A proposito di libri scolastici, Rossella Coarelli, ex direttore della biblioteca Braidense, a Milano, si occupa di storia dell’editoria scolastica italiana. Recentemente ha pubblicato il saggio titolato: “È tutta Italia la Patria mia». Libri scolastici e altre testimonianze di scuola (1860-1960)”.

Le ricerche dell’autrice sono sufficienti per ricostruire i presupposti ideologici e le tendenze pedagogiche dal 1860 al 1960.

Quale fu la funzione educativa dei manuali e dei libri di lettura nel contesto scolastico italiano dall'Unità d’Italia nel 1860 (compresa Roma dal 1870) agli anni ’60 dello scorso secolo ?

Attraverso l'analisi di casi specifici, il libro dà una panoramica dei cambiamenti nel tempo della produzione editoriale scolastica - intesa come strumento di educazione e di formazione delle coscienze - tra gli anni 1870 e il 1958, quando l'insegnamento dell'educazione civica entrò a far parte dei programmi scolastici.

Nel periodo successivo all’unificazione italiana i libri scolastici miravano a dare agli italiani una lingua comune.

Negli anni della prima guerra mondiale i testi erano coinvolti dall’ideologia e dalla propaganda militaresca. La scuola doveva esaltare i valori nazionali e patriottici, definire i ruoli sociali di genere, elementi che costituiranno anche il perno del successivo programma educativo fascista; durante il Ventennio fascista è comprovata la strumentalizzazione dei manuali e dei libri di lettura a scopi politici e propagandistici.

La donna massaia, la donna angelo del focolare, la donna economa veniva teorizzata nei libri di lettura. Parimenti su quelle stesse pagine della donna moderna si condannavano abbigliamento, acconciature e abitudini sportive, come l’andare in bicicletta. Non solo: nei primi decenni dell’Italia unita alle donne si voleva persino impedire la carriera scolastica.
Alle donne insegnanti si chiedeva di dare agli alunni più educazione che istruzione.

Dopo la liberazione, nel 1945, i testi scolastici cominciarono a defascistizzare il sapere. Ci fu lo sforzo progressivo di educazione alla democrazia e alla libertà, ampiamente documentato dalla Coarelli, che elenca revisioni e nuove edizioni; la sua disamina mette anche in rilievo i piccoli frammenti del passato ventennio rimasti a lungo incagliati tra le righe del presente democratico, in un confine sfumato tra continuità e contiguità.