ora, prima di tutto trovo poco utile l'esercizio orwelliano, se uno non fa lo scrittore o l'intellettuale (dis)organico;
gli scenari complessi sono poco prevedibili, secondo quel paradigma Blade Runner, dove si esprimeva una futura domanda cibernetica, ma non quella generata dall'offerta della connessione; anche perché si tratta del combinato di diverse tecnologie che, prese singolarmente, non suggeriscono immediate ipotesi;
quindi, combinare l'AI con altre tecnologie in itinere; io penso alla sanità e al famoso microchip sottopelle dei complottardi, che potrebbe fornire in tempo reale dati biomedici che l'AI potrebbe interpretare tempestivamente come segnali di pericolose patologie già all'insorgere;
sarebbe interessante indagare le possibilità di incidere su alcuni fenomeni macroscopici, come lo spopolamento di aree periferiche, che è un fattore di manifesto degrado ambientale e un costo; ma io non ho idea di come ciò potrebbe avvenire, anche se è verosimile che più di qualcuno ci stia pensando e magari possa chiedere proprio all'AI come essa può essere utile nel rendere più allettante vivere nel paesino arroccato sugli Appennini e la gestione dei servizi in modo programmato;
ma lo stesso vale per l'urbanistica: si prendono modelli che funzionano e si chiede alla macchina un progetto adattabile alle disfunzionalità da correggere, con tanto di investimenti, costi e benefici; c'è questo aspetto - pure discutibile - per cui paradossalmente questa macchina si sostituisce - potrebbe - all'intelligenza umana proprio nel "coraggio" di prospettare quella programmazione del pensare alle prossime generazioni laddove il politico tende a pensare alle prossime elezioni;
la qualità intrinseca e caratteristica di una macchina del genere dovrebbe essere proprio quella della potenza di calcolo necessaria per prospettare scenari con un numero altissimo di variabili interdipendenti, in continuo mutamento, per elaborare strategie che si correggono in tempo reale;
ovviamente, tutta questa roba incontra rigidità varie, pregiudizi, gusti, ecc... però è abbastanza diverso rapportarsi a scenari futuri indefiniti, oppure disporre di opzioni operative su cui ragionare: se ti metti d'accordo con 6 amici, c'è l'opzione di invecchiare insieme in un villino sul mare in Puglia o Liguria a un costo ragionevole; se paghi le tasse, tra dieci anni il tuo quartiere sarà così;
nei nostri viaggi semestrali in Olanda, si scherzava sull'efficienza degli interventi di riqualificazione urbanistica ed edile, un cantiere continuo: vai alla stazione di Utrecht e ci sono questi pannelli alti 40 mt dove ti fanno vedere come sarà il tutto tra 6 mesi, e 6 mesi dopo trovi tutto esattamente come descritto, non di rado con soluzioni di un certo pregio, a metà tra l'edilizia comune e l'architettura di firma; senonché, la battuta stile Lercio tra romani rassegnati, era che in realtà si tratta solo di una burla all'indirizzo dei turisti italiani per farli incazzare, e al lunedì smantellano tutto![]()
a parte gli scherzi, l'Olanda è un paese molto densamente popolato e, non fosse per il meteo, quella necessaria organizzazione degli spazi, trasporti, commercio, ecc... è riuscita a produrre una qualità della vita davvero eccellente; intendo in senso sistemico, al netto dei motivi socio-politici, integrazione, ricchezza, ecc... cioè, la gente è contenta della casa popolare, del sistema integrato bici-treno, della cura ambientale in aree periferiche; negli ultimi due decenni, anche della sicurezza, nonostante tutto; i tossiconi sono quasi spariti o neutralizzati, e la diffusione dei sistemi elettronici di pagamento ha ristretto tantissimo l'agibilità per la delinquenza finanziaria, truffe, commercio sleale, ecc...
fossi un urbanista che dispone della macchina, le introdurrei tutti i dati socio-economici e urbanistici olandesi e le chiederei di pianificarmi - mutatis mutandis - tutto il nord padano piatto secondo quel modello organizzativo, solo per dirne una.