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Discussione: Denim e jeans

  1. #1
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    Denim e jeans

    Sapete perché la robusta tela di cotone, generalmente di colore blu, tinta con l’indaco ed usata per produrre i jeans e altri tipi di vestiario è denominata “Denim” ? Questa parola deriva da “de- Nîmes”, cioè che arriva dalla città francese di Nîmes, con riferimento al tessuto che fin dal Medioevo le industrie tessili locali esportavano.

    Questo tessuto veniva elaborato anche a Chieri (prov. di Torino) e veniva esportato a Genova, dove veniva usato per coprire la merce al porto e per la produzione di sacchi. Numerosi marinai genovesi usavano la tela di colore blu per farsi confezionare i pantaloni. Li usavano anche a bordo delle navi mercantili che trasportavano merci pure nelle non lontane città costiere della Francia. E furono i francesi a denominare quel tessuto “Bleu de Genes”, da cui per assonanza deriva la parola “jeans”.

    Il Denim è resistente e versatile. Veniva esportato anche negli USA. Nel XIX secolo i jeans venivano indossati da naviganti, emigranti, minatori, cercatori d’oro, cowboy.

    Nel 1853 l’imprenditore statunitense di origine bavarese Levi Strauss (1829 – 1902) utilizzò il denim come tessuto per confezionare nella sua azienda abiti da lavoro.
    Poi Levi incontrò Jacob Davis, un sarto lettone che nel 1871 perfezionò il modello di pantalone jeans in denim, aggiungendo il rinforzo, nei punti più deboli, di piccolissimi rivetti di rame. E i due soci registrarono il marchio. I calzoni indossati per proteggersi dallo sporco diventarono i pantaloni degli operai della ferrovia transnazionale.

    A distanza di ormai quasi due secoli il denim è oggi utilizzato per produrre jeans, gonne, giacche, salopette e accessori. Un tessuto che nei secoli non è mai passato di moda, si è solo rifatto il look, e il jeans è immancabile nei nostri armadi!

    segue

  2. #2
    Opinionista
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    Quest’anno tra i primi libri stampati c’è quello della giornalista d’origine genovese Mariangela Rossi.

    Il libro è titolato: “Genova in jeans”, edito da “Minerva”. Sono solo 32 pagine, edizione italiana e inglese, costa 5 euro.

    Sfogliando le pagine si può leggere che a Genova, non la “Via della seta” ma la “Via del jeans” transita per via Pré, via del Campo e via San Luca, nel centro storico, dove c’è anche il negozio di abbigliamento “Lucarda”, ubicato nei portici medievali della “Ripa Maris”, gestito dall’omonima famiglia dal 1920. Fu il primo negozio a vendere Jeans in città, in particolare ai portuali, ed anche le camicie “Boxer”, le giacche blu a doppiopetto, le t-shirt da barca a righe, e le “pidocchiere” (maglie da marinai in lana ruvida che fanno venire il prurito e inducono grattarsi, perciò pidocchiere).

    Nella seconda metà dello scorso secolo Lucarda era punto di riferimento per il porto e le compagnie di navigazione che si servivano nel negozio per le forniture di abbigliamento per i marittimi, dagli ufficiali di macchina a quelli di coperta. Vestiva tutti: dai camalli ai pescatori, dagli equipaggi ai figli degli armatori.

    Sempre a Genova, nel museo diocesano sono custodite 14 tele di lino tinte con l’indaco (come il colore dei jeans), dipinte con biacca, sono del ‘500 e raffigurano la Passione di Gesù, ispirate dalle incisioni di Albrecht Dürer.

    Per definire le balle di tela provenienti dalla Liguria, il “jean” è citato nell’inventario dei beni di Enrico VIII Tudor (1491 – 1547) re d’Inghilterra e d’Irlanda dal 1509 alla sua morte.

    A Genova, nella casa dove nacque Giuseppe Mazzini c’è il Museo del Risorgimento. Vi sono custoditi anche alcuni jeans indossati dai garibaldini. Ma per vedere i jeans di Giuseppe Garibaldi quando combatté in Sicilia, bisogna venire a Roma e trovare la teca che li custodisce nel Museo del Risorgimento, allocato sul lato destro del “Vittoriano”, guardando il monumento da piazza Venezia.

    Tornando a Genova, nell’ambito dell’area della Darsena, punto di connessione tra Porto Antico, Centro Storico, Stazione Marittima ed alcuni dei principali snodi logistici della città è prevista la riqualificazione di due edifici adiacenti al Museo del Mare, il Palazzo Tabarca e il Palazzo Metellino. Entrambi verranno adibiti a nuovi spazi polifunzionali che riqualificheranno la zona e connetteranno il centro storico con la zona della Darsena.

    Nel Palazzo Tabarca sarà allocato il futuro Museo del jeans e altri ambienti.

  3. #3
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Molto interessante, Doxa.

  4. #4
    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Ma per vedere i jeans di Giuseppe Garibaldi quando combatté in Sicilia, bisogna venire a Roma e trovare la teca che li custodisce nel Museo del Risorgimento, allocato sul lato destro del “Vittoriano”, guardando il monumento da piazza Venezia.
    Questa, poi !!!
    Non me li devo perdere.
    tenchiù, doxa

  5. #5
    Opinionista
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    Carlino ha scritto

    Questa, poi !!!
    Non me li devo perdere.


    "me raccomanno nun perde st'occasione !

  6. #6
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Interessante.
    Chi non ha almeno un paio di jeans nel proprio armadio? Non solo un capo da lavoro.
    Le mode cambiano nel tempo ma il jeans non tramonta mai, si adegua ai cambiamenti....stretti aderenti, larghissimi, a zampa d'elefante, elasticizzati.
    Da ragazzina indossavo solo jeans, estate ed inverno, cambiava solo il sopra, t-shirt o maglioncino a seconda della stagione.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  7. #7
    Blue Jeans di Giuseppe Garibaldi

    I pantaloni indossati dall’Eroe dei due Mondi durante l’impresa dei Mille sono una delle reliquie più celebri del Museo e di tutto il Risorgimento

    Il pantalone è detto blue jeans per il tessuto - il cosiddetto “blu di Genova” dal nome della città di origine e dal colore, estratto dal guado e realizzato con l'indaco - noto per la sua resistenza e per questo utilizzato per la manifattura degli abiti dei marinai. I blue jeans conservati nel museo sono i pantaloni che Garibaldi (1807-1882) indossò nel 1860 durante l'impresa dei Mille e con i quali condusse la guerra in Sicilia. Un cimelio raro e carico di significati simbolici che venne donato dai figli dell'Eroe dei due mondi al fine di richiamare alla mente il ruolo avuto da Garibaldi per l'unità nazionale e, non a caso, intorno ai bottoni venne apposto un simbolico nastrino tricolore.
    Blue Jeans di Giuseppe Garibaldi

    Screenshot 2025-02-01 at 16-29-40 Blue Jeans di Giuseppe Garibaldi Museo Centrale del Risorgimen.png



    Completamente fuori moda....ascellari (peggio delle mutande di fantozzi) e di sedere basso, a bracalone
    Mah!
    Eroi di altri tempi: nessuna attenzione all'immagine per i posteri
    Ultima modifica di restodelcarlino; 01-02-2025 alle 15:34

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