connessa con i valori sociali e le influenze culturali.



    E’ notevole l’influenza dei mass media sullo sviluppo dei disturbi dell’immagine corporea. I mezzi di comunicazione di massa mostrano ideali di bellezza che si discostano dalla media della popolazione e generano l’insoddisfazione di sé. La consideriamo inadeguata rispetto ai modelli socialmente proposti. Ci vediamo con dei difetti e, se si può, tentiamo di eliminarli o nasconderli tramite diete, esercizi ginnici, la cosmesi od interventi di chirurgia estetica.
    Nella maggior parte dei casi questa conflittualità termina quando l'adolescente accetta la sua identità, anche sessuale, e c'è la fusione dei due tipi di immagine.

    Se il contrasto tra immagine corporea e l’immagine ideale persiste il conflitto diventa problematico.

    Tutti, giovani e meno giovani, vorrebbero essere belli, fisicamente perfetti, ma la natura è indifferente ai nostri desideri.

    L’immagine corporea femminile subisce modifiche anche durante la gravidanza. Per nove mesi l’organismo si adatta alla gestazione, e di solito c’è l’accettazione del cambiamento nella forma fisica.

    La non accettazione della propria immagine corporea può creare conseguenze psicosomatiche e gravi problemi con l’alimentazione, come la bulimia e l’anoressia. L’anoressica usa il corpo come campo di battaglia tra psiche e soma, considera il suo corpo o una parte di esso come un persecutore da controllare.

    I disturbi dell’immagine corporea coinvolgono la percezione, le emozioni, la parte cognitiva, il comportamento, possono assumere forme differenti.

    Dal punto di vista cognitivo i disturbi dell’immagine di sé compaiono quando si hanno aspettative irrealistiche. La difficoltà ad accettare la propria immagine può generare sfiducia, vergogna, tristezza, ansia, sottovalutazione delle proprie potenzialità e progressivo isolamento sociale per evitare l’evitamento delle situazioni in cui il proprio aspetto può essere sottoposto allo sguardo ed al giudizio altrui.

    I genitori sono sempre importanti nel percorso di crescita dei ragazzi: ma durante l'adolescenza diventano fondamentali!!! Quello che hai descritto mirabilmente avviene per tutti: compito del padre e della madre è accompagnare il figlio e la figlia verso la loro consapevolezza di essere comunque unici, importanti, preziosi. Aldilà dell'aspetto fisico.
    I figli dunque, vanno accompagnati sempre, ma durante la pubertà e l'adolescenza è necessario andare oltre il semplice accompagnamento. E ammantarli d'amore. Ricoprirli d'amore, avvolgerli d'amore.
    amate i vostri nemici

  6. #21
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Secondo me l'importante è stare bene con sè stessi...
    Qualunque sia il nostro aspetto e la nostra autostima che importa, il resto passa tutto!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

    La regina del sud sorgerà nel giudizio. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone (Matteo 12:42)

  7. #22
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    amate i vostri nemici

  8. #23
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    Citazione Originariamente Scritto da ReginaD'Autunno Visualizza Messaggio
    Secondo me l'importante è stare bene con sè stessi...
    Qualunque sia il nostro aspetto e la nostra autostima che importa, il resto passa tutto!
    Hai ragione Regina, quello è sicuramente l'obiettivo principale. Eppure, tantissime persone non riescono a centrarlo.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  9. #24
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    Buonasera Dark,

    ieri ho fatto una sosta in libreria ed ho letto un paio di pagine del libro titolato: “Il coraggio di non piacere. Liberati dal giudizio degli altri e trova l’autentica felicità” (edit. De Agostini). Gli autori sono due giapponesi: uno si chiama Ichiro Kishimi (filosofo e psicologo adleriano), l’altro Fumitake Koga, scrittore di saggi.

    Da quel poco che ho letto il testo non propone novità.




    E’ diviso in cinque notti. In ognuna di esse c’è il dialogo tra un giovane insoddisfatto della propria vita e un saggio maestro (= Ichiro Kishimi).

    Il giovane crede che la serenità o felicità sia soltanto illusione nel nostro mondo dominato dall’apparire, dal mostrarsi più di quel che si è.

    Invece il maestro è convinto che in questo nostro mondo caotico è importante vivere nel presente, lasciando andare il passato, essere sé stessi senza farsi condizionare dal giudizio o dalle aspettative degli altri: “Ciò che gli altri pensano di noi -se ci apprezzano oppure no- è soltanto una loro opinione, non la nostra”.

    Serve il coraggio di scegliere, di cambiare, di essere liberi. E’ sbagliato voler piacere a tutti per essere ammirati, per il timore di non piacere abbastanza e di essere emarginati.

    Regina d’Autunno ha scritto

    Secondo me l'importante è stare bene con sè stessi...
    Qualunque sia il nostro aspetto e la nostra autostima che importa, il resto passa tutto!
    Brava Regina. Non farti troppo condizionare dalle beghe familiari. Il coraggio di essere liberi implica anche il coraggio di essere disapprovati nelle relazioni interpersonali.

    Ultima modifica di doxa; 17-10-2024 alle 18:52

  10. #25
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    Ti ringrazio Doxa! Le beghe familiari infatti non mi toccano più da quando ho saputo delle cose molto interessanti...
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

    La regina del sud sorgerà nel giudizio. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone (Matteo 12:42)

  11. #26
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    Caro Cono, indomabile apostolo, infiltrato dall’intelligence vaticana in questo forum per fare proselitismo, ma senza successo.

    Oggi ti dedico il post iniziando a parlarti del noto filosofo tedesco Arthur Schopenhauer (1788 – 1860), il quale nel primo tomo di "Parerga e paralipomena" scrisse anche un breve saggio titolato: "Aforismi sulla saggezza della vita", fatto diventare un testo autonomo col titolo “L’arte di ignorare il giudizio degli altri”.


    Schopenhauer dice che un difetto fondamentale dell’essere umano è quello di preoccuparsi troppo del giudizio altrui, perché può essere motivato dall’ignoranza o dall’invidia. I loro giudizi possono riuscire perfino a condizionare i nostri comportamenti. Consiglia di imparare a vivere pensando al nostro benessere e alla nostra serenità. "Chi è consapevole di non meritarsi un’accusa può tranquillamente ignorarla”.

    Invece l'economista ed imprenditore statunitense Warren Edward Buffett scrisse: “Ci vogliono vent’anni per costruirsi una buona reputazione e cinque minuti per rovinarla. Se pensi a questo, farai le cose in modo diverso”.

    La reputazione è condizionata dal gruppo di riferimento, il quale usa valori e criteri di giudizio propri, che possono essere differenti da quelli di altri gruppi. Per esempio, in un gruppo di delinquenti un criminale può avere un’ottima reputazione, il rispetto, l’ammirazione, e continuamente giudicato degno di apprezzamento.
    Da questo punto di vista la reputazione è uno strumento di controllo sociale. Esprime il valore che un gruppo attribuisce ai comportamenti desiderabili.

    Nell’ambito lavorativo le persone desiderano essere considerate competenti, attive, però è impossibile sapere veramente cosa gli altri pensano di noi o come ci descrivono.



    Tra auto-percezione e reputazione (che può essere positiva o negativa) c’è un necessario rapporto che coinvolge l’autostima e l’identità personale da un lato, e l’opinione degli altri su di noi, dall’altro.
    Ultima modifica di doxa; 18-10-2024 alle 12:04

  12. #27
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Caro Cono, indomabile apostolo, infiltrato dall’intelligence vaticana in questo forum per fare proselitismo, ma senza successo.

    Oggi ti dedico il post iniziando a parlarti del noto filosofo tedesco Arthur Schopenhauer (1788 – 1860), il quale scrisse anche un breve saggio titolato: “Il giudizio degli altri”: è il quarto capitolo del suo noto libro “Aforismi per una vita saggia”. Tale capitolo è stato fatto diventare un testo autonomo col titolo “L’arte di ignorare il giudizio degli altri”.
    Naturalmente, cono lo conosce come parte del Tomo primo di " Parerga e paralipomena", e non come libro a parte.
    Insieme a "Il mondo come volontà e rappresentazione", sono i libri che ha sul comodino. Si, rimpiazzano le "Critiche" Kantiane.

  13. #28
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Tutta la produzione letteraria di Pirandello gira su quella tematica.
    Azz, tutta?
    Ma pensa.

  14. #29
    Citazione Originariamente Scritto da Bauxite Visualizza Messaggio
    Azz, tutta?
    Ma pensa.
    Lo avrà letto in un articolo intitolato "Pirandello in 10 righe (grossi caratteri ben spaziati)", della rivista "Campana parrocchiale".

  15. #30
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Lo avrà letto in un articolo intitolato "Pirandello in 10 righe (grossi caratteri ben spaziati)", della rivista "Campana parrocchiale".
    Tutta l'opera...tutta sul quel tema lì...un articolo prezioso

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