Mi ero già espresso sul thread del pensiero quale sia la mia idea su questa situazione, ma la discussione sembra interessante quindi un po’ mi dilungo.
Una volta, mezza della mia vita fa, mi sposai. Il matrimonio durò per quelli che alla fine si dimostrarono gli anni peggiori della mia esistenza di prima e dopo. Per fortuna nostra, dal momento ero esitante ad abbandonare quel matrimonio, già c’erano dei problemi sebbene l’amassi, lei fuggì con un uomo, persona affermata, ricca e di "buona famiglia", del quale comunque era molto più innamorata che di me. Tra le altre, la sua fuga alla ricerca di sé stessa e della sua arte, le diede modo di realizzare quelle che riteneva le sue massime aspirazioni.
Dico, per fortuna nostra, perché lei vive ancora felicemente con costui, mentre io, restando sempre single, mi sono affermato in molti modi che non mi sarebbero stati possibili in quel matrimonio. Tutto quello che feci dopo, i cambiamenti alla mia vita realizzati dopo il divorzio, mi hanno portato alla posizione in cui attualmente mi trovo.
Insomma, ci siamo fatti un favore reciproco, lei con una vita stabile con la sua arte, economicamente più che tranquilla e nel suo modo irrequieto di essere, e io con una vita di conturbazioni vissute per conto mio, senza dover patire le insofferenze di un’altra, men che meno colei che appunto provava una intolleranza assoluta per qualunque mia idea che non la “rappresentasse”.
(tralascio in questo post, altre condizioni della mia vita da solo in cui mi ritrovai e di cui credo tutti siate a conoscenza).
Intanto, non ho la sensazione di aver perso colpi senza avere avuto una persona di sostegno, quella persona, tanto più, sono in grado di apprezzare le mie lotte fatte da solo.
Chissà un domani potrei realizzarmi come parte di una coppia felice; intanto, per adesso, sto bene così. Il resto non conta.






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